Blog di servizio gratuito per la comunicazione in Arte

giovedì 30 maggio 2019

I Fortuny. Una storia di famiglia



Nella splendida cornice di Palazzo Fortuny a Venezia, è visitabile fino al 23 novembre la mostra "I Fortuny. Una storia di famiglia" nell'ambito della quarta edizione di MUVE Contemporaneo, il programma espositivo presentato dalla Fondazione Musei Civici di Venezia.



Nel 70° anniversario della morte di Mariano Fortuny y Madrazo, Palazzo Fortuny rende omaggio al poliedrico artista spagnolo evidenziando l’importanza del contesto familiare nella sua formazione artistica. Per la prima volta una mostra sarà dedicata a padre e figlio: Mariano Fortuny y Marsal (1838-1874) e Mariano Fortuny y Madrazo (1871-1949).
Il progetto espositivo si propone di indagare con maggiore attenzione due temi che li accomunano: da un lato la pratica della pittura, saldamente inserita nella tradizione europea degli antichi maestri, dall’altro la passione collezionistica intesa come occasione di studio e rielaborazione artistica.
Archivio Fotografico Palazzo Fortuny © Marcello Venturini

È un’attitudine, quest’ultima, che già Marcel Proust aveva sottolineato in Fortuny figlio. Secondo lo scrittore francese, è proprio riportando a nuova vita i disegni del passato che si rivela la sua potenza di artista: tale risultato fu possibile grazie a una affinata sensibilità che veniva dal contesto famigliare, e da un peculiare modo di raccogliere, studiare e rielaborare i reperti giunti da altri tempi e altre culture. Mariano Fortuny y Marsal aveva coltivato la propria passione per l’antiquariato circondandosi di tessuti antichi, vetri, vasellame, armi dei secoli passati, statue, mobili, tappeti, con i quali decorava il proprio atelier e dai quali prendeva spunto per inserirli nei propri quadri, spesso trasformati o reinterpretati.
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Mariano Fortuny y Madrazo, Lo studio del pittore a Palazzo Pesaro degli Orfei, s.d.
Tempera su legno, 119 × 132,5 cm, Venezia, Museo Fortuny | © Archivio fotografico Fondazione Musei Civici di Venezia/Claudio Franzini

Molti di questi oggetti, oltre a numerose opere da lui dipinte, rimasero in famiglia dopo la sua morte prematura. Altri furono venduti ma la moglie Cecilia conservò fotografie, schizzi, studi o tele nelle quali erano ritratti: un nucleo importante della collezione dunque rimase in famiglia e fu conservata prima a Palazzo Martinengo e infine a Palazzo Pesaro Orfei, attuale sede del Museo Fortuny. Dopo la morte del figlio solo una piccola parte dei reperti rimase però a Venezia: parti della collezione furono donate a diversi musei europei per volontà di Mariano e della moglie Henriette e si trovano attualmente a Barcellona, Castres, Londra, Madrid e Parigi. La mostra ambisce a ricomporre in parte questa collezione così significativa non solo per le sue valenze artistiche e culturali, ma anche famigliari e affettive, riportando nei suggestivi spazi di Palazzo Fortuny alcuni degli oggetti e delle opere che componevano la raccolta.
Ecco allora che dal Museo Ermitage di San Pietroburgo arriva un vaso di maiolica ispano-moresca con decorazioni in lustro metallico a riflessi dorati unico per dimensioni, qualità artistica, integrità: il Vaso del Salar, conosciuto anche come Vaso Fortuny, alto 117 cm e dotato di una base in bronzo zoomorfa disegnata dallo stesso Fortuny Marsal. Pezzo importantissimo della sua collezione, fu venduto all’asta parigina immediatamente dopo la morte per una somma astronomica. È la prima volta che il vaso viene eccezionalmente concesso in prestito dal museo russo.
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Archivio Fotografico Palazzo Fortuny © Marcello Venturini
Archivio Fotografico Palazzo Fortuny © Marcello Venturini
Dal Museo del Prado arriva, tra le altre opere, uno dei dipinti più significativi tra quelli di Fortuny Marsal: “I figli del pittore nel salone giapponese”, magnifico olio su tela nel quale si vede il piccolo Mariano giocare con un tessuto decorato a motivi orientaleggianti. Ci sono naturalmente alcuni dei dipinti “orientalisti” per cui Fortuny padre era famoso e per i quali i collezionisti dell’epoca spendevano cifre folli. Ad esempio, “Arabo davanti a un tappeto” (olio su tela, National Collection of Qatar); “Incantatori di serpenti” (olio su tavola, Museo Puskin, Mosca); “Un marocchino” (acquerello, Museo del Prado, Madrid).
In mostra anche una ampia selezione di abiti, che fecero conoscere al mondo il nome di Mariano Fortuny Madrazo: innanzitutto il Delphos, mantelli e cappe in velluto di seta, scialli Knossos in leggerissima garza, provenienti da collezioni pubbliche e private, dall’Italia e dall’estero. E inoltre tessuti antichi, scudi, pugnali e armature preziosamente decorate, incisioni, acquerelli e disegni, modellini per scenografie, fotografie, strumenti da lavoro, per ricreare l’atmosfera di intensa creazione che animava il palazzo. Di questo ammaliante universo alcuni aspetti rivelano una continuità di temi tra padre e figlio. Oltre a quelli già menzionati: l’attenzione alla luce e alle sue infinite metamorfosi, la fascinazione per la rappresentazione delle nuvole, lo studio mai interrotto del passato, l’orientalismo, i viaggi. La genialità di Fortuny Madrazo lo portò ad allargare gli orizzonti, interpretando in modo personale l’ideale wagneriano di opera d’arte totale che tanto lo aveva affascinato in gioventù. Se nella pittura la tecnica e la felice mano del padre rimangono insuperate, è nella versatilità di applicazione del proprio ingegno che il figlio rivela i propri numerosi talenti.
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Mariano Fortuny y Marsal, I figli del pittore nel salotto giapponese, 1874
Olio su tela, 44 × 93 cm
Madrid, Museo Nacional del Prado © Photographic Archive, Museo Nacional del Prado, Madrid
Combinando arte e scienza, arte e tecnologia, egli spazia dai campi della pittura e scultura alla fotografia, alla grafica, alla decorazione di interni, all’abbigliamento, alla scenografia, all’illuminotecnica; producendo tessuti, abiti, colori a tempera, brevettando invenzioni tecnologiche, creando una florida attività imprenditoriale… dando vita, insomma, a quel insieme sfaccettato ma coerente che è il marchio “Mariano Fortuny Venise”.
La mostra sarà documentata da un corposo catalogo in doppia edizione (italiano e inglese), con saggi scritti da specialisti e studiosi internazionali: la ricerca del padre è inquadrata nel contesto della pittura europea del tempo da Javier Barón (curatore della recente grande retrospettiva ospitata dal Museo del Prado: Fortuny 1838-1874), mentre il professor Giandomenico Romanelli tratteggia brillantemente un profilo della sfaccettata figura del figlio. Inoltre sono presenti scritti di Paolo Bolpagni, Ilaria Caloi, Emiliano Cano Díaz, Doretta Davanzo Poli, Daniela Ferretti, Claudio Franzini, Silvio Fuso, Sophie Grossiord, Ana Gutiérrez Márquez, Marzia Maino, Sergio Polano, Chiara Squarcina, Axel Vervoordt, Rosa Vives e Cecilia Zanin.

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Scudi, faretre e frecce africane dalla collezione Fortuny
Venezia, Museo Fortuny © Archivio fotografico Fondazione Musei Civici di Venezia/Paolo Utimpergher

Ufficio stampa MUVE Per ulteriori informazioni e immagini:

Fondazione Musei Civici di Venezia 
Valentina Avon | press@fmcvenezia.it | T +39 041 2405257 | M +39 348 2331098 

ddl studioPh. +39 02 89052365 | E-mail: pressmuve@ddlstudio.net
Alessandra de Antonellis | alessandra.deantonellis@ddlstudio.net | M +39 339 3637388
Mara Linda Degiovanni | maralinda.degiovanni@ddlstudio.net | M +39 3496224812
Ilaria Bolognesi | ilaria.bolognesi@ddlstudio.net | M +39 339 1287840

mercoledì 29 maggio 2019

DUE APPUNTAMENTI ALLA FONDAZIONE PINO PASCALI

Inaugura il 7 giugno 2019 alle ore 19 YOU’RE WELCOME. Il progetto raccoglie la serie di lavori che l’artista LIUBA ha dedicato, a partire dal 2013, alla crisi dei rifugiati. 
Presso gli spazi della Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare, saranno per la prima volta esposti insieme video, installazioni foto e performance partecipative che affrontano, con uno sguardo poetico e ironico, allo stesso tempo, una delle più gravi crisi umanitarie del nostro tempo in una mostra a cura di Giusy Petruzzelli. L’organizzazione è di Nicola Zito e Susanna Torres della Fondazione Pino Pascali. L’esposizione si avvale dell’assistenza di Aurora Avvantaggiato e Raffaele Vitto.

La mostra personale YOU’RE WELCOME, oltre a raccogliere una serie di video, installazioni e documenti di LIUBA, presenta anche due performance partecipative site-specific (YOU’RE OUT! e Welcome Here) che saranno riproposte a Polignano in collaborazione con gli enti locali che si occupano della prima accoglienza, dopo un percorso di avvicinamento e conoscenza con l’artista e il suo progetto. La performance YOU’RE OUT si avvale del contributo live di Antonio Carone (chitarra) e di Carmine De Marco (tamburello).
Per la Fondazione Pino Pascali, LIUBA propone un allestimento site specific dei video Refugee Welcome (2013-2015), per la prima volta presentato nella sua completezza come installazione, e una proiezione ambientale del video YOU’RE OUT! (2014-2016), primi nuclei concettuali della serie dedicata alla recente crisi umanitaria, e realizzati a Berlino coinvolgendo i rifugiati della tendopoli allestita in Orianienplatz – nel quartiere centrale di Kreuzberg – centro di accesi dibattiti e proteste. Saranno inoltre in mostra opere della serie With no time (2015-on going) – una riflessione sulla traversata via mare compiuta da tantissimi per raggiungere l’Europa – e una serie di materiali documentativi del processo di ricerca e collaborazione che ha portato alla realizzazione delle performance partecipative, come, ad esempio, le lettere scritte dall’artista ai richiedenti asilo coinvolti nel lavoro o la pubblicazione a tiratura illimitata Refugees videos, composta da poster di documentazione e chiavetta usb contente i video YOU’RE OUT! e Refugee Welcome.
Parte integrante del lavoro che LIUBA presenta per la mostra YOU’RE WELCOME è il collegamento con il territorio e le realtà locali, in una dimensione collaborativa: in occasione dell’opening (7 giugno 2019)  le performance Welcome Here e YOU’RE OUT! saranno presentate in una versione site specific realizzata coinvolgendo i rifugiati presenti nel territorio di Polignano, grazie al coordinamento delle istituzioni e degli enti che si occupano di accoglienza nel territorio pugliese, gli SPRAR di Polignano a Mare e Bari.
 

NUOVE ACQUISIZIONI PER LA FONDAZIONE PINO PASCALI

7 giugno 2019, ore 19
Il “Progetto per Balena” disegno originale di Pino Pascali sarà concesso dall’artista e collezionista Lino Sivilli in comodato d’uso per cinque anni. Il progetto autografato da Pascali in data 18 ottobre 1966 rappresenta le fasi dettagliate di realizzazione di un grande cetaceo con la tecnica della tela centinata utilizzata da Pascali per il ciclo delle finte sculture.

In questa occasione, inoltre, l’imprenditore Andrea Rizzi donerà al Museo l’opera Macchina selezionatrice di raggi solari antropomorfa di Lino Sivilli legata alla ricerca che l’artista  conduce sulla luce solare sin  dagli anni ’80.La scultura sarà posizionata sul terrazzo della Fondazione e muterà secondo un naturale processo temporale, afferma il suo autore  “la ruggine è viva e, mentre la scultura al Sole misura il Tempo, a sua volta viene misurata dal Tempo”.

Info
Orari: Martedì-Domenica: 10.00-13.00 / 16.00-21.00. Chiuso il lunedì
La biglietteria chiude mezz’ora prima del museo
Biglietto 5 € / Ridotto 2.50 €
Ingresso gratuito ogni prima domenica del mese

La Fondazione Pino Pascali è punto Fai – Delegazione Bari
Amici del Museo Pascali: Carrieri Design, Ognissole.

FONDAZIONE MUSEO PINO PASCALI
VIA PARCO DEL LAURO 119 - 70044 POLIGNANO A MARE (BA) - PH.: 
+39 080 4249534
www.museopinopascali.it
Press: Santa Nastro press@museopinopascali.it +393928928522
https://www.facebook.com/FondazionePinoPascali/
Instagram @fondazionepinopascali
#WeAreinPuglia #PugliaEvents
 
#Pascali50

 

martedì 28 maggio 2019

Ascoltare Bellezza : VogliAMO tutto di NANNI BALESTRINI

Si apre  venerdì 21 giugno alle ore 18 il secondo e nuovo  capitolo di “Ascoltare Bellezza” 2019.  Durante questa particolare giornata presso la Sala del Mosaico della Biblioteca Classense verrà presentato l'intervento artistico di Nanni Balestrini, una grande tela di cm 500x400 accompagnata da una serie di piccole opere sempre realizzate   a collage e visibile al 20 agosto 2019. 

Nanni Balestrini, nato a Milano nel 1935, scrittore, poeta, artista visivo, fin dagli anni Sessanta è stato al centro dei cambiamenti culturali nazionali:  tra gli animatori della stagione della neoavanguardia;  ha fatto parte dei poeti "Novissimi" e  "Gruppo 63" accanto ad Umberto Eco, Angelo Guglielmi, Renato Barilli, Alberto Arbasino, Amelia Rosselli, Furio Colombo, Giorgio Manganelli,  Edoardo Sanguineti ed altri ancora.  Molti e autorevoli  i suoi compagni di strada  anche nell’esperienza di “Alfabeta”, giornale che ha animato  insieme ad  Umberto Eco, Gillo Dorfles, Edoardo Sanguineti e ad  Achille Bonito Oliva. 

Nel contempo, l'artista ha maturato una straordinaria  attività nel campo delle arti visive con moltissime  occasioni espositive che l’hanno visto coinvolto: a Documenta Kassel, a Palazzo Grassi a Venezia, al Mart di Rovereto, al Macro di Roma,  senza dimenticare la presenza del 1993 alla Biennale di Venezia.  Del resto come dichiarò Balestrini nel 2017 : “Ho l’abitudine di vedere i livelli verbale e visivo come una cosa sola... Ho iniziato la mia attività artistica scrivendo poesie, ma sono sempre stato interessato alle trasformazioni delle arti di avanguardia...” 

La mostra ravennate,  riprende volutamente il titolo del libro cult di Nanni Balestrini  del 1969 “VogliAMO tutto” a tutt’oggi, il libro più riuscito per dare voce letteraria a quel grande movimento socio-culturale che è stato il sessantotto. 
La stessa forza innovativa, comunicativa ed emotiva viene trasmessa nelle opere visive di Nanni Balestrini: cascate di parole, immagini e pensieri, visibili  fino al 3 settembre 2019 nella  Sala del Mosaico della biblioteca ravennate, un appuntamento programmato da  molto tempo e che l'artista amava in maniera particolare  per il contatto con la città, la prestigiosa cornice espositiva e  l'attenzione al percorso identificato  verso  l'arte contemporanea. 

Questa particolare giornata  di  “Ascoltare Bellezza”prevista il  21 giugno si terrà, anche per volonta' degli amici e delle persone a lui più vicine e sarà  occasione di un ricordo affettuoso e partecipe dell' artista  scomparso lo scorso 19 maggio, con  la lettura di alcune tra le sue poesie più significative da parte di Franco Costantini e la testimonianza di Davide Di Maggio e Manuela Gandini, amici e collaboratori di Balestrini. 

La  mostra è visibile fino al 22 luglio con orari 10-18 per i giorni feriali e 14-18 domenica e lunedì. Per il mese di agosto invece, orari: 9-14- con  chiusura di  domenica e dal 15 al 31 e 14-18. Per i primi giorni di settembre,orari  14-18. Ingresso Libero.


La scelta della data di  venerdì 21 giugno  per inaugurare questo  momento d'arte è legata solstizio d'estate, che avviene proprio in questa esatta giornata.  Questo fenomeno,  inteso come  momento di raccoglimento,  si apre   con un   omaggio alla natura attraverso l'arte ogni giorno  dell'inizio della stagione.   Per questo, in ogni solstizio od equinozio,  nella  Sala del Mosaico della Biblioteca Classense (il cui pavimento è una meravigliosa opera musiva del V secolo d.c  ) viene presentato in parete  un apposito intervento artistico. In quest'anno 2019, per la seconda volta, quattro artisti contemporanei, quattro importanti pittori  italiani, salutano  l'arrivo delle stagioni con una grande opera per questo  spazio : Daniele Galliano   lo scorso 20 Marzo; Nanni Balestrini venerdì 21 giugno; Arnold Mario Dall'O' Domenica 22 Settembre e Nicola Samorì  Sabato 21 Dicembre. 


ASCOLTARE BELLEZZA  è un progetto promosso dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Ravenna / Istituzione Biblioteca Classense in collaborazione con Ravenna Festival e Fondazione Mudima .  
Sala del mosaico_Biblioteca Classense  
Via Baccarini, 1-3  Ravenna;   Telefono.  Tel. 0544 482116  



venerdì 24 maggio 2019

The Volcano and Poetics Tattoo.

A otto anni dalla grande retrospettiva tenutasi al PAC Open Obscura, curata da Demetrio Paparoni e Gianni MercurioTony Oursler torna a Milano con una mostra alla Dep Art Gallery dal titolo The Volcano and Poetics Tattoo.

Ancora una volta curata da Paparoni, l'esposizione presenta fino al 1° giugno 2019 i lavori più recenti dell'artista statunitense che, mai soddisfatto delle tradizionali modalità di produzione e presentazione dell'immagine in movimento, adotta, per questa mostra, tre differenti approcci: il video in 3D Le Volcan (2015-2016), l'installazione in realtà virtuale Spacemen R My Friended (2016), la video installazione Lapsed C con lo schermo foto-luminescente di Poetics Tattoo (1977-2017).

Le opere presentate nello spazio milanese sono pensate per sperimentare gli effetti disorientanti che la tecnologia ha sull'uomo, come spesso accade nei suoi lavori. Il pubblico, grazie all'aiuto di appositi visori 3D, è chiamato a immergersi nelle ambientazioni e tra i personaggi virtuali e stranianti creati dall'artista. La galleria, in un suggestivo allestimento al buio costellato dalle proiezioni, sarà dunque "abitata" da persone e luoghi virtuali e tridimensionali.

"Nei lavori esposti alla Dep Art - scrive Demetrio Paparoni in catalogo - Tony Oursler prosegue la sua ricerca sul rapporto tra psiche e tecnologia, indagando la necessità dell'essere umano di dare risposte a eventi percepiti come misteriosi. Evidenzia così come gli uomini non si accontentino mai delle sole spiegazioni scientifiche, manifestando una forte attrazione per tutto quello che non riescono a spiegarsi".

Una delle opere in mostra, Le Volcan, in 3D, si riferisce al tentativo fatto dal comandante Louis Dárget, uno pseudoscienziato degli inizi del Novecento, di impressionare la lastra con la sola forza del pensiero.

L'ampia rievocazione delle scene si basa sull'interpretazione della ricerca da parte dell'artista e viene presentata con l'effettiva immagine fotografica prodotta in quel giorno da Darget.

Il video Spacemen R My Friended presenta invece il progenitore della fotografia UFO George Adamski e altri personaggi accomunati dall'interesse per le fotografie di UFO durante la Guerra Fredda, che testimoniano il sovrapporsi nell'immaginario umano di mondi extraterrestri e mondo ultraterreno, inteso in senso spirituale. Con questi come con gli altri suoi lavori, Oursler riconduce la sua arte al complesso universo che scaturisce dalla dimensione spirituale, sfociando in più casi in credenze, desideri, sogni e ossessioni patologiche.

Infine, Lapsed C rappresenta una rielaborazione di foto e video raccolti e registrati da Oursler e Mike Kelley negli anni in cui componevano il gruppo rock sperimentale "Poetics". Il film è proiettato su uno schermo appositamente trattato che si illumina al buio enfatizzando la qualità gotica del fenomeno della persistenza della visione e ritrae l'inesausta ricerca della band per ritrovare il posto in cui si era tenuta la sfrenatissima festa per l'esibizione finale dei Poetics, incontrando i fantasmi del punk e della psichedelia. Si tratta, in buona parte, di girato ancora inedito, recuperato dall'archivio della band, e mai mostrato in pubblico nemmeno in precedenti collaborazioni dei due artisti.
Tony Oursler (New York, 1957; vive e lavora a New York) è noto per le sue innovative integrazioni tra video, scultura e performance. Figura pionieristica nell'ambito dei nuovi mezzi di comunicazione a partire dagli anni Settanta, esplora sin da allora modi diversi per incorporare la tecnica del video nella propria pratica artistica, portando il video fuori dalla bidimensionalità dello schermo per creare, tramite le proiezioni, ambienti tridimensionali in movimento.

Con l'evolversi della tecnologia e nell'avvento della realtà virtuale, l'artista trova un linguaggio ideale col quale esprimersi producendo stimolanti installazioni che, con immagini e suoni dissonanti, intendono confondere e disarmare lo spettatore.

Correda la mostra un volume bilingue (italiano-inglese) realizzato da Dep Art, a cura di Demetrio Paparoni e Antonio Addamiano, contenente un testo del curatore, testi e storyboard dell'artista, riproduzione delle opere esposte, vedute dell'allestimento in galleria e apparati bio-bibliografici aggiornati.


Scheda della mostra
Titolo
Tony Oursler. The Volcano and Poetics Tattoo
A cura di
Demetrio Paparoni
Sede
Dep Art Gallery, Via Comelico 40, 20135 Milano
Date
6 aprile - 1° giugno 2019
Orari
da martedì a sabato ore 10.30 - 19; chiuso domenica e lunedì.
Ingresso
libero
Info al pubblico
Dep Art Gallery | tel. +39 0236535620 | art@depart.it | www.depart.it
Catalogo
a cura di Demetrio Paparoni e Antonio Addamiano, con testo di Demetrio Paparoni

Ufficio stampaNORA comunicazione
Tel. +39 339 89 59 372 - info@noracomunicazione.it - www.noracomunicazione.it




lunedì 20 maggio 2019

Dentro quella mordente nostalgia...Ricordando Alda Merini

A Milano, Alda Merini c’era. Girava per il suo quartiere con la sigaretta in bocca, immersa nel suo mondo di poesia. Così la ricordano i tanti che hanno avuto modo di frequentarla, a casa sua, sui Navigli, o in alcune delle sue tappe cittadine, da un editore o a un reading di poesie.

Un posto dove la si incontrava spesso, per esempio, era negli uffici di Vanni Scheiwiller, seduta nell’anticamera a commentare la vita che passava da qualche stanza. E a scrivere poesie, tante poesie, di quelle che proprio Scheiwiller le aveva pubblicato per primo, negli anni ’50, prima del manicomio.
Oppure la si trovava con Alberto Casiraghi, il mitico Pulcino di Osnago, che con lei aveva fatto libretti a centinaia, tutti allegri, come solo lui sa fare e che la frequentava poco all’epoca, troppo occupato in cose d’azienda; ma la sua amicizia con Scheiwiller (che è stato anche il suo primo editore) e Casiraghi fa sì che è come se l’avesse conosciuta da vicino anche lui.

E così, quando Simone Bandirali, gli ha proposto di omaggiarla nei dieci anni dalla morte, non ha avuto il minimo dubbio. Tanto più che l’idea era davvero particolare: portare a Milano una ventina di ritratti di Luciano Perolini, sconosciuto pittore cremasco che nel tempo l’ha ritratta tante volta senza conoscerla. Una dedizione così particolare da meritare sicuramente una mostra in autonomia.

E quindi eccoci qua, a celebrare la poetessa più nota del nostro Novecento riguardando le sue fattezze riprese con una precisione che mette persino i brividi - dove gli sfondi monocromatici fanno da ideale controcampo a una poesia che non ha mai smesso di accompagnarci.

Ma poi la vita di una donna di lettere si celebra a parole. E quindi, a coronamento della mostra, ecco due iniziative di parola: il 14 giugno alle 19 con Alberto Casiraghi - editore di Pulcinoelefante e “responsabile” dell’incontro tra la poetessa e Simone Bandirali - e il 19 giugno alle 19 con l’attrice Irene Grazioli che reciterà alcuni suoi versi.

Alberto Casiraghi racconterà al pubblico la componente più umana e personale della poetessa. Come Pulcinoelefante ha infatti pubblicato quasi 800 delle sue poesie; ma la loro amicizia non si esauriva davanti alla macchina tipografica anzi, entrambi erano più a loro agio davanti a un bel risotto fumante per chiacchierare in libertà.

Il 19 giugno invece Irene Grazioli leggerà una selezione di poesie. Chissà che ascoltando le sue parole e guardando i quadri esposti, il pubblico non riesca ad attenuare un po’ di quella mordente nostalgia che accompagna chi l’ha conosciuta da quando se n’è andata.


Kasa dei Libri
Largo De Benedetti, 4 20124 Milano
02.66989018 - mostre@lakasadeilibri.it

“...DENTRO QUELLA MORDENTE NOSTALGIA...”
Venti ritratti di Alda Merini del pittore Luciano
Perolini
A cura di Simone Bandirali
Inaugurazione 12 giugno 2019 ore 18
Dal 13 al 20 giugno 2019


Segnalato da : Maria Chiara Salvanelli




domenica 19 maggio 2019

Giornata dedicata alla figura dello storico e critico d’arte Enrico Crispolti

Il Dipartimento di Storia dell’Arte dell’ Università La Sapienza di Roma promuove insieme all’Archivio Crispolti Arte Contemporanea una giornata dedicata alla figura dello storico e critico d’arte Enrico Crispolti (Roma 1933- 2018), teorico della disciplina, conservatore di documenti e libri, fondatore dell’omonima Biblioteca Archivio in Roma, nonché docente che, attraverso la Scuola di specializzazione dell’Università di Siena, ha formato generazioni di studiosi.

Enrico Crispolti, nel 2005,  alla Galleria Naviglio Modern
Art, fotografato da Ignazio Gadaleta nella sua opera
ambiente 
Celesti magnetici (al cielo di Milano)Courtesy Archivio Crispolti Arte Contemporanea, Roma.
La giornata, a cura di Ilaria Schiaffini e Claudio Zambianchi, ospita interventi di artisti, storici dell’arte, curatori, direttori di museo e d’archivio, galleristi, editori d’arte, sociologi, giornalisti, ex studenti, per lo più attivi nel capoluogo, che riferiranno di un momento importante di lavoro condiviso con Crispolti, analizzandone le reciproche ricadute professionali ed umane.

L’incontro intende analizzare il metodo con cui, in più di sessant’anni di impegno “militante”, Crispolti abbia aggiornato la conoscenza dei linguaggi artistici contemporanei e dei nuovi media, inquadrando le ragioni del fare dell’artista nel contesto culturale di riferimento. Basti pensare, al lavoro svolto, tra gli altri, con Lucio Fontana, Francesco Somaini, Mauro Staccioli, Enrico Baj, Emilio Scanavino e Bepi Romagnoni.

Fra i massimi esperti di Futurismo, Informale, Nuova Figurazione, Pop Art, Arte ambientale, e di artisti di diverse tendenze come, ad esempio, lo stesso Lucio Fontana e Renato Guttuso, Mattia Moreni, Sergio Vacchi e Valeriano Trubbiani, dalla seconda metà degli anni Cinquanta, Crispolti dà vita ad uno dei più vasti archivi privati italiani come centro di documentazione del contemporaneo che gli ha permesso di allestire grandi progetti editoriali come i Nuovi Archivi del Futurismo (promosso da La Quadriennale di Roma ed edito da De Luca), o il monumentale L’Informale. Storia e poetica, edito da Beniamino Carucci, Assisi-Roma, avviato nel 1971 e dal 2018 in parte ripubblicato da De Luca.

Aprirà i lavori, un breve documentario che raccoglie alcune riflessioni di Enrico Crispolti sul ruolo dello storico e del critico d’arte. Il filmato è tratto da un più ampio documentario Arte a Critica, ideato da Angelo Casciello e realizzato da Gennaro Visciano nello studio di Via di Ripetta 132, a Roma, in occasione dei suoi ottant’anni, dando così inizio al Progetto 80.

L’iniziativa romana, segue la prima giornata tenutasi il 4 aprile 2019 all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, curata da Luisa Somaini con la collaborazione di Ignazio Gadaleta e Livia Crispolti. Nell’intenzione dell’Archivio Crispolti, la giornata romana sarà seguita da analoghe giornate: in autunno, a Siena, presso il Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali dell’Univer- sità degli Studi di Siena, a cura di Massimo Bignardi e Luca Quattrocchi; a Firenze a Le Murate Progetti Arte Contemporanea, a cura di Valentina Gensini; e a Baronissi, presso il Frac (Museo Fondo Regionale d’Arte Contemporanea) in provincia di Salerno, città in cui Crispolti ha lavorato e insegnato, a cura di Massimo Bignardi.

I cinque appuntamenti, nel loro complesso intendono costituire un primo approfondito bilancio della multiforme attività dello studioso Enrico Crispolti e della sua eclettica personalità, componendo un mosaico di voci attraverso gli interventi di coloro che con lo studioso hanno collaborato e si sono formati.


Relatori della giornata di Roma
Gino Agnese, Simona Antonacci, Gloria Argelés, Sandro Balla, Gianfranco Baruchello, Simone Battiato, Carlo Alberto Bucci, Irene Biolchini, Luca Bochicchio, Ciriaco Campus, Sauro Cardinali, Fabio Carapezza Guttuso, Anna Casalino, Angelo Casciello, Mario Ceroli, Anna Cestelli Guidi, Eva Coen, Iolanda Nigro Covre, Marisa Dalai Emiliani, Luigi De Luca, Michele De Luca, Gabriella De Marco, Giorgio Di Genova, Iole Di Sarro, Maria Dompé, Carmine Donzelli, Massimo Duranti, Barbara Drudi, Raffaele Gavarro, Guglielmo Gigliotti, Daniela Fonti, Laura Iamurri, Ovidio Jacorossi, Peter Kammerer, Filippo Lapadula, Luisa Laureati Briganti, Bruno Liberatore, Silvia Loddo, Luigia Lonardelli, Teodosio Magnoni, Cristiana Perrella, Antonio Petrone, Augusto Pieroni, Federica Pirani Lucia Presilla, Orietta Rossi Pinelli, Ilaria Schiaffini, Carlotta Sylos Calò, Franco Summa, Claudio Zambianchi.


ENRICO CRISPOLTI
testimonianze di un'esperienza condivisa
ROMA

Giornata dedicata alla figura dello storico e critico d’arte

27 maggio 2019
Università La Sapienza - Dipartimento di Storia dell’Arte
Aula Adolfo Venturi
piazzale Aldo Moro 5, Roma

orari: 10.00-13.00 / 14.00-18.00
ingresso libero



giovedì 16 maggio 2019

Naked Moon alla Copernico Gallery

Dal 5 giugno al 13 settembre Copernico presenta, nella sua Gallery di via Lunigiana e in occasione della Milano Photo Week, “NAKED MOON”, la mostra personale del fotografo Pietro Lucerni a cura di Pier Paolo Pitacco, con protagonista Virna Toppi, prima ballerina del Teatro alla Scala di Milano.

L’iniziativa fa parte di “Art Journey”, il progetto culturale sviluppato da Copernico – la rete di luoghi di lavoro e servizi dedicati allo smart working – che esplora interconnessioni e assonanze tra il mondo dell’arte, del business e del lavoro.

Femminilità, sensualità, fascino, mistero e raffinato erotismo sono solo le prime sensazioni che gli scatti del fotografo Pietro Lucerni esprimono in questa inedita mostra. La grazia e l’eleganza di Virna Toppi, prima ballerina del Teatro alla Scala di Milano, sullo sfondo di una luna piena e magnetica sono gli ingredienti perfetti per un’esplosione di energia pura, femmina, che lo sguardo sapiente e attento dell’artista ha saputo cogliere e realizzare.
“Quando Pier Paolo Pitacco mi ha chiamato per propormi questo progetto artistico me ne sono subito innamorato. Una serie di fotografie sul tema della luna: ho istintivamente pensato alla femminilità. La luna è femmina, è bella, discreta, potente. Emana una forza che influenza la natura, le maree, la vita. La luna è elegante e luminosa, è allegra e leggera; emana una luce morbida fatta di ombre. Ha un fascino che ha ispirato letteratura, poesia, musica e arte. E ha affascinato me. L’associazione con una figura femminile è stata istintiva." - ha dichiarato l'artista Pietro Lucerni. - "Ho pensato alla danza, ho pensato a una donna che balla, al chiaro di luna. L’ho immaginata nuda perché solo quando si è nudi si entra davvero in contatto con ciò che ci circonda, con ciò che ci avvolge. Ho pensato alla danza, che insieme alla fotografia è una mia grande passione. C’è un legame tra le due: la danza è l’arte del movimento che diventa poesia. La danza è equilibrio e armonia ma anche potenza e trasgressione. La fotografia, a volte, è capace di catturarne l’emozione in un tempo infinito. Ecco che la danza e la fotografia si uniscono per formare (e fermare) emozioni in un istante infinito."

In questa occasione verrà presentato GHOST BOOK nr. 5, nuovo progetto editoriale e multidisciplinare sulla fotografia d’autore italiana che presenta storie inedite dai contenuti non comuni alternando grandi nomi della fotografia a giovani emergenti. Ideato e fondato da Giorgio Racca e Pier Paolo Pitacco, è un progetto di alta qualità che si presenta con la freschezza di una rivista di classe e i contenuti di un libro autoriale dedicato ad un pubblico amante della fotografia d’autore.
Ideato e curato da Giorgia Sarti – fondatrice di diverse Gallerie d’arte tra cui Whitelight Art Gallery, nata proprio tra le mura di Copernico Milano Centrale – “Art Journey” è un percorso che si sviluppa nell’organizzazione di mostre, eventi e iniziative culturali che contaminano tutti gli spazi di Copernico e accompagnano ogni momento vissuto dalla sua community e non solo. Un riconoscimento del ruolo dell’arte e della creatività che va oltre le logiche note, verso una collisione tra due differenti linguaggi che genera una nuova dimensione, in cui l’impresa e il mondo del lavoro si arricchiscono di nuovi contenuti e di un moto creativo che porta innovazione e idee avveniristiche. Arte come prezioso valore aggiunto al vivere quotidiano, che permette di approcciare temi trasversali ed eterogenei tra loro, creando un dialogo multidisciplinare a sostegno della crescita delle persone e delle imprese.

Copernico amplia così gli orizzonti dell’esperienza lavorativa quotidiana aprendo i suoi spazi all’arte e alla cultura, offrendo l’opportunità di stimolare e attivare abilità che rendono il lavoratore più appassionato e innovativo. Allo stesso tempo, artisti e operatori dell’arte entrano in contatto diretto con il mondo dello smart working, all’interno di un’impresa aggregatrice di altre imprese e acceleratrice di innovazione, dialogando a stretto contatto con un pubblico aperto e in sintonia con i linguaggi propri dell’arte e della creatività.

CHI È COPERNICOCopernico è smart working: una rete di luoghi di lavoro, uffici arredati e servizi in grado di accelerare lo sviluppo di business e la crescita di freelance, professionisti, start-up e aziende grazie alla condivisione di risorse, conoscenza, alla contaminazione di idee e al networking. Copernico gestisce attualmente 12 edifici pari a 62.000 mq. Centinaia di aziende e una community di oltre 6.000 utenti quotidianamente utilizzano gli spazi di Copernico come sede di lavoro e luogo preferenziale per meeting e organizzazione di eventi.
website: www.coperni.co


“NAKED MOON” - COPERNICO MILANO CENTRALE
Copernico Gallery – via Lunigiana angolo via Copernico, Milano
05.06.19 – 13.09.2019
Ingresso su appuntamento: art@coperni.co
In collaborazione con UNIMAGINABLE Photography _ Post Production _ Art Print


INAUGURAZIONE:
Mercoledì 5 giugno h. 19.00 | Milano Photo Week
Ingresso libero su registrazione: