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martedì 17 febbraio 2015

Sanja Iveković e Franco Vaccari in The Opening alla galleria P420 di Bologna

Dopo quasi quarant’anni dall’ultima esposizione insieme, Franco Vaccari (Modena, 1936) e Sanja Iveković (Zagabria, 1949) si ritrovano nella mostra The Opening presso la galleria P420 di Bologna.
 L’inaugurazione - Venerdi 20 Febbraio dalle ore 18,30 alla presenza degli artisti - sarà precedutta alle ore 16,30 da una conferenza al MAMbo (Via Don Minzoni 14) tra Sanja Iveković e Franco Vaccari moderata da Marco Scotini.

L’importante lavorro di avanguardia di questi due artisti, entrambi già attivi negli anni Settanta, ha determinato il superamento del concetto di performance e lo sviluppo di una nuova definizione di happening, basata sul dialogo tra artista e pubblico, da questo momento anch’esso attivo, anzi fondamentale, nell’ideazione e nella realizzazione dell’opera. Il ruolo passivo del fruitore viene meno per lasciare spazio ad un totale coinvolgimento che “riattivi i processi della socialità e della relazione”.
Lo stesso Franco Vaccari scrive «L’opera si sviluppa in relazione al modo in cui lo spettatore/partecipante, improvvisamente emancipato dallo status di semplice osservatore, la recepisce e reagisce ad essa, contribuendo a determinarne forma e significato».

Lo spazio diventa quello della galleria, il tempo quello dell’inaugurazione della mostra, dell’opening appunto, in cui tutto si risolve, dalla creazione all’esposizione alla fruizione definitiva dell’opera.

Franco Vaccari, fin dagli inizi, attua un processo di emancipazione del singolo soggetto rispetto alla totalità. L’artista utilizza la fotografia non solo come elemento indice di una presenza, ma come strumento che permette il riconoscimento e la costruzione del singolo individuo nel tempo dello sviluppo dell’opera. Ed è proprio l’autore, eclissando la propria presenza per un momento, a permettere che essa si compia attraverso la presa di coscienza da parte dell’individuo della propria esistenza in un determinato luogo e in un preciso momento. Le Esposizioni in tempo reale di Vaccari non sono la messa in scena di un copione, in cui lo spettatore viene relegato ad un ruolo passivo, ma di un’azione in divenire la cui maggiore dimensione è, conseguentemente, quella ricettiva. Queste opere “in tempo reale”, ideate e realizzate dall’artista a partire dal 1969, non sono prevedibili e possono essere potenzialmnete infinite, caratterizzate dalla continua mutazione delle relazioni. 
In mostra Esposizione in tempo reale num.1, Maschere (1969), Esposizione in tempo reale num.5, Spazio privato in spazio pubblico (1973), Esposizione in tempo reale num.6, Il cieco elettronico (1973) e Esposizione in Tempo Reale num.7, Mito Istantaneo (1974).

Il coinvolgimento è anche alla base delle opere di Sanja Iveković, artista croata che ha sviluppato a partire dagli anni Settanta una pratica artistica pioneristica volta ad affrontare questioni riguardanti l’identità femminile e le politiche del potere e del consumismo alla base della collettività. Nelle diverse modalità, l’artista coinvolge lo spettatore attraverso varie forme di stimolazione, proponendo uno sviluppo dell’opera ancora una volta non determinabile a priori e che, in un tempo più o meno prolungato, determina una stretta relazione col pubblico il quale è coinvolto ad un livello intimo ed emozionale.
In mostra Inaugurazzione alla Tommaseo (1977) dove ai visitatori era richiesto un vero e proprio contatto fisico con l’artista, Inter nos (1978) in cui la relazione tra artista e spettatore era mediata dalla tecnologia di un dispositivo video, First Belgrade performance (1978) in cui l’artista accorcia le distanze col pubblico fino ad instaurare relazioni spontanee e autosostenentesi e Meeting Points (1978) in cui il significato della stessa azione cambia in funzione della sola presenza del pubblico coinvolto.

La mostra è stata realizzata in collaborazione con la galleria Espaivisor di Valencia.
Durante la mostra sarà pubblicato un catalogo a cura di Marco Scotini.


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