Blog di servizio gratuito per la comunicazione in Arte

sabato 30 aprile 2016

MIA Photo Fair 2016

MIA Photo Fair, nata nel 2011 da un’idea di Fabio Castelli, è l'imperdibile,  prima e più importante fiera d’arte dedicata alla fotografia e all’immagine in movimento in Italia. MIA Photo Fair offre ai propri visitatori un percorso esaustivo sulla fotografia d’arte presentando da una parte Solo Show e dall’altra stand collettivi con un progetto curatoriale specifico.

MIA Photo Fair nasce con l’obiettivo di evidenziare il ruolo trasversale che la fotografia e l’immagine in movimento hanno assunto tra i linguaggi espressivi dell’arte e del sistema dell’arte contemporanea.

Il catalogo MIA Photo Fair è concepito in modo innovativo. Dalla prima edizione MIA Photo Fair ha offerto ai suoi espositori e visitatori una brochure monografica per ogni stand. Dall’edizione 2014 MIA Photo Fair si avvicina al mondo della tecnologia e dell’editoria green, trasformando il catalogo personale di ciascun espositore in un e-book sfogliabile su qualunque supporto (tablet, smartphone, PC e Mac). I visitatori potranno raccogliere le MIA Card personalizzate agli stand dalle gallerie presenti in fiera e scaricare il catalogo dal QR – code presente su ogni cartolina.

MIA Photo Fair prevede un ricco programma culturale, con eventi e conferenze dedicate al mondo dell’arte e della fotografia, che mira a supportare un collezionismo consapevole con approfondimenti e ospiti di rilievo nel panorama artistico italiano ed internazionale.

MIA PHOTO FAIR E ARTE FIERA BOLOGNA

MIA Photo Fair cura per il terzo anno consecutivo la sezione dedicata alla fotografia all’interno della storica fiera d’arte moderna e contemporanea Arte Fiera a Bologna.



MIA PHOTO FAIR 2016 | Fino al 2 MAGGIO
THE MALL | PORTA NUOVA VARESINE
PIAZZA LINA BO BARDI 1, MILANO

venerdì 29 aprile 2016

Albissola 400, 400 anni di Albissola Marina dalle origini del comune ad oggi (1616 – 2016)

Sabato 30 Aprile alle 17,00 presso il MuDA di Via dell’Oratorio la presentazione del volume: “Albissola 400, 400 anni di Albissola Marina dalle origini del comune ad oggi (1616 – 2016)”.

In occasione dei 400 anni del Comune di Albissola Marina, l’Amministrazione comunale ha il piacere di promuovere una pubblicazione, nella quale ha creduto fortemente, a cura di Silvia Sabatini e Gianni Venturi, un accurato resoconto storico della cittadina ligure dalle origini ad oggi.

Dopo i festeggiamenti svoltisi ieri sera in Pozzo Garitta, che hanno visto la partecipazione di numerosi cittadini, dell’ensemble rinascimentale "Li musicanti" e del corpo di danza rinascimentale "Ilaria del Carretto"; l’appuntamento è per Sabato pomeriggio per la conferenza di presentazione del volume edito da Vanilla Edizioni, per i 400 anni dalla nascita del Comune di Albissola Marina.
“È un piacere ed un onore essere il Sindaco del nostro amato Comune in occasione della ricorrenza dei 400 anni dalla sua nascita. Sono convinto che solo conoscendo e studiando le nostre radici si possa immaginare di crescere e progredire insieme.

La Storia della nostra comunità è un bellissimo mosaico nel quale si intrecciano tante storie che meritano di essere conosciute e raccontate e del quale ogni nostro concittadino, con la sua storia e le sue relazioni, costituisce una tessera.

Ringrazio quindi tutti coloro i quali, a partire dagli autori, si sono prodigati per rendere possibile questa pubblicazione che contiene un accurato resoconto storico, testimonianze dei costumi delle varie epoche e che, sono convinto, sarà uno spunto di riflessione per meglio comprendere, dalla nostra Storia, chi siamo e dove vorremmo andare. VIVA ALBISSOLA!” - Il Sindaco , Gianluca Nasuti

giovedì 28 aprile 2016

Ni una más - Arte e attivismo contro il femminicidio

"Ni una más",  arte e attivismo contro il femminicidio , incontro con l'autrice Francesca Guerisoli , Mercoledì 4 maggio 2016 ore 18:30 PAC Milano, Via Palestro 14

Ni una más è il grido di protesta con cui le madres e gli attivisti conducono la loro lotta contro omertà e impunità che caratterizzano il fenomeno del femminicidio di Ciudad Juárez, città messicana al confine con gli Stati Uniti, conosciuta come il luogo più pericoloso al mondo per una donna. 
  
Francesca Guerisoli ha analizzato le modalità con cui l'arte e le forme creative si oppongono al femminicidio, esplorando nel suo libro le relazioni tra violenza, misoginia, memoria e rappresentazione nella "città delle morte" con un approccio interdisciplinare, che racconta opere e pratiche messe in atto da collettivi locali e da artisti che operano anche a livello internazionale: Teresa Margolles, Lorena Wolffer, Ursula Biemann, Santiago Sierra e il progetto d'arte partecipativa Zapatos Rojos di Elina Chauve
  
Il libro di Francesca Guerisoli ( ed. postmedia books 2016) ha ottenuto il patrocinio di Amnesty International. 

Introduce Diego Sileo, Conservatore PAC
intervengono Francesca Guerisoli, storica e critica d'arte contemporanea; Monica Mazzoleni, Amnesty Internationa Italia

mercoledì 27 aprile 2016

Giorgio Cattani : Dì La da Dove per Andar Dove.

Sabato 7 maggio 2016 alle ore 18.00, aprono le porte della nuova Galleria FabulaFineArt, uno spazio giovane e moderno nel cuore della rinascimentale città di Ferrara, desiderato, voluto e ideato da Giorgio Cattani che, recuperando l’interno dei locali che furono sede della storica azienda della Famiglia Pazzi, approda a questo nuovo progetto come rinnovata ripartenza nel ruolo di gallerista.

Cattani, con la sua ampia e continuativa esperienza di artista, si propone di innestare una fiammante spinta propulsiva alla città, rivolgendosi a un pubblico nazionale e internazionale nelle future proposte espositive di FabulaFineArt, ufficialmente in programma dal prossimo ottobre 2016

«Non si scappa dai luoghi, non si cancellano le origini, è vero invece, che dai luoghi si deve partire e che l’origine va alimentata ed arricchita con nuove e diverse conoscenze».
Con queste parole – vera e propria dichiarazione d’intenti – FabulaFineArt inizia il suo percorso, che vedrà progressivamente lo snodarsi di proposte attente tanto al lavoro di artisti storicizzati, quanto a quello di emergenti, che di volta in volta occuperanno gli spazi di questo luogo: «seme che crea alberi con rami che portano ad un cielo infinito di nuove sensazioni, di nuove emozioni».

Fil rouge di FabulaFineArt sarà sempre la presenza di un’opera di un artista connotato nel tempo, indipendentemente dalla sua notorietà raggiunta, semplicemente come soffio osservante di quelli che vivono la ricerca contemporanea, immersi nel linguaggio del tempo dell’oggi.

Il primo soffio di aria nuova a Ferrara lo offre lo stesso Giorgio Cattani entrando negli spazi di FabulaFineArt con la mostra Dì La da Dove per Andar Dove, il cui titolo – tipico per lui – racconta tanto della sua poetica quanto delle intenzioni sottese al progetto stesso della Galleria.

Eccolo qui Cattani che, come un viandante – come lui stesso ama definirsi – attraversa e raggiunge luoghi, li sposta, li sovrappone, li mescola e ne crea di nuovi attraverso le sue opere che hanno sempre un rimando ai concetti di trasferimento – da e in altro luogo – migrazione e transumanza dell’uomo.  Sono i pensieri a muoversi e a fissarsi in immagini di cronaca, tratte dal web o dalla televisione su cui Cattani posa il proprio sguardo come una lente d’ingrandimento, rielaborandole e ripresentandole in frammenti visivi. Forme, figure e oggetti, solo in apparenza sconnessi fra loro, diventano le tracce, gli indizi di un “passaggio”, di un “transitare” che inconsciamente o no, interessa ciascuno di noi, chiamato a interrogarsi e rispondere della propria presenza nel flusso dell’esistenza, nella relazione con i luoghi, negli incontri e negli addii con le persone. 

Ecco allora che, in questo nuovo ambiente, negli spazi di "Dì La da Dove per Andar Dove", una galleria che per definizione esprime l’idea d’impermanenza, in quanto soggetta alla transitorietà di un fenomeno, come una mostra o l’opera di un artista che cambia e varia nel tempo, albergano le opere di Cattani. Incontriamo dipinti e oggetti che gli appartengono e due enormi “casse” – parte della sua più recente produzione - che esprimono la condizione di passaggio, l’idea di non fissità, di qualcosa che deve essere spostato altrove, cui si affiancano inediti lavori che, ancora una volta, riflettono sui concetti di arrivo, sosta, muro, barriera, tensione politica, offrendo l’opportunità d’interrogarsi sul senso della nostra presenza in un luogo. 

FabulaFineArt si fregia di un Comitato Scientifico composto di storici, critici e professionisti dell’arte, chiamati a progettare e valutare le prossime proposte espositive, rispondenti ai nomi di: Francesca Boari, Andrea Del Guercio, Maria Letizia Paiato, Erika Scarpante e Veronica Zanirato, oltre che dello stesso Giorgio Cattani.

Giorgio Cattani, riconosciuto maestro della ricerca installativa e video, è un ricercatore continuo sul linguaggio dell’arte, che riesce a mantenere e portare avanti la sua suggestiva filosofia poetica toccando forme sempre diverse ed inaspettate: “le forme appartengono all’oggi, il pensiero all’infinito”. Da navigatore sul mare dell’arte – come ama definirsi – non cerca porti dove arrivare,ma approdi da cui sempre poter partire. Dai molti attracchi importanti che ha toccato, tra i quali Documenta 8 a Kassel, la XLV Biennale di Venezia, Palazzo delle Esposizioni di Roma, Triennale di Milano, LIV Biennale di Venezia - Padiglione Italia - Torino, oggi insegna sulla cattedra di Tecniche Pittoriche all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano.


Dì La da Dove per Andar Dove - Giorgio Cattani
Curatori: Comitato Scientifico FabulaFineArt
Inaugurazione: Sabato 7 maggio 2016 ore 18.00
Dall’8 maggio al 15 giugno 2016.
Orario: Giovedì, venerdì e sabato 16.00 /19.00 e su appuntamento

Galleria FabulaFineArt
Via Del Podestà 11 – 44121 Ferrara (FE)
Info: fabulafineart@gmail.com
Tel: 347-6929917|348-3556821

lunedì 25 aprile 2016

X-CHANGE a Mia Fair 2016

Amy-d Arte Spazio, in occasione dell’edizione 2016 del Mia Fair, presenta a Milano X-CHANGE, un progetto economART a cura di Anna d’Ambrosio.

ARTISTI:
Beba Stoppani, 0° a 5000 mt
Daesung Lee, Ghoramara / Futuristic Archaeology
Edoardo Miola, FORE-X

AMY D Arte Spazio MI 05 maggio - 15 maggio 2016
Testo critico: Gigliola Foschi

Sullo sfondo della COP21, la conferenza mondiale sul clima.
Nel tempo in cui l’ambiente è al cuore delle preoccupazioni pubbliche, Amy-d Arte Spazio presenta un progetto di arte fotografica e sensibilizzazione ambientale che parla di cambiamenti climatici e cambiamenti cause ed effetto che si generano, creano, producono.

Progetto di condivisione.

X-CHANGE
 è il tentativo di costruzione di una cosmologia, ad opera di Beba Stoppani, Daesung Lee, Edoardo Miola; un progetto modulare discorsivo di confronto dialettico tra tre artisti, narrazione visiva di una storia da dove si era interrotta.
La costruzione di una cosmologia è uno spazio di produzione di pensiero, di conoscenza e di (auto)coscienza.  Questo progetto nasce da un vuoto, un’urgenza, che gli artisti, compagni di viaggio, hanno avvertito.
Quali le reali potenzialità dell’arte nell’operare cambiamenti all’interno del corpo sociale?
Quale ruolo può avere la ricerca artistica nell’ambito degli studi e delle pratiche legate alla sostenibilità?
Quale il valore aggiunto nel coinvolgimento degli artisti in questo ambito?
Esiste un’Estetica della Sostenibilità?

Questi e altri quesiti sono alla base della sperimentazione che si vuole mostrare.
Il progetto intende proporre una riflessione critica articolata che affronti in maniera interdisciplinare la questione ambientale, intesa nel duplice aspetto di crisi della società termo-industriale fondata su fonti energetiche non rinnovabili e di crisi ecologica dovuta all’inquinamento e al preoccupante surriscaldamento del pianeta.

Il problema ecologico non può essere ridotto ad una questione ambientalista tout court, ma va analizzato e inteso nelle sue molteplici implicazioni filosofiche, psicologiche, ambientali, economiche e sociali. L’ecologia non solo come scienza della natura, ma come scienza dell’interrelazione del confine, della trasversalità, quale nesso focale del binomio natura/cultura.

Le diverse specificità artistiche presenti in X-CHANGE, ad opera degli artisti Beba Stoppani, Daesung Lee e Edoardo Miola, condividono una strategia che non denuncia passivamente il degrado del nostro pianeta, né offre nuove e funzionali soluzioni tecnologiche; articolano, invece, le contraddizioni e le responsabilità incrociate in cui ci imbattiamo in prima persona e come società.
La loro “arte” non indica la “giusta” via etica ed ambientalista, ma permette di analizzare e mettere in discussione le nostre azioni e le nostre percezioni.

Mette in moto un atteggiamento critico che interviene, si infiltra, re-interpreta e decodifica le relazioni umane con le forme di vita non-umana e con gli altri esseri viventi.
L’obiettivo è ricercare, rivelando nella riutilizzazione di materiale fotografico realtà incorporate, corpi organici/inorganici nascosti.

Emergono forme di vita e di interazione natura-uomo-macchina come mutante che documentano i loro interventi di ricerca e di creatività sperimentale.
Pertanto, questo tipo di X-CHANGE emerge come pratica contemporanea.

Amy-d Arte Spazio
Via Lovanio 6, 20121 Milano
MM2 Moscova
www.amyd.itinfo@amyd.it, 02.654872

Press e Comunicazione Amy-d
Vittorio Schieroni

domenica 24 aprile 2016

Peppino Campanella a Didattica Aperta

Comunicato stampa - Didattica Aperta prosegue con un nuovo appuntamento, un talk con l’architetto/ designer Peppino Campanella. Attraverso una conversazione con gli studenti ripercorreremo le tappe che hanno portato un giovane ragazzo fresco di laurea ad essere uno dei più apprezzati designer pugliesi nel mondo.

Il nostro ospite descriverà la nascita dei suoi primi oggetti di luce, una combinazione tra arte, artigianato e design. Racconterà di come la sua passione per la manualità ed il suo amore per il territorio, hanno cambiato la direzione dei suoi studi e hanno innescato una ricerca unica per l’uso di materiali recuperati dall’ambiente.

Peppino Campanella: nato a Polignano a Mare, a vent’anni si trasferisce a Firenze dove nel 1988 si laurea in Architettura. Durante il suo corso di studi si appassiona alla fotografia e collabora per tre anni con Andreas Bossi, fotografo di moda fiorentino. Dopo la laurea, tornato nel suo paese natio in cui vive e lavora, alterna alla libera professione la passione per la fotografia, l’arte e il design. Il mare, il paesaggio rurale e le forme della natura in genere iniziano a caratterizzare il suo lavoro. Collezionista di pietre lavorate da contadini e marinai, acceso sostenitore del riutilizzo dei materiali, comincia a maturare in lui l’idea di “dare luce alla pietra”. Un amico poeta, Guido Lupori, gli chiede di realizzare una lampada e così inizia, quasi per gioco, grazie alla sua innata curiosità, ad assemblare pietre, vetri, conchiglie levigate dal mare e dalla terra. Partecipa ad alcune mostre. Le prime, di carattere più concettuale, lo spingono a sperimentare elementi e forme e, riutilizzando materiali poveri, inizia a giocare con i chiaroscuri, mentre gli oggetti cominciano ad illuminarsi. Le prime applicazioni di questa ricerca sono rivolte al Teatro. Realizza per le compagnie del “Teatro delle Vigne” di Genova, “Rosso Tiziano” di Napoli ed “Ariele” di Bari, alcune lampade di scena.

Come in una sfida abbandona la professione di Architetto, si trasferisce in un vecchio frantoio a picco sul mare e comincia a realizzare oggetti fatti di pietre, vetro, piombo e stagno.

Il vetro, che Peppino Campanella vede come “acqua solida”, diventa protagonista delle sue creazioni grazie alla sua capacità di diffondere effetti straordinariamente luminosi. Le sue opere si muovono tra un decorativismo di natura quasi araba e una ricerca tesa al minimalismo delle forme elementari. I suoi oggetti non hanno lo scopo di illuminare, ma di creare atmosfera, di evocare il mare, il cielo, l’aurora e il tramonto.

Sempre lontano da leggi di critica e mercato dell’arte, la sua fama è frutto della passione per il suo lavoro e di una tenace autopromozione. Le sue lampade sono visibili in tutto il mondo, illuminano spazi esclusivi e, sovente, appaiono in pellicole come: “Quello che le ragazze non dicono” di Carlo Vanzina, “Faccia di Picasso” di Massimo Ceccherini, “Sangue vivo” di Edoardo Winspeare, “Denti” di Gabriele Salvatores e “La Febbre” di Alessandro D’Alatri, suo amico.


L'evento è a cura della Cattedra di Decorazione e Tecniche dei materiali.
Coordinamento: prof. Giuseppe Teofilo
Coordinamento per Didattica Aperta: prof. Antonio Foti

L'evento è aperto anche a uditori esterni.

Lunedì 2 maggio 2016, ore 10:30
Accademia di Belle Arti di Foggia/ Aula magna
Corso Garibaldi 35 - 71100 Foggia
T. +39 0881 726301 - www.abafg.it - segreteria.direzione@abafg.it

Didattica Aperta è un marchio dell’Accademia di Belle Arti di Foggia, tutti i diritti riservati.

giovedì 21 aprile 2016

“Tuballoswing A Siena in Scena 2016

La manifestazione "Siena in Scena 2016" con il suo ricco cartellone offre ben 36 spettacoli. Un viaggio dal musical alla lirica, dalla prosa alle più belle colonne sonore della cinematografia, alla musica classica, jazz, gospel, swing, pop, rock. 

Diverse espressioni artistiche legate da un unico filo conduttore: la città, che farà da scenografia ad ogni spettacolo con i suoi spazi aperti e pubblici. Non solo piazza del Campo, ma anche il Tartarugone di piazza del Mercato, le altre piazze del centro, le fonti storiche. Il progetto artistico, ideato da Fabbrica d’Opera, testimonia la voglia di una cultura nuova per un pubblico nuovo, abbinando innovazione e tradizione, lavoro di squadra tra il pubblico ed il privato. 

Per la Danza il 24 aprile apre la serie degli eventi 2016 “Tuballoswing”, alle ore 15, al Tartarugone con musica dal vivo ed uno strepitoso corpo di ballo, che insegnerà ed aiuterà chi desidera ballare. "Tuballoswing " è l'abbreviazione di "TUtti BALLano SWING".

Lo swing nato negli anni trenta negli USA, dopo un lungo predominio del Jazz tradizionale e dopo la depressione del '33, fa ancora ballare. Tra i più conosciuti sicuramente Fred Astaire e Ginger Roger, instancabili partner che sembravano librarsi nell’aria mentre ballavano classici dello swing.

Sarà stato perché lo swing era ballabile, orecchiabile, romantico che ben presto si diffuse oltreoceano e anche in Italia, dove già prima della guerra aveva vissuto la sua primavera in una forma tutta nostrana, con parole italiane. Nasceva lo swing italiano, forma che impazzò ancora di più nell’immediato dopoguerra dopo l’arrivo degli americani.

Oggi lo swing, come molte mode, sta rivivendo la sua seconda giovinezza e le musiche e i balli swing stanno riempiendo di nuovo le sale da ballo e gli spazi improvvisati per soddisfare gli appassionati.
Una musica che si porta bene i suoi anni, e sarà bello, coinvolgente e colmo di atmosfera sentire queste note vibrare nella splendida Siena, dove per una volta tutti potranno essere i mitici Ginger Rogers e Fred Aster.

Daniela Lombardi Press Office 339-4590927 0574-32853

martedì 19 aprile 2016

“Amore” - Mostra personale di pittura di Simona Atzori

Sarà ospitata presso la BIM Banca Intermobiliare di Lugano la nuova, attesa mostra di Simona Atzori. Da sempre impegnata nel sostegno e nella valorizzazione dell'arte contemporanea, la BIM ha deciso di presentare al pubblico gli esiti più recenti della ricerca pittorica di un'artista complessa e poliedrica, capace di spaziare con estrema disinvoltura e con sicurezza tra diverse discipline, dimostrando ogni volta tanto i suoi talenti innati quanto l'impegno e l'autodisciplina con cui coltiva le proprie passioni.

Simona Atzori è ballerina e pittrice. Dipinge usando il piede e danza senza braccia. 
Oltre alla danza e alla pittura, Simona ha scoperto di recente un altro modo di raccontarsi: la scrittura. Dopo il fortunato esordio con "Cosa ti manca per essere felice?" (Mondadori, 2011), nel 2014 e' tornata in libreria con "Dopo di te", un ritratto caldo ed emozionato di sua madre e di quello che ha significato perderla per un tumore fulmineo. Un tema intimo e personale che assume anche la portata del dramma universale, perchè tutti siamo figli e quando un genitore se ne va il “dopo” è necessariamente una strada da percorrere difficile e dolorosa.

Simona la sta percorrendo sorretta da quella forza interiore che le ha permesso di raggiungere traguardi ambiziosi, circondata dall'affetto di un pubblico affezionato che segue con partecipazione  gli spettacoli e le tante iniziative che la vedono protagonista.

Proprio i sentimenti, colti nella loro inafferrabilità e nelle loro molteplici sfumature, saranno al centro dell'esposizione, organizzata in collaborazione con la Galleria Alter Ego, intitolata “Amore”. Amore in senso universale, amore per la Vita, amore per gli altri, amore per i propri affetti più intimi. Amore come aspirazione e amore come percorso, talvolta sereno e talvolta arduo, per rendere ricca di senso e di bellezza la nostra esistenza.

I suoi dipinti rivelano una sensibilità delicata e acuta, il gusto per l'introspezione psicologica e una forte necessità di raccontare e raccontarsi, stabilendo un legame empatico con l'osservatore.
Nelle opere il soggetto coincide sempre con il mondo interiore dell'autrice, vi si leggono le tracce di inquietudini e turbamenti, di silenzi e solitudine, di momenti di riflessione e di ritrovata serenità. Mossa dal desiderio di raggiungere la mente e il cuore di chi osserva i suoi lavori, Simona non rinuncia agli elementi figurativi e ad una descrizione particolareggiata della scena e dei dettagli. Focalizzando l'attenzione dell'osservatore su alcuni elementi particolarmente significativi lascia che le linee e i colori inducano il ricordo a riaffiorare in tutta la sua potente, dirompente energia. C'è, nella sua arte, una forte carica esistenziale, declinata in un raffinato surrealismo che, talvolta, assume un carattere enigmatico e misterioso, vagamente magico. Sono particolarmente interessanti in questo senso gli acquerelli, inediti, che saranno esposti nella Sala Mostre della BIM: immagini liriche e solari, giocate sulle tonalità terse dei blu, dei rosa e dei gialli, in cui due figure definite ma non descritte, dai tratti evanescenti, si cercano, si incontrano, si fronteggiano, si stringono in un abbraccio o in un passo di danza. Difficile affermare con sicurezza il significato di queste composizioni, e sarebbe semplicistico scorgervi unicamente il rapporto sentimentale, di tipo erotico, tra due persone; alla luce della particolare ricerca di Simona è forse più corretto cogliere negli atteggiamenti e nei movimenti descritti l'incontro tra entità opposte, tra la luce e l'ombra, tra la gioia e il dolore, tra due aspetti della stessa personalità o forse tra l'io di ieri e l'io di oggi, in una continua serie di rimandi e in una molteplice, indubbiamente affascinante, stratificazione di significati. 

Sarà possibile scoprire questa nuova serie di lavori in compagnia dell'artista, che incontrerà il pubblico nel corso del vernissage organizzato per GIOVEDI 12 MAGGIO, dalle 18:00 alle 20:00. 
Sarà ospitata presso la BIM Banca Intermobiliare di Lugano la nuova, attesa mostra di Simona Atzori. Da sempre impegnata nel sostegno e nella valorizzazione dell'arte contemporanea, la BIM ha deciso di presentare al pubblico gli esiti più recenti della ricerca pittorica di un'artista complessa e poliedrica, capace di spaziare con estrema disinvoltura e con sicurezza tra diverse discipline, dimostrando ogni volta tanto i suoi talenti innati quanto l'impegno e l'autodisciplina con cui coltiva le proprie passioni.
Simona Atzori è ballerina e pittrice. Dipinge usando il piede e danza senza braccia. 
Oltre alla danza e alla pittura, Simona ha scoperto di recente un altro modo di raccontarsi: la scrittura. Dopo il fortunato esordio con "Cosa ti manca per essere felice?" (Mondadori, 2011), nel 2014 e' tornata in libreria con "Dopo di te", un ritratto caldo ed emozionato di sua madre e di quello che ha significato perderla per un tumore fulmineo. Un tema intimo e personale che assume anche la portata del dramma universale, perchè tutti siamo figli e quando un genitore se ne va il “dopo” è necessariamente una strada da percorrere difficile e dolorosa.
Simona la sta percorrendo sorretta da quella forza interiore che le ha permesso di raggiungere traguardi ambiziosi, circondata dall'affetto di un pubblico affezionato che segue con partecipazione  gli spettacoli e le tante iniziative che la vedono protagonista.
Proprio i sentimenti, colti nella loro inafferrabilità e nelle loro molteplici sfumature, saranno al centro dell'esposizione, organizzata in collaborazione con la Galleria Alter Ego, intitolata “Amore”. Amore in senso universale, amore per la Vita, amore per gli altri, amore per i propri affetti più intimi. Amore come aspirazione e amore come percorso, talvolta sereno e talvolta arduo, per rendere ricca di senso e di bellezza la nostra esistenza.
I suoi dipinti rivelano una sensibilità delicata e acuta, il gusto per l'introspezione psicologica e una forte necessità di raccontare e raccontarsi, stabilendo un legame empatico con l'osservatore.
Nelle opere il soggetto coincide sempre con il mondo interiore dell'autrice, vi si leggono le tracce di inquietudini e turbamenti, di silenzi e solitudine, di momenti di riflessione e di ritrovata serenità. Mossa dal desiderio di raggiungere la mente e il cuore di chi osserva i suoi lavori, Simona non rinuncia agli elementi figurativi e ad una descrizione particolareggiata della scena e dei dettagli. Focalizzando l'attenzione dell'osservatore su alcuni elementi particolarmente significativi lascia che le linee e i colori inducano il ricordo a riaffiorare in tutta la sua potente, dirompente energia. C'è, nella sua arte, una forte carica esistenziale, declinata in un raffinato surrealismo che, talvolta, assume un carattere enigmatico e misterioso, vagamente magico. Sono particolarmente interessanti in questo senso gli acquerelli, inediti, che saranno esposti nella Sala Mostre della BIM: immagini liriche e solari, giocate sulle tonalità terse dei blu, dei rosa e dei gialli, in cui due figure definite ma non descritte, dai tratti evanescenti, si cercano, si incontrano, si fronteggiano, si stringono in un abbraccio o in un passo di danza. Difficile affermare con sicurezza il significato di queste composizioni, e sarebbe semplicistico scorgervi unicamente il rapporto sentimentale, di tipo erotico, tra due persone; alla luce della particolare ricerca di Simona è forse più corretto cogliere negli atteggiamenti e nei movimenti descritti l'incontro tra entità opposte, tra la luce e l'ombra, tra la gioia e il dolore, tra due aspetti della stessa personalità o forse tra l'io di ieri e l'io di oggi, in una continua serie di rimandi e in una molteplice, indubbiamente affascinante, stratificazione di significati. 
Sarà possibile scoprire questa nuova serie di lavori in compagnia dell'artista, che incontrerà il pubblico nel corso del vernissage organizzato per GIOVEDI 12 MAGGIO, dalle 18:00 alle 20:00. 

“Amore” - Mostra personale di pittura di Simona Atzori
Dal 2 al 31 maggio 2016
Presso BIM, Banca Intermobiliare (in collaborazione con Galleria Alter Ego)
Contrada Sassello 10, Lugano
Orari: da lunedì a venerdì 8.30-17.30
INGRESSO LIBERO
Vernissage: GIOVEDI 12 MAGGIO, dalle 18:00 alle 20:00
Presentazione a cura di Emanuela Rindi

Per informazioni:
Galleria Alter Ego | contatti@alteregogallery.com | www.alteregogallery.com
Ufficio Stampa: Rindi Art | info@rindiart.it


SIMONA ATZORI è nata a Milano nel 1974, si è avvicinata alla pittura all'età di quattro anni come autodidatta e all’età’ di sei inizia a seguire corsi di danza classica. Nel 1983 entra a far parte dell'Associazione dei Pittori che Dipingono con la Bocca e con il Piede (V.D.M.F.K.). Dona a Papa Giovanni Paolo II il ritratto del Santo Padre.
Nel 2001 si laurea in “Visual Arts” presso la "Univesity of Western Ontario" in Canada. Partecipa a mostre collettive e personali in tutto il mondo: Italia, Cina, Canada, Portogallo, Svizzera, Spagna, Austria. Alla sua brillante carriera di pittrice si aggiungono numerosi successi nel campo della danza che permettono a Simona di portare avanti le sue due grandi passioni La pittura e La danza.
Ambasciatrice per la Danza nel Grande Giubileo del 2000 portando per la prima volta nella storia la danza in Chiesa con una coreografia ”Amen” di Paolo Londi, che è stata inserita nella Grande Enciclopedia Multimediale del Vaticano.
Un premio dell’arte ha preso il suo nome e dall’edizione 2002 del Pescara Dance Festival, Simona ha avuto l’onore di donare il premio “Atzori” a Luciana Savignano, Micha Van Hoecke, Caroline Carlson, Vladimir Vasiliev, Carla Fracci, Liliana Cosi, Vladimir Derevianko, Oriella Dorella. Premio Speciale 2009 a Roberto Bolle consegnato a Taormina, Sabrina Brazzo nel 2010.
E’ stata protagonista della cerimonia di apertura delle Paralimpiadi di Torino 2006.
Dal 2008 i suoi quadri sono in Mostra Permanente nella città di London Ontario, Canada.
Nel 2009 Simona ha danzato “Legami” coreografia Paolo Londi durante due tappe del “Roberto Bolle and friends” al Teatro Antico di Taormina e alla Fenice di Venezia.
Simona è invitata al Festival Internazionale della danza di Taiwan a Taipei e Tainan.
Nell’ottobre 2009 nasce lo spettacolo “Simona & friends” nel quale Simona danza con importanti danzatori internazionali, tra cui primi ballerini e solisti del Teatro alla Scala di Milano come Sabrina Brazzo, Mick Zeni, Maurizio Licitra, Antonella Albano, Marco Messina e Salvatore Perdichizzi.
Nel 2010 nasce il nuovo spettacolo di Simona “ME” presentato per la prima volta a Madrid, insieme a Mariacristina Paolini, Giusy Sprovieri e I ballerini della Scala Marco Messina e Salvatore Perdichizzi, Laura Caccialanza (solista) e Lara Montanaro.
Nel 2011 è uscito il suo primo libro: “Cosa ti manca per essere felice?” edito da Mondadori, dal quale nasce lo spettacolo di danza omonimo che vede la prima Mondiale l’8 Marzo al Teatro Cagnoni di Vigevano.
Il 17 Febbraio 2012, Simona ha aperto la quarta serata del Festival di Sanremo danzando una coreografi di Daniel Ezralow su musica dei Nirvana suanata da David Garrett.
Nel 2014 torna nelle librerie con il suo secondo libro, “Dopo di te”.
Quello stesso anno Simona danza in Sala Nervi in Vaticano per Papa Francesco, a cui dona un dipinto che lo ritrae.
Nasce il suo ultimo spettacolo “Una stanza viola”, in collaborazione con danzatori del Teatro alla Scala di Milano.
Attualmente è impegnata in numerosi appuntamenti mondiali, anche con mostre personali e collettive che raccolgono numerosi consensi da parte del pubblico e della critica.

Sito personale: www.simonarte.com
Amore” - Mostra personale di pittura di Simona Atzori
Dal 2 al 31 maggio 2016
Presso BIM, Banca Intermobiliare (in collaborazione con Galleria Alter Ego)
Contrada Sassello 10, Lugano
Orari: da lunedì a venerdì 8.30-17.30
INGRESSO LIBERO
Vernissage: GIOVEDI 12 MAGGIO, dalle 18:00 alle 20:00
Presentazione a cura di Emanuela Rindi

Per informazioni:
Galleria Alter Ego | contatti@alteregogallery.com | www.alteregogallery.com
Ufficio Stampa: Rindi Art | info@rindiart.it


SIMONA ATZORI è nata a Milano nel 1974, si è avvicinata alla pittura all'età di quattro anni come autodidatta e all’età’ di sei inizia a seguire corsi di danza classica. Nel 1983 entra a far parte dell'Associazione dei Pittori che Dipingono con la Bocca e con il Piede (V.D.M.F.K.). Dona a Papa Giovanni Paolo II il ritratto del Santo Padre.
Nel 2001 si laurea in “Visual Arts” presso la "Univesity of Western Ontario" in Canada. Partecipa a mostre collettive e personali in tutto il mondo: Italia, Cina, Canada, Portogallo, Svizzera, Spagna, Austria. Alla sua brillante carriera di pittrice si aggiungono numerosi successi nel campo della danza che permettono a Simona di portare avanti le sue due grandi passioni La pittura e La danza.
Ambasciatrice per la Danza nel Grande Giubileo del 2000 portando per la prima volta nella storia la danza in Chiesa con una coreografia ”Amen” di Paolo Londi, che è stata inserita nella Grande Enciclopedia Multimediale del Vaticano.
Un premio dell’arte ha preso il suo nome e dall’edizione 2002 del Pescara Dance Festival, Simona ha avuto l’onore di donare il premio “Atzori” a Luciana Savignano, Micha Van Hoecke, Caroline Carlson, Vladimir Vasiliev, Carla Fracci, Liliana Cosi, Vladimir Derevianko, Oriella Dorella. Premio Speciale 2009 a Roberto Bolle consegnato a Taormina, Sabrina Brazzo nel 2010.
E’ stata protagonista della cerimonia di apertura delle Paralimpiadi di Torino 2006.
Dal 2008 i suoi quadri sono in Mostra Permanente nella città di London Ontario, Canada.
Nel 2009 Simona ha danzato “Legami” coreografia Paolo Londi durante due tappe del “Roberto Bolle and friends” al Teatro Antico di Taormina e alla Fenice di Venezia.
Simona è invitata al Festival Internazionale della danza di Taiwan a Taipei e Tainan.
Nell’ottobre 2009 nasce lo spettacolo “Simona & friends” nel quale Simona danza con importanti danzatori internazionali, tra cui primi ballerini e solisti del Teatro alla Scala di Milano come Sabrina Brazzo, Mick Zeni, Maurizio Licitra, Antonella Albano, Marco Messina e Salvatore Perdichizzi.
Nel 2010 nasce il nuovo spettacolo di Simona “ME” presentato per la prima volta a Madrid, insieme a Mariacristina Paolini, Giusy Sprovieri e I ballerini della Scala Marco Messina e Salvatore Perdichizzi, Laura Caccialanza (solista) e Lara Montanaro.
Nel 2011 è uscito il suo primo libro: “Cosa ti manca per essere felice?” edito da Mondadori, dal quale nasce lo spettacolo di danza omonimo che vede la prima Mondiale l’8 Marzo al Teatro Cagnoni di Vigevano.
Il 17 Febbraio 2012, Simona ha aperto la quarta serata del Festival di Sanremo danzando una coreografi di Daniel Ezralow su musica dei Nirvana suanata da David Garrett.
Nel 2014 torna nelle librerie con il suo secondo libro, “Dopo di te”.
Quello stesso anno Simona danza in Sala Nervi in Vaticano per Papa Francesco, a cui dona un dipinto che lo ritrae.
Nasce il suo ultimo spettacolo “Una stanza viola”, in collaborazione con danzatori del Teatro alla Scala di Milano.
Attualmente è impegnata in numerosi appuntamenti mondiali, anche con mostre personali e collettive che raccolgono numerosi consensi da parte del pubblico e della critica.

Sito personale: www.simonarte.com

domenica 17 aprile 2016

Estasi mistica e pienezza creativa. Omaggio a Santa Teresa d’Ávila.

Roma, Tempietto del Bramante - Dal 22 aprile al 31 maggio 2016 - Mostra promossa da: Università degli Studi Roma Tre, Ufficio Culturale dell’Ambasciata di Spagna in Italia, Reale Accademia di Spagna a Roma. A cura di: Mario Panizza e Otello Lottini 

Un evento d’arte e spiritualità nel complesso rinascimentale del Tempietto del Bramante, presso San Pietro in Montorio a Roma

Questa mostra costituisce un evento unico, perché, in via del tutto eccezionale, l’Ufficio Culturale dell’Ambasciata di Spagna in Italia e la Reale Accademia di Spagna a Roma hanno consentito a un grande artista italiano, Omar Galliani, di presentare, all’interno dello straordinario scenario espositivo nel Tempietto del Bramante (adiacente all’Accademia di Spagna a Roma) la mostra - evento "Estasi mistica e pienezza creativa. Omaggio a Santa Teresa d’Ávila".

La mostra è stata ideata e realizzata con il contributo scientifico e culturale dell’Università Roma Tre e, in particolare con l’apporto del Rettore-architetto, Mario Panizza e di Otello Lottini, docente e Curatore della “Collezione d’Arte Contemporanea” dello stesso Ateneo.

Lo straordinario privilegio conseguito ha consentito a Omar Galliani di confrontarsi con due figure geniali dell’architettura e dell’ esperienza religiosa rinascimentale: Santa Teresa d’Ávila, sublime mistica spagnola di cui ricorre il quinto centenario della nascita, e il Tempietto del Bramante al Gianicolo, uno dei luoghi simbolo della Cristianità e di Roma, nonché capolavoro architettonico, divenuto subito modello del tempio cristiano rinascimentale, all’origine degli analoghi edifici religiosi dell’epoca in tutta l’Europa.

Galliani si è fatto affascinare da questo confronto ravvicinato e potente. E lo ha affrontato partendo da un focus di grande fascino: l’immagine romantica dell’artista che crea le sue opere, che esprime la sua pienezza creativa, solo quando riesce a raggiungere uno stato di sublimazione di se, di trance si direbbe oggi, molto simile all’estasi mistica. E non a caso questa mostra assume il titolo di “Estasi mistica e pienezza creativa”.

L’artista nel ricreare l’esperienza mistica e spirituale della Santa, si è mosso su una dinamica interpretativa, in cui la coscienza creativa di oggi ingloba nel suo segno i valori spirituali e morali, espressi da Santa Teresa. Avendo ben presenti anche i valori simbolici e storico - formali dello spazio, che ospita le opere.

I quattro lavori che ha creato per questa sua istallazione site specific offrono una concentrazione di segni (tutti appartenenti al repertorio formale di Galliani), realizzata con raffinata depurazione della materia. A voler esprimere una profonda e complessa lettura dell’evento mistico di Santa Teresa e del contesto spaziale, che si precisa come dinamica spirituale, tensione emozionale e finezza artistica.

Per questo confronto, Galliani ha scelto di operare su materiali diversi (tavola, marmo, legno dorato) e diversificati, dal punto di vista formale e strutturale (quadri e sculture).
I quadri sono tre: uno frontale, ai piedi dell’altare, e due laterali (tutti autoportanti, per rispetto del luogo), realizzati in punta di matita su tavola: sono disegni, realizzati con la tecnica originale messa a punto da Galliani, all’inizio degli anni Novanta del secolo scorso e che costituisce un vero e proprio idioletto linguistico, cioè un segno lampante e riconoscibile della sua creatività.
Anche il lavoro di scultura (presente da sempre nelle realizzazioni di Galliani, seppure praticato in modo più discontinuo), viene però usato (come in questo caso), in funzione dell’arricchimento significante, formale e ideale, dell’idea progettuale.

L’immagine della Santa si incontra nelle tavole laterali, ed è colta nell’istante dell’abbandono mistico, mentre la tavola centrale, che raffigura un mazzo di rose, è collocata ai piedi dell’altare. E’ come una offerta e un dono mistico dell’artista all’immagine di San Pietro, che sovrasta l’altare, e si collega anche simbolicamente, attraverso sottili relais di materiali e di tecnica artistica, all’immagine di Santa Teresa. 

La freccia mistica, in legno dorato, che fuoriesce dal foro, in corrispondenza del luogo della crocifissione dell’Apostolo, proietta la sua ombra sulla Santa, realizzando un ulteriore collegamento tra Santa Teresa e San Pietro, tra testo e contesto, verrebbe da dire.
Infine, anche le due piume di angelica purezza, in marmo di Carrara, collocate ai piedi delle due immagini della Santa, realizzano un significativo contrasto semantico tra la terra e il cielo, tra la leggerezza dell’angelo (enunciata in forma metonimica) e la pesantezza della materia terrena (la pietra, il marmo). 

Per l’artista e per i promotori, l’obiettivo della mostra è quello “di presentare al pubblico italiano l’esperienza religiosa e culturale della grande mistica spagnola del XVI secolo, nella convinzione che, nel contesto di globalizzazione e di crisi economica attuale, la sua esperienza mistico - religiosa (ben relazionata anche con una frenetica attività pratica e con una straordinaria e “descuidada” scrittura) costituisca ancora una significativa risorsa culturale ed emozionale”. 

Informazioni e prenotazioni: 

Ufficio Stampa:
Università degli studi Roma Tre 
Ufficio Culturale dell’Ambasciata di Spagna in Italia 
Reale Accademia di Spagna a Roma 

In collaborazione con:
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo – Padova tel. (+39) 049.663499
gestione1@studioesseci.net (Stefania Bertelli).

sabato 16 aprile 2016

Severini e Boccioni: due destini incrociati

A 100 anni dalla scomparsa di Boccioni e a 50 da quella di Severini due grandi mostre celebrano il loro indiscusso talento: Boccioni . Genio e memoria al Palazzo Reale di Milano, dal 23 marzo fino al 10 luglio, e Severini. L'emozione e la regola alla Fondazione Magnani Rocca fino al 3 luglio, da visitare entrambe per ricostruire un'epoca artistica straordinaria e scoprire due grandi protagonisti dell'Arte italiana del Novecento.

«Filosofi ed esteti possono dare definizioni eleganti e profonde di arte e bellezza, ma per il pittore sono tutti riassunti in questa frase: per creare un’armonia»

La mostra in corso alla Fondazione Magnani Rocca SEVERINI L’emozione e la regola, a cura di Daniela Fonti e Stefano Roffi, vuole far conoscere al pubblico l’intera attività del pittore di Cortona attraverso i temi portanti del sua personalissima esperienza artistico: il Ritratto/la Maschera, la Danza, la Grande decorazione, la Natura morta, il Paesaggio e infine il Libro d’artista.

Un percorso nello spazio e nel tempo bruciato con la rapidità di un vero futurista. Scopri la mostra


Umberto Boccioni, indiscusso protagonista dell’Avanguardia italiana, raccontato attraverso i suoi dipinti più celebri (provenienti da importanti istituzioni museali e collezioni private di tutto il mondo), le sue sculture più importanti, bozzetti preparatori, libri, riviste, fotografie d’epoca , documenti inediti riemersi solo di recente e un’ eccezionale selezione di 60 disegni di Boccioni provenienti dal Castello Sforzesco di Milano, per un totale di 280 opere in mostra.

UMBERTO BOCCIONI (1882-1916): genio e memoria è a Palazzo Reale (Milano) dal 23 marzo fino al 10 luglio. 

SEVERINI. L'emozione e la regola.
19 marzo — 3 luglio 2016 


Fondazione Magnani Rocca, Mamiano di Traversetolo – Parma.
Mostra e catalogo a cura di Daniela Fonti e Stefano Roffi.
Editore del catalogo: Silvana Editoriale
www.magnanirocca.it
Corso Galileo Ferraris, 30 – Torino

venerdì 15 aprile 2016

Leonardo Nobili – Metafisica della memoria

Al Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro, sabato 23 aprile alle 18.30 si inaugura la mostra LEONARDO NOBILI – Metafisica della memoria, organizzata dal Comune di Pesaro - Assessorato alla Bellezza e Sistema Museo.  

Declinata in un metaforico “viaggio della memoria”, fino all’8 maggio l’esposizione presenta le opere più recenti dell’artista pesarese Leonardo Nobili orientato ad attualizzare, in senso etico ed estetico, un modello formale che accoglie emozione e tecnologia.

Con la sua lunga ed eclettica carriera, iniziata negli anni Settanta, Nobili si inserisce all’interno dell’orizzonte post-novecentesco e nell’attualità, incentrando la sua ricerca artistica sull’identità collettiva dell’uomo, sempre più contaminato da un cambiamento ambientale frenetico, generatore di conflitti interiori.

Il viaggio inizia nel loggiato con una serie di grandi e medie composizioni che nascono come letture del ricordo: Libro di memorie, Scritture, Documenti segreti, Codice del tempo, sono solo alcuni emblematici esempi; opere polimateriche che conservano il passato documentando l’evento emotivo con la forza espressiva del linguaggio, sostenuto dall’astrazione delle forme-scultura e dal gesto pittorico di indubbia efficacia.

La memoria si fa ancora più profonda entrando nella Chiesa del Suffragio dove, accanto ad una installazione performativa sul tema della “crisalide” e della metamorfosi che prenderà vita durante l’evento inaugurale, si trovano assemblaggi di vecchie fotografie (primo medium tecnologico del ricordo) con personaggi che emergono dal passato, Personaggi del tempo, o collocati entro schedari, Misuratori del tempo, oltre a proiezioni video tra il reale e l’immaginario: Materiali, Pagina dopo Pagina, Il giardino dell’infanzia e l’inedito ultimo video L’identità ritrovata, dove appare protagonista un treno in corsa, simbolo del divenire inesorabile. 

Tra reti e rimandi di natura neo-metafisica attraverso il tempo, l’intero percorso manifesta il sogno di poter ritrovare il perduto “giardino d’infanzia” e annuncia la volontà di sfuggire alla futile e permanente “alienazione” dell’andirivieni quotidiano.

Già nei primi lavori - scrive Dino Del Vecchio - si vengono a sviluppare con una personale ricerca specificatamente plastica e formale le ben note astrazioni e minimalismi e con questa scelta refrattaria al contesto “ideologico”, ben caldo degli anni 70, si viene a configurare un itinerario multiplo di linguaggi, (…) osservando un distacco da tali contaminazioni, il lavoro di Nobili conquisterà un flusso più visionario; e la forza poetica che si sviluppa attraverso la metafisica dell’esistenza, si configura segno poderoso di un ideale “viaggio della memoria”.                                                                                                                                                     

Leonardo Nobili
Nasce a Montelabbate (PU) vive e lavora tra Pesaro e New York.
A partire dagli anni ’70 si è dedicato all’arte, esprimendosi inizialmente soprattutto con la pittura ad olio. Negli anni ‘80 ha frequentato la scuola d’incisione all’Accademia Raffaello di Urbino, diretta dal Prof. Carlo Ceci. Ha approfondito, in seguito, le sue ricerche sulla litografia, frequentando assiduamente il laboratorio di Walter Raffaelli.
Artista sperimentale, ha attinto visivamente ai luoghi della sua terra, intrecciando allo studio della natura, quello dei paesaggi più “underground” e delle atmosfere decadenti metropolitane dei reperti industriali.
Si esprime con diversi linguaggi artistici: dalla pittura alla scultura, dall’installazione alla fotografia, alla performance, fino al video d’arte.
Ha realizzato, inoltre, grandi opere scultoree, sia in Italia che all’estero.
Ha lavorato a Parigi, Monaco e soprattutto negli Stati Uniti a New York, con diversi fotografi e scultori, presso la Yonkers University. 
È stato invitato a tenere varie conferenze, mostre e video proiezioni presso diverse accademie d’arte, come l’Accademia di Brera a Milano, l’Accademia di Belle Arti di Bologna, l’Istituto d’Arte e Museo Mart di Rovereto, il Museo Magi 900 (Pieve di Cento-Bo), il Museo Michetti (Francavilla al Mare).
Il Comune di Montelabbate, nel 2009, ha dedicato all’artista concittadino uno spazio d’arte permanente dal nome “Spazio-Nobili Museum”. 


CENTRO ARTI VISIVE PESCHERIA - Corso XI settembre 184, Pesaro
LEONARDO NOBILI – Metafisica della memoria
Organizzata da Comune di Pesaro/Assessorato alla Bellezza e Sistema Museo
23 aprile – 8 maggio 2016
Inaugurazione > Sabato 23 aprile h 18.30
Orari > venerdì - domenica h 16-19
Ingresso libero con Card Pesaro Cult

INFO T 0721 387541pesaro@sistemamuseo.it
www.pesarocultura.it / www.pesaromusei.it

UFFICIO STAMPA
Alessandra Zanchi M 328 2128748
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giovedì 14 aprile 2016

La pienezza dell'assenza

Venerdì 15 aprile, alle ore 19, presso lo Studio Trisorio, in via Riviera di Chiaia 215 a Napoli, sarà inaugurata una mostra di Carlo Alfano dal titolo La pienezza dell'assenza, con opere di grandi dimensioni realizzate nel decennio 1980 -1990.

In tutta l'opera di Alfano è costante una tensione a interrogarsi, a porre domande sul significato della rappresentazione, del dipingere e, in senso più filosofico, dell'esistenza umana.

Nei suoi lavori la "temporalità" è intesa come autoriflessione della durata, come ricerca di uno spazio aperto dell'essere che divida il sé dall'altro.Questo tema è affrontato in particolare nei cicli Eco-Narciso, Eco-Discesa e Figure, di cui fanno parte le opere esposte in mostra .

In Eco-Narciso, l'artista isola la figura di Narciso e, prescindendo dall'edonistico autocompiacimento del mito, cerca di cogliere l'esatto momento in cui, rispecchiandosi, la figura si scinde e diviene altro da sé, perdendo i propri confini spazio-temporali.

La duplicità è infatti un concetto fondamentale nel lavoro di Alfano, come mostrano le figure spezzate di Eco-Discesa, il primo ciclo degli anni Ottanta. Qui il doppio non è mai inteso come somma, ma come condizione di ambiguità in cui giocano il reale e il suo riflesso. Tutto oscilla fra queste due dimensioni. L'eco è una voce che va oltre la sua sorgente d'origine ma che ha sempre bisogno di una fonte: così nel quadro le due parti staccate non possono agire autonomamente. Lo spazio nero ricorrente in queste opere dà forma visibile al concetto di profondità e sulla soglia insondabile compare la figura umana. La tela tagliata sembra indicare la frattura dell'individuo, poi ricomposta attraverso una fitta trama di fili.

La scissione e la perdita di centralità dell'individuo sono rimarcate anche nei lavori successivi del ciclo Figure, dove i corpi si sdoppiano specularmente, si dividono o sono spesso rappresentati di spalle nell'atto di varcare una metaforica soglia, fino a smaterializzarsi in spazi cromaticamente densi, grigi e blu saturi, che li avvolgono.

La mostra si potrà visitare fino al 3 giugno 2016.

Biografia
Carlo Alfano (1932/1990) è nato ed è vissuto a Napoli. Fin dalle sue prime opere ha esplorato la dimensione temporale della rappresentazione. Un'opera cruciale in tal senso è Archivio delle nominazioni 1969-74 in cui una cornice metallica diventa il luogo di una raffigurazione temporale, sonora e verbale insieme: un nastro magnetico fende lo spazio e scandisce i secondi, le parole e i silenzi dei diversi autoritratti.

Dalla metà degli anni Settanta, ispirato dalle opere di Caravaggio Vocazione di San Matteo e Narciso, Alfano ha dato vita a due cicli pittorici di cui fanno parte quadri come Dalla vocazione al giocatore (1977) e Eco (1976). Nel decennio 1980-90 la sua ricerca ha accentuato i toni intimistici ed esistenziali con lavori di profondo lirismo come Luce-grigio, presentata nel 1982 alla XL Biennale di Venezia, fino ad arrivare a una delle ultime opere, Camera n.1 (1987), poi donata al Museo Nazionale di Capodimonte. Nell'aprile del 2001 lo Studio Trisorio, in collaborazione con l'Archivio Alfano ha organizzato, negli spazi del Castel dell'Ovo di Napoli, la mostra Sulla Soglia esponendo opere provenienti da collezioni pubbliche e private italiane ed estere.

domenica 10 aprile 2016

Come una favola

"Una frase di un noto film italiano ispira un’esposizione di cui si dirà poco poiché poco, di fronte alla semplice complessità, c’è da dire. Una mostra che è uno spazio ideale in cui lasciarsi andare dove le opere d’arte, raccontano storie e, come in tutte le favole, tra un fondo di verità ed uno di magia, incantano tra colori, materie, tecniche, gestualità

Tutte opere concettuali, tutte creazioni materiche, apparentemente astruse, tanto intriganti da poter essere toccate per essere interpretate, comprese ed apprezzate. Un’insegna alla materia piuttosto che ai gesti, poiché con la pittura materica contemporanea si è quasi vicini alla scultura e ci si allontana lentamente dalla pittura: pronte per essere toccate e calpestate tutte le opere in mostra si presentano agli osservatori con semplicità, solo apparente. Alessandra Bisi, Azzurra Casamassima, Luca De Gaetani, Rachele Palumbo sono i protagonisti che si avvalgono della materia, senza plasmarla, per creare opere avvincenti, curiose ed insolite. 

Alessandra Bisi è un’artista matura che utilizza il colore con sapienza avvalendosi, anche di ogni genere di oggetto per creare con sorpresa. In mostra ci sono due capisaldi della sua produzione, una tavola a muro che racchiude ricordi familiari ed una tela distesa a terra pronta per essere calpestata dagli osservatori. Intrappolati tra chiodi e fili su una tavola recuperata al mare ci sono i ricordi e le sensazioni della Bisi, consumata, sgretolata ma solida al centro la tavola è pronta a mostrare come possa usurarsu, come è naturale che sia, deturparsi nei trasporti, ma non spezzarsi. Poi c’è una tappeto di materiali e colori che sono una sezione di una grande giungla creata già tempo fa e che non poteva mancare in una mostra che è esplorazione oltre che creazione. Alessandra Bisi è poliedrica e sensibile ed è proprio la sua praticità e grandezza artistica che le consente una sorprendente versatilità, le sue opere non vanno descritte, non possono essere dettagliate, devono solo essere studiate dal vivo perché in esse c’è un infinito spazio di colori e materia in cui ognuna ha un senso. 

Luca De Gaetani crea delle trame estetiche, corpose e spesse in cui intrappola il colore con un garbo sorprendente. Come si può essere leggeri quanto tanta, troppa materia, vive sulle opere? De Gaetani riesce a farlo con il colore, con la semplicità del bianco e la perfetta esile calibrazione degli altri toni, sparsi o ravvicinati sul supporto, che creano macchie in cui la materia si solleva lasciando che il colore, leggero, si insinui. Sopraelevazioni, rigonfiamenti, crepe sono parte di un tutto avvincente e stimolante che porta al tatto piuttosto che all’osservazione. Artista che pare meditativo nella creazione, piuttosto che impulsivo, lascia che le sue opere possano essere toccate percependone i grumi e le crepe poiché il diretto contatto consente di comprendere quanta magia possa celarsi in ogni creazione. 

Azzurra Casamassima utilizza una materia leggera come le garze che si impregnano di colore per consentire alle opere di librarsi. Nessuna opera d’arte potrebbe volare eppure le opere della Casamassima sono piccole farfalle che aleggiano, anima di ricordi sofferenti, tracce di presenze intime che si pregnano, si colorano e si elevano. La materia utilizzata dall’artista non è corposa, invasiva o strabordante ed in questo risiede la sua originalità poiché lei riesce ad essere composta e calibrata identificando il posto giusto dove apporre le sue garze, immergendole nel colore che è poi la grandezza suprema della sua arte. Attenta, puntigliosa ed ancora timida con la pittura riesce a creare piccoli dipinti, raffinati e soavi, poiché nonostante lo spessore affidato alle opere non c’è mai pesantezza in ogni resa finale, ma eleganza e grazia. 

Rachele Palumbo esplode con i toni oscuri, gli unici di tutta la mostra, completando ogni opera con una materia che diviene unica con il supporto. Opere particolari in cui la corposità è spesso posta al centro, fulcro nevralgico del fondo cromatico su cui inevitabilmente si concentra l’attenzione dell’osservatore. Ricercate e studiate appaiono le opere in cui il dripping contorna e si sovrappone creando uno spessore tonale che le rende alternative ed inconsuete. " - Comunicato stampa

[Questa è una storia semplice, eppure non è facile raccontarla, come in una favola c'è dolore, e come una favola, è piena di meraviglia e di felicità. ]
La vita è bella, film italiano del 1997, regia di Roberto Benigni.

Come una favola
CENTRO CULTURALE ZEROUNO
Barletta (BAT) - dall'undici al 25 aprile 2016
Via Indipendenza 1 (76121)
+39 0883521891
arte@zero-uno.org
www.zero-uno.org

venerdì 8 aprile 2016

Da’at, I numeri della creazione - Tobia Ravà a Palazzo Ducale di Sabbioneta

Il Palazzo Ducale di Sabbioneta (Mantova) ospita, dal 17 aprile al 29 maggio 2016, “Da’at, I numeri della creazione”, mostra personale di Tobia Ravà, a cura di Maria Luisa Trevisan e Mario Romanini
Promossa dal Comune di Sabbioneta e da Viaggiare nell’Oglio Po, in collaborazione con PaRDeS, Laboratorio di Ricerca D’Arte Contemporanea, con il patrocinio della Provincia di Mantova, l’esposizione sarà inaugurata domenica 17 aprile, alle ore 11.00, presso il Teatro all’Antica di Sabbioneta.
«La mostra – spiega Maria Luisa Trevisan – fa esplicito riferimento all’albero sefirotico, composto dalla sfere che si possono visualizzare come degli ascensori che portano all’elevazione dell’essere umano. L’albero sefirotico è una delle immagini più complesse ed affascinanti della “Kabbalah”, che significa, tradizione, “ciò che abbiamo ricevuto”. L’esposizione prende il nome dalla “Sephirah Da’at”, conoscenza, che nasce dall’unione di “Chokmah” (sapienza) e “Binah” (intelligenza), sopra le quali sta “Keter”, corona, l’emanazione superiore. Insieme formano le emanazioni intellettuali più elevate, che danno agli esseri umani la possibilità di essere “appena al di sotto degli angeli”. Di solito si dice che l’albero sia composto di dieci sfere non considerando “Da’at”, che è l’undicesima, forse perché non è posta sull’Albero della vita, ma rimane nascosta, invisibile, situata dietro le quinte, ma – come sostiene Roy Doliner – ogni cabalista è sempre consapevole della sua esistenza, poiché essa è “l’impulso di accumulare e conservare il sapere per noi stessi, il nostro futuro e quello dei nostri figli e di tutta l’umanità”. “Da’at” è la soglia per accedere alle sfere più alte. In “Da’at” c’è il segreto sia della generazione sia della rigenerazione, la chiave della manifestazione di tutte le cose tramite la differenziazione nelle coppie di opposti e la loro unione».
Il titolo dell’esposizione è stato scelto in piena sintonia con la storica città di Sabbioneta, la seconda in provincia per importanza dal punto di vista storico-artistico, dopo Mantova, eletta quest’anno Capitale della Cultura, ed entrambe ricche di fascino, arte e storia, tanto da essere inserite nella World Heritage List dell’Unesco nel 2008. Sabbioneta, capitale dell’omonimo staterello, fu la dimora della famiglia regnante e il fulcro dell’organizzazione politica, amministrativa e cortigiana del ducato.
Anche le opere esposte si pongono in dialogo con il territorio, come i pioppeti caratteristici della Pianura Padana, con la cittadina, costruita in base ai principi umanistici della città ideale rinascimentale, ma anche con il contenitore della mostra, il Palazzo Ducale (1559-1578, primo significativo edificio fatto realizzare da Vespasiano Gonzaga, 1531-1591, figlio di Rodomonte e di Isabella Colonna, educato a Fondi dalla famosa zia Giulia Gonzaga), la sua storia e le opere delle collezioni permanenti in esposizione nelle sale.
In mostra, opere recenti tridimensionali, pittoriche e specchianti che trattano soggetti architettonici, animali e vegetali. L’allestimento comprende, inoltre, alcuni boschi recenti specchianti e sculture in bronzo, sempre supportati da un percorso numerico legato alla “ghematria” ed alle leggi naturali.
La ricerca di Tobia Ravà non si deve intendere affatto come riduzione del mistico al misterico, all’esoterico, ma come visualizzazione di una profonda consapevolezza che la mistica è, secondo la definizione di Platone, e nel suo senso originario e autentico, ricerca della saggezza – “esercizio di vita ed esercizio di morte”, “l'universale della ragione, ovvero ciò che è propriamente umano”.
Dopo aver sperimentato molti percorsi creativi inerenti al rapporto arte e scienza, dal 1998 l’artista ha avviato una ricerca rivolta alle correnti mistiche dell’ebraismo: dalla “Kabbalah” al chassidismo, proponendo un nuovo approccio simbolico attraverso le infinite possibilità combinatorie dei numeri. La logica letterale e matematica, che sottende le opere di Ravà, è intesa come codice genetico e raccoglie elementi sia filosofici sia linguistici che vanno a costituire una sorta di magma pittorico, fatto di lettere e numeri che si cristallizzano sulla superficie “grandangolata” di vedute di canali e boschi. L’artista sviluppa un percorso simbolico a rebus, costruito su piani di lettura diversi attraverso la “ghematria” (“gimatreya”), criterio di permutazione delle lettere in numeri in uso fin dall’antichità nell’alfabeto ebraico, secondo cui ad ogni lettera corrisponde un numero, così ogni successione alfabetica può considerarsi una somma aritmetica.
La personale sarà visitabile fino al 29 maggio 2016, da martedì a venerdì ore 9.30-13.00 e 14.30-18.30, sabato e festivi 9.30-13.00 e 14.30-19.00, chiuso lunedì. Catalogo Grafiche Turato Edizioni, Rubano (PD), 2016, a cura di Maria Luisa Trevisan.
Per informazioni: Comune di Sabbioneta, Ufficio Eventi Culturali (tel. 0375 52599, www.comune.sabbioneta.mn.it, a.ghizzardi@comune.sabbioneta.mn.it).

Nell’ambito della mostra, in data 21 maggio 2016, presso il Teatro all’Antica di Sabbioneta, si terrà “L’inghiottitoio”, dramma corale di Davide Antonio Pio, con la partecipazione di Tobia Ravà. Il protagonista dello spettacolo è Gionata Berni, personaggio ispirato al Giobbe biblico, eroe della pazienza, della fiducia e della conoscenza, della simbologia dei sogni.

Tobia Ravà (Padova, 1959) lavora a Venezia e a Mirano. Ha frequentato la Scuola Internazionale di Grafica di Venezia ed Urbino. Si è laureato in Semiologia delle Arti all’Università di Bologna, dove è stato allievo di Umberto Eco, Renato Barilli, Omar Calabrese e Flavio Caroli. Ha iniziato a dipingere nel 1971 ed espone dal 1977 in mostre personali e collettive in Italia, Belgio, Croazia, Francia, Germania, Spagna, Brasile, Argentina, Cina, Israele, Giappone, Stati Uniti. È presente in collezioni sia private che pubbliche, in Europa, Stati Uniti, America Latina e in Estremo Oriente. Dal 1988 si occupa di iconografia ebraica. Nel 1993 è il promotore del gruppo Triplani che, partendo dalla semiologia biplanare, prende il nome dall’ipotesi di un terzo livello percettivo derivato dall’aura simbolica, accanto a quelli del significato e del significante. Nel 1998 è tra i soci fondatori di Concerto d’Arte Contemporanea, associazione culturale che si propone di riunire artisti con le stesse affinità per riqualificare l’uomo ponendolo in sintonia con l’ambiente e rendere l’arte contemporanea conscia dei suoi rapporti con la storia e la storia dell’arte, anche interagendo espositivamente con parchi, ville, edifici storici e piazze di città d’arte. Dal 1999 ha avviato un ciclo di conferenze, invitato da università e istituti superiori d’arte, sulla sua attività nel contesto della cultura ebraica, della logica matematica e dell’arte contemporanea. Hanno scritto di lui, fra gli altri, Flavio Caroli, Caterina Limentani Virdis, Omar Calabrese, Piergiorgio Odifreddi, Giorgio Pressburger, Nadine Shenkar, Arturo Schwarz e Francesco Poli. Nel 2004 con Maria Luisa Trevisan ha dato vita a PaRDeS, Laboratorio di Ricerca d’Arte Contemporanea a Mirano (VE) dove artisti di generazioni e culture diverse si confrontano su temi naturalistici e scientifici. In occasione delle olimpiadi di Pechino 2008 è tra gli artisti esposti all’Olympic Fine Arts. Nel 2010 un suo lavoro viene donato al Papa Benedetto XVI dal rabbino capo della Comunità E-braica di Roma ed esce il film corto di Sirio Luginbül “Elena in PaRDeS”, dedicato al lavoro di Tobia Ravà. Nel 2011 è invitato ad esporre al Padiglione Italia alla 54ª Biennale di Venezia. Nel 2012 nel Principato di Monaco si è tenuta l’esposizione “Venezia-Venezia, da Francesco Guardi a Tobia Ravà”. La Compagnie Financière Edmond de Rothschild dedica a Tobia Ravà nel 2013, la prima mostra nella nuova location di Milano. Nel 2014 il Comune di Padova dedica a Tobia Ravà una grande mostra, poi allestita anche a Tel Aviv e a Roma. 
Per approfondimenti: www.artepardes.org, artepardes@gmail.com, www.tobiarava.com.






Scheda tecnica:
Tobia Ravà, Da’at, I numeri della creazione
A cura di Maria Luisa Trevisan e Mario Romanini
17 aprile – 29 maggio 2016
Palazzo Ducale – Piazza Ducale, Sabbioneta (MN)
Inaugurazione: domenica 17 aprile, ore 11.00, Teatro all’Antica
Orari: da martedì a venerdì 9.30-13.00 e 14.30-18.30, sabato e festivi 9.30-13.00 e 14.30-19.00, chiuso lunedì.
Catalogo Grafiche Turato Edizioni, Rubano (PD), 2016, a cura di Maria Luisa Trevisan

Per informazioni:
Comune di Sabbioneta, Ufficio Eventi Culturali
Tel. 0375 52599
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Tobia Ravà
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