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giovedì 23 marzo 2023

Armonie di pietra. Il paesaggio delle Marche nelle sculture di Giuliano Giuliani

Dal 7 aprile al 28 giugno 2023, il Chiostro di Sant’Agostino ad Ascoli Piceno ospita Armonie di pietra. Il paesaggio delle Marche nelle sculture di Giuliano Giuliani, seconda tappa, dopo quella romana al Parco Archeologico del Colosseo, del percorso espositivo che dà spazio alle opere dell’artista Giuliano Giuliani. Sculture dalle linee morbide e fluttuanti, proprio come le colline marchigiane che ne ispirano le forme, realizzate in travertino, la bianca pietra calcarea che è anche il simbolo del territorio ascolano

 

La Regione Marche, il Comune di Ascoli Piceno, dal 7 aprile al 28 giugno 2023, presentano presso il Chiostro di Sant’Agostino ad Ascoli Piceno, Armonie di pietra. Il paesaggio delle Marche nelle sculture di Giuliano Giuliani, a cura di Carlo Bachetti Doria. Si tratta della seconda tappa, dopo quella romana al Parco Archeologico del Colosseo curata da Daniele Fortuna, di un percorso espositivo interamente dedicato alle sculture dell’artista ascolano Giuliano Giuliani.

Le opere di Giuliano Giuliani nascono e si plasmano nel travertino, una roccia sedimentaria calcarea indissolubilmente legata alla città di Ascoli Piceno: il travertino, infatti, costituisce l’essenza dei monti che abbracciano e proteggono la città, rivestendola come un’epidermide e stabilendone la fisionomia. Si tratta di una materia viva profondamente legata anche alla storia personale dello scultore: Giuliano Giuliani nasce infatti ad Ascoli Piceno e tutt’oggi opera là dove un tempo suo padre e suo zio diedero vita all’attività di famiglia, una cava a Colle San Marco, situata pochi chilometri sopra la città di Ascoli, che oggi si è trasformata in uno studio a cielo aperto, un luogo capace di raccontare in maniera diretta, oltre che il passato dell’artista, anche le origini delle sue opere.

Estraendola direttamente dal grembo delle Marche, l’artista lavora e trasforma la pietra in sculture dalle linee morbide e fluttuanti, traducendo in atto ciò che in realtà nella roccia è già in potenza. Il travertino, infatti, è definito dallo stesso Giuliani come una lavagna del tempo, forma e memoria del paesaggio. Le sculture di Giuliani rappresentano così veri e propri luoghi della sua terra: esprimono tratti formali e teorici che corrispondono al paesaggio – le dolci e sinuose colline marchigiane –, e alle caratteristiche immateriali della Regione, quell’interiorità che si esprime nel rigore del suo lavoro. Quello che ne viene fuori sono corpi pieni e compatti ma anche depressioni d’ombra che diventano parte integrante dell’espressività dell’opera: le armonie di pietra sono come rovine che l’artista - guidato dalla materia della sua terra e dal flusso del tempo - riporta alla luce ricercando le radici della civiltà e del nostro essere.

Alleggerendo il travertino per trarne lastre sottili come una lama” – scrive Stefano Papetti direttore dei Musei Civici di Ascoli Piceno – “Giuliani riesce a mettere in evidenza l’anima della pietra, come se nel blocco da lavorare a forza di muscoli sia già presente una forma che lo scultore ha il compito di liberare. [...] Come un antico anacoreta, Giuliani vive in un paesaggio lunare nel quale identifica la sua Tebaide, pronto a soffrire con gli altri e a farsi interprete attraverso le sue sculture dei dolori dell’umanità: le sue opere appaiono come preghiere rivolte al cielo e il suo pensiero, sospeso fra la terra e l’azzurro, aspira all’eternità”.

Presso il Chiostro di Sant’Agostino ad Ascoli saranno esposte, in particolare, le ultime opere, recentissime e inedite, ispirate all’archeologia romana e realizzate dallo scultore in occasione della mostra presso il Parco del Colosseo. Tra queste, si distinguono Condotta uno e Condotta due: l’ispirazione e il titolo delle sculture fanno riferimento alla loro parte, forma tubolare che ricorda la fistula aquaria, capolavoro dell’ingegneria idraulica romana che permetteva la realizzazione di complesse reti idriche sotterranee. Cogliendo lo spunto dalle antiche condotte, Giuliani le trasforma da rigide geometrie in sinuose forme organiche, integrando la naturalezza della rotondità all’incisività dei tagli geometrici. E ancora Oltre Q di Quadro, risultato di un imprevisto che rivela le fragilità del travertino ma che lo scultore utilizza a suo favore utilizzandola la partecipazione della materia alla creazione dell’opera stessa. Poi Smerillo - gioco di parole tra il nome di un borgo marchigiano e l’azione di levigatura o finitura dell’opera – in cui la solidità della pietra è controbilanciata dalla leggerezza della forma. In V Ranna, mutuando un termine dialettale che significa grande, il paesaggio dei Sibillini è protagonista, in particolare il suo suono, a cui l’artista dà forma armonizzando l’eco tra i monti con i suoni della natura e degli abitanti del luogo.

La caratteristica del mio lavoro è che si nutre di una diretta e personale manualità e di un fare per sottrazione dal blocco intero” - racconta Giuliano Giuliani - “l’uso del travertino, la più sacra tra le pietre, materiale arcaico e assoluto del mio lavoro, contribuisce a mantenere e inserire forme contemporanee in luoghi diversificati, sia in ambito archeologico sia in ambito urbano moderno. È un fare generato da una necessità di essenziale, un togliere il superfluo, “fare spazio” per lasciare il risultato: segno di definizione alla restante fragilità; senso di valore alla leggerezza; ovvero spiritualità”.

sabato 18 marzo 2023

Andriu Deplazes - Burning Green

Dal 19 marzo al 30 luglio 2023 presso la Collezione Maramotti si terrà la mostra personale del giovane artista Andriu Deplazes dal titolo Burning Green.

Andriu Deplazes, artista svizzero con base a Marsiglia, presenta la sua prima mostra personale in Italia presso la Pattern Room della Collezione. All’interno di un'articolazione dello spazio appositamente studiata per l'esposizione, Deplazes colloca un corpus di oltre trenta opere derivate da una indagine sulle relazioni familiari e sull’ambiente naturale e antropizzato. Il "verde che brucia" del titolo può essere un riferimento al paesaggio, alla crisi ambientale e allo sfruttamento del territorio, così come alla sfera militare o alle tracce di colori fluorescenti che connotano le sue opere. 



Maggiori informazioni sul sito della Collezione


Visita con ingresso libero negli orari di apertura della collezione permanente.

19 marzo - 30 luglio 2023

Giovedì e venerdì 14.30 – 18.30

Sabato e domenica 10.30 – 18.30


Chiuso: 25 aprile e 1° maggio


Collezione Maramotti

Via Fratelli Cervi 66, Reggio Emilia – Italy

Tel. +39 0522 382484

info@collezionemaramotti.org

www.collezionemaramotti.org

domenica 12 marzo 2023

Roberto Crotti - Rosa Mammola

Sabato 18 marzo 2023, alle 17,00, presso il Circolo degli Artisti in Pozzo Garitta, inaugura la bipersonale degli artisti Roberto Crotti e Rosa Mammola, con opere realizzate su tela, vetro, carta e ceramica. La mostra potrà essere visitata sino al 2 aprile p.v..

Roberto Crotti

"Un simbolismo essenziale dei segni attento all'estetica dell'assenza, cioè poche cose, che appaiono per suggerire storie, vicende, che non si vedono: è la pregevole poetica del mistero delle cose del mondo, celate dalla pura arte." - Giacomo L. Musso


 Rosa Mammola

"Il lavoro dell'artista si nutre di due grandi fonti di ispirazione: la natura e la spiritualità dell'uomo: l'acqua, il mare, il vento – elementi tipicamente rivieraschi – costituiscono una parte rilevante delle tematiche dell'opera della Mammola, nel tentativo “romantico” di catturarne l'essenza, nell'esigenza di trovare nella natura quelle conferme esistenziali che l'artista non trova nel vivere sociale. Le tematiche esistenziali trovano forma nelle strutture simboliche della sua opera: i fondali marini, allegorie oniriche di un inconscio irrequieto, impegnato in una ricerca inesausta di risposte; l'utilizzo di elementi tradizionalmente ricchi di suggestioni magico simboliche; la tessitura di trame sottili che evocano miti classici e primordiali.

La pluralità di questi temi viene poi sviluppata attraverso forme artistiche che richiamano le correnti d'avanguardia della produzione del nostro tempo. Dall'astrattismo geometrico al simbolismo, dal surrealismo allo spazialismo. Il tutto filtrato da una sensibilità vivissima e realizzato con tecniche originalissime, che sottolineano una piena padronanza dei mezzi espressivi e “linguistici” scelti dall'artista. D'altra parte la storia dell'arte ha dimostrato che le forme predilette da un artista, siano esse astratte o realistiche, non sono rilevanti per se stesse; ciò che importa è la loro risonanza interiore, la capacità di suscitare, nel fruitore dell'opera d'arte sensazioni e sentimenti emotivamente coinvolgenti. Le opere di Rosa Mammola possiedono questa capacità “magica”, perché, a loro volta, sono il frutto di un'interiorità davvero ricca e sincera." - Bruno Mozzone


Roberto Crotti - Rosa Mammola

Mostra bipersonale

Circolo degli Artisti 

Pozzo Garitta, 32  17012 Albissola Marina (SV) 

www.circoloartistialbisola.it

circ.artistialbisola@libero.it


Inaugurazione sabato 18 febbraio alle 17,00

Orario di apertura,

tutti i giorni, lunedì escluso dalle 16 alle 19



lunedì 6 marzo 2023

Dario Maglionico. FLOATING SPACE

La galleria Antonio Colombo Arte Contemporanea è lieta di presentare dal 7 marzo al 5 aprile 2023 la mostra 'FLOATING SPACE' di Dario Maglionico (Napoli, 1986) che coincide con la pubblicazione della monografia 'Dario Maglionico. Dove abita il tempo sospeso', dedicata ai dieci anni di attività pittorica dell’artista.

Dario Maglionico, Reificazione #83, 2023, olio su tela, 190 x 273

Il volume, promosso dalla VAF- Stiftung ed edito da Manfredi Edizioni, è parte della Collana Giovani artisti alla soglia del nuovo millennio e sarà presentato in occasione dell'inaugurazione della mostra martedì 7 marzo alle ore 18:00 negli spazi della Galleria, in via Solferino 44 a Milano. Interverranno Serena Redaelli, membro del Consiglio Artistico della VAF- Stiftung, Nicoletta Colombo, curatrice del volume, il Dott. Volker Feierabend, Fondatore della VAF- Stiftung e ideatore della collana, e l'artista Dario Maglionico.

L’opera di Maglionico si origina da un’estemporanea documentazione visiva di luoghi e situazioni che sono poi trasposti su tela con una pittura dettagliata e minuziosa. Le impressioni che l’artista ricava dall’osservazione degli ambienti a lui familiari, arricchiscono di particolari la composizione complessiva delle opere e dei diversi scenari. Le stanze che Maglionico rielabora su tela, non sono mai solamente un mero sfondo per le svariate azioni che vi hanno luogo, bensì portano le reminiscenze e sono testimoni di eventi che si svolgono in una temporalità non lineare.

Nel ciclo delle Reificazioni lo spazio arriva ad assumere una dimensione del tutto atemporale, ed è occupato fisicamente da corpi sospesi che coesistono simultaneamente in un passato e un presente che si confondono tra loro. L’intenzione di Maglionico, è quella di mettere in discussione l’infallibilità della percezione umana, dipingendo immagini sincroniche che aprono una serie di infinite possibilità in termini di punti di vista e interpretazione di una singola impressione.

L’interesse di Maglionico nei confronti del tema della percezione si evolve assieme alla sua pittura, giungendo alla creazione di uno spazio del ricordo che si fa sempre più complesso e stratificato. L’elaborazione di un modello 3D dell’appartamento che accoglie le tracce dei personaggi che lo abitano, permette una moltiplicazione e una sovrapposizione dei punti di vista, che si espandono oltre i confini della singola tela. Oltre lo spazio, anche il tempo - fissato in un attimo di sospensione - si dilata permeando le tele e riunendole entro un’unica narrazione. In questo nuovo ciclo di Reificazioni, Maglionico si interessa all’unicità dell’esperienza del singolo spettatore, data dalle associazioni e dalle percezioni individuali che pure hanno origine dalla una medesima storia visiva di cui Maglionico stesso ci mette a parte.

Il titolo FLOATING SPACE è un richiamo alla teoria che attribuisce allo spazio-tempo – il tessuto fondamentale che regge l’universo – le qualità di un liquido con una viscosità bassissima, cioè di un superfluido. Come afferma Ted Jacobson, professore emerito del Dipartimento di Fisica dell’Università del Maryland “l’acqua è fatta di unità discrete, singole molecole che interagiscono tra loro secondo le leggi della meccanica quantistica; ma l’acqua liquida appare un continuo, fluido, trasparente e rifrangente. [...] Queste sono tutte le proprietà emergenti che non possono essere trovate nelle singole molecole, anche se, in ultima analisi, derivano da esse.” Floating vuol dire galleggiante ma anche mobile, quindi dinamico, mutevole. Come un fluido, un liquido, che si adatta e prende la forma di chi l’osserva.


Nato a Napoli nel 1986, Dario Maglionico si laurea in Ingegneria Biomedica presso il Politecnico di Milano, dal 2014 vive e lavora a Milano, dedicandosi esclusivamente alla pittura. È stato finalista del Premio Bugatti-Segantini per la categoria Under-35 e della nona edizione del Premio Arte Laguna a Venezia.

Nel 2015 è stato finalista al Como Contemporary Contest. Nel 2016, Einaudi inserisce un dettaglio di Reificazione #9 sulla copertina di Scherzetto di Domenico Starnone, con cui collabora per la realizzazione di alcune illustrazioni presenti all’interno del libro. Sempre nello stesso anno vince il premio Hi Fructose x Ello Emerging Artist Showcase, e una menzione speciale al Premio Marchionni, MAGMMA Museum, Villacidro. Si è poi distinto tra i finalisti del Premio Fondazione VAF, per cui ha esposto le sue opere presso il Mart di Rovereto. Ha partecipato a mostre internazionali tra cui Pulse Miami Beach, Volta Basel e Urvanity Madrid.


Informazioni

Dario Maglionico. FLOATING SPACE

7 marzo - 5 aprile 2023

Inaugurazione: martedì 7 marzo, 17.30 - 20.30

Orari: martedì - venerdì, 10.00 / 13.00 e 15.00 / 19.00 - sabato 15.00 / 19.00


ANTONIO COLOMBO ARTE CONTEMPORANEA

Via Solferino 44 - 20121 Milano

T +39 02 29060171

info@colomboarte.com

www.colomboarte.com 

domenica 26 febbraio 2023

Premio LILT per la Fotografia Contemporanea

LILT Associazione metropolitana di Bologna (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) lancia la prima edizione del Premio LILT per la Fotografia Contemporanea per favorire, attraverso il dialogo tra Arte e Scienza, i temi della prevenzione e del vivere sano.

Il Premio è gratuito e aperto a tutti i fotografi residenti in Italia, professionisti ed emergenti, che alla data della propria iscrizione abbiano compiuto il diciottesimo anno di età. Il regolamento completo e la scheda di partecipazione sono scaricabili dal sito ufficiale di LILT, che dedica al concorso un'apposita sezione: www.legatumoribologna.it/premio-lilt-per-fotografia-contemporanea.

Il tema scelto per la prima edizione del Premio è Metamorfosi, un concetto ampio e trasversale, che affonda le proprie radici in epoca antica, nella mitologia, nella religione, nella filosofia e nel sapere. Molto spesso il concetto di metamorfosi si è ampliato sino a coincidere con un innato ed ancestrale senso di mistero ed indeterminatezza che accompagna l'umano vivere ed è per questo che LILT, nella sua quotidiana lotta contro i tumori, ha scelto di affidare alla fotografia e al suo linguaggio una nuova narrazione sul tema della metamorfosi, intesa come atto di trasformazione in positivo, visione in grado di rispondere ai cambiamenti che la vita pone in essere e reazione ad essi.

«L'intento - spiega il presidente di LILT Bologna Francesco Rivelli - è quello di costruire un corpus di opere fotografiche capaci di edificare frammenti di memoria futuribile, il cui vocabolario è ormai universale. Sarà interessante scoprire nuovi parallelismi tra Scienza, Arte e Psiche. Noi medici affidiamo agli strumenti fotografici un ruolo importantissimo nella ricerca e nella clinica chirurgica, questa volta affidiamo ai fotografi un nuovo modo di fare ricerca…».

Ad ogni partecipante è richiesto l'invio di un portfolio di minimo 8 e massimo 10 immagini, unitamente ad un breve curriculum vitae. I progetti saranno valutati da una Giuria composta da Shobha (presidente della giuria - fotografa, vincitrice di due World Press Photo), Benedetta Donato (curatrice e critica di fotografia, specializzata in mostre e progetti editoriali), Massimo Mattioli (giornalista, vicedirettore di ArtsLife, saggista, critico e curatore), Loretta Secchi (UniBo, curatore responsabile del Museo Anteros, Istituto Ciechi F. Cavazza, Bologna) ed Enrico Stefanelli (direttore artistico di Photolux Festival, Lucca). La commissione giudicatrice sarà supportata da Anna Rosati (visual artist, fotografa e graphic designer) e da Azzurra Immediato (storica dell'arte e curatrice, art editor per diverse testate), alle quali è affidata la direzione artistica del Premio, unitamente a Francesco Rivelli, medico oncologo e presidente LILT Bologna.

In palio, materiale fotografico, una crociera di 5 giorni, la pubblicazione sul volume fotografico LILT dedicato al Premio, abbonamenti annuali a Segno, la rivista più longeva d'Italia, media partner del concorso, e ingressi gratuiti a Photolux Festival 2024.

I nomi dei vincitori saranno annunciati sul sito web di LILT Bologna - www.legatumoribologna.it - nel mese di giugno. La premiazione si terrà con cerimonia ufficiale il 6 dicembre 2023 a Bologna, alla presenza della giuria, degli sponsor e del pubblico con la consegna dei premi, la proiezione dei progetti vincitori e la presentazione del volume editoriale dedicato al Premio. In tale occasione sarà comunicata anche la data della mostra dedicata al Premio LILT e ai suoi vincitori.

La prevenzione oncologica, oggi più che mai, necessita di nuove strade per raggiungere una audience sempre più ampia. L'apporto di nuove energie e di nuovi canali di riflessione e ricerca sono, pertanto, fondamentali per generare nuovi campi di azione e originare nuovi risultati. Con questo progetto, LILT Bologna chiede ai fotografi italiani di farsi portavoce di un messaggio importante, ovvero che prevenire è vivere, in un momento storico in cui la fotografia è divenuta una sorta di esperanto, compresa da tutti e diffusa in maniera trasversale tra le generazioni.

La segreteria organizzativa del concorso è disponibile all'indirizzo premiolilt@yahoo.com. Per informazioni e iscrizioni: www.legatumoribologna.it.

lunedì 20 febbraio 2023

Matteo Todaro - Argilla e Metallo

Dal 25/02 al 12/03/2023 il Circolo degli Artisti di Albissola Marina (SV) ospita la mostra personale "Argilla e Metallo" di Matteo Todaro.

"Approdato ancora bambino dalla natia Calabria al maggior centro  centro ligure dell'Arte Ceramica, quell'Albisola che negli anni '50 è stata il crogiolo della più varia, intensa e coinvolgente esperienza artistica internazionale, Matteo TODARO ha delineato e approfondito sotto la  guida dei Maestri Barile e Renzetti, la sua naturale inclinazione alla ceramica artistica, non trascurando il disegno, la pittura e la scultura.

Nei suoi acrilici su tela notiamo una grande libertà cromatica e segnica che si evidenzia in colori intensi, a volte squillanti, in masse che come in bolle di sapone soffiate si distaccano da terra, si liberano nel vuoto e vi galleggiano, muovendosi e deformandosi a seconda del punto di vista dell'osservatore.

I suoi lavori sono emblematici della ricerca di un equilibrio tra cromie e volumi e di uno stile che corre sullo spartiacque tra l'astratto e l'informale." - Marco Pennone

Matteo Todaro - Argilla e Metallo

Dal 25/02 al 12/03/2023

Inaugurazione: Sabato 25 alle ore 17.00


Circolo degli Artisti 

Pozzo Garitta, 32  17012 Albissola Marina (SV)

        

www.circoloartistialbisola.it

circ.artistialbisola@libero.it



Orario di apertura:

tutti i giorni, lunedì escluso dalle 16 alle 19

Sabato e domenica anche 10,00 - 12,30

lunedì 13 febbraio 2023

Corrado Veneziano nel Metaverso

L’arte invade il Metaverso con le opere di Corrado Veneziano: a distanza di dieci anni dalla sua prima personale, la mostra antologica “Corrado Veneziano nel Metaverso” inaugura mercoledì 15 febbraio in un inedito spazio, quello della Sky Art Gallery su Spatial, ambientata sul comprensorio del Cervino, sospesa nel cielo con un panorama mozzafiato a 360°. La curatela è di Francesca Barbi Marinetti, l'architettura della galleria è realizzata da Dario Buratti, aka Colpo Wexler, la direzione artistica è di Marina Bellini, aka Mexi Lane, anche regista del video che sarà distribuito prossimamente sui canali social.

LE OPERE IN MOSTRA – La mostra ripropone le opere più emblematiche della prima personale dell’artista, quella di Roma del 2013 (“L’anima dei non luoghi”), integrate con una selezione di quelle successive, presentate in gallerie e musei pubblici nazionali e internazionali: dai codici a barre ISBN agli alfabeti Morse che traducono testi filosofici e letterari, dai QR code che mimano i mosaici aztechi alle serialità vagamente warholiane. E ancora grafie moderne (cinesi, giapponesi, russe, indiane) e antichissime (l’aramaico, il sanscrito) che sacrificano il proprio significato per desemantizzarsi, diventando pura forma e astrazione.

Per la prima volta nel Metaverso, Veneziano non poteva che considerare questo ambiente altro e parallelo del percorso umano un contesto che lo attendeva, proprio in considerazione dei temi che permeano la sua ampia produzione artistica: un reiterato confronto, costante e differenziato, con l’immensa foresta di linguaggi che qualificano il passaggio dell’esistere – spiega la curatrice Francesca Barbi Marinetti - Poeticamente l’uomo abita la terra, scriveva Hölderlin, e Veneziano si dedica interamente allo studio e rappresentazione della complessa struttura linguistica, simbolica visiva di questo abitare, sperimentandosi con i codici, (ISBN, QRcode, Morse) i “non luoghi” e i simboli della modernità (marchi commerciali compresi). Antico e contemporaneo dialogano costruendo prodigiosamente nuovi ponti e sentieri, in singolar tenzone tra tela e pennello, verso e prosa, miti e loghi, codici e visioni.

I NON-LUOGHI DI VENEZIANO, TRA CLASSICO E FUTURO - Artista internazionalmente e istituzionalmente riconosciuto, i suoi celebri omaggi ai maestri della poesia e della pittura, da Dante Alighieri a Leonardo da Vinci, sono sempre ricerca innovativa e tentativo di risposta ai grandi quesiti passati e presenti. Ma in questa mostra la sua produzione artistica si sublima: in un ambiente di ricerca che crea e interconnette informazioni, soggetti, avatar e oggetti, i “non luoghi” di Corrado Veneziano assumono nuovo senso e significato.

Veneziano, infatti, ha esposto per la prima volta le sue opere dedicandole proprio ai “non luoghi”. La sua mostra del 2013 godeva dei testi critici di Achille Bonito Oliva e dell’antropologo e filosofo francese Marc Augé, che aveva inventato e battezzato la locuzione “non luoghi”, denunciandone la pericolosa invadenza. E se Bonito Oliva scriveva che “Veneziano lavora sulla riqualificazione dei luoghi per ridare presenza a un passato spaziale, a un’architettura abbandonata”, Marc Augé dichiarava in modo inequivoco che “Veneziano trasforma i non luoghi in spazi vitali”. E aggiungeva che “Veneziano è capace con la sua arte di portare luoghi apparentemente senza identità alla loro essenza più vera”. L’accezione di non luogo era forse per la prima volta resa più poetica, spirituale, umana. Oggi, invece, si sublima in un contesto innovativo, il Metaverso, “luogo non luogo” per antonomasia.


COS’E’ SPATIAL - “Superando i concetti di realtà virtuale e realtà aumentata la costruzione di un essere in presenza, ovvero avatar, attraverso la tecnologia sociale, si avvale dell'interoperabilità fra mondi e piattaforme, in un ambiente di ricerca che crea e interconnette informazioni, soggetti, avatar e oggetti”, ha spiegato Marina Bellini .

Le gallerie d'arte nei metaversi stanno trasformando il modo in cui percepiamo l'arte contemporanea - aggiunge Dario Buratti -  Questi universi virtuali, come Second Life, Spatial e Sansar, offrono un'esperienza immersiva che va oltre ciò che è possibile in una galleria tradizionale. Essi rappresentano un vero e proprio territorio sperimentale: gli artisti hanno la possibilità di sfruttare la tecnologia per creare esposizioni interattive e coinvolgenti, che catturano l'immaginazione dei visitatori in modo dinamico, offrendo esperienze uniche ed immersive e permettendo di raggiungere un pubblico sempre più vasto”. 

INFORMAZIONI PER L’ACCESSO - Per accedere a Spatial occorre creare un avatar tramite pc, smartphone, tablet. o con il visore 3D. E’ possibile iscriversi alla piattaforma utilizzando anche l'account di Google o Facebook. Indirizzo:; https://www.spatial.io/


Evento segnalato da:

Salvo Cagnazzo

Ufficio Stampa Uozzart

Mob: +39 392 1105394

Mail: stampa@uozzart.com - uozzart@gmail.com

Web: https://uozzart.com/

giovedì 9 febbraio 2023

Tanti auguri e saluti da Iginio De Luca

Marina Bastianello Gallery è lieta di presentare la personale di Iginio De Luca Tanti auguri e saluti, a cura di Pietro Gaglianò (dal 13 febbraio al 12 marzo 2023, vernissage sabato 11 febbraio 2023 dalle 18.30 alle 20.30). 

Tanti auguri e saluti è il progetto che Iginio De Luca ha pensato espressamente per lo spazio della galleria. Due sono i dispositivi attraverso i quali si svolge l’esperienza del visitatore. Il primo, visivo, consiste di una cospicua struttura in tubi innocenti che regge due pannelli sui quali ogni giorno verranno affissi altrettanti manifesti, immagini tratte dai Blitz compiuti da De Luca nello spazio pubblico o da altre opere, sempre connesse alla sfera dei rapporti tra individuo e sistemi di potere. Il secondo dispositivo, sonoro, si concretizza in una struttura analoga dove due casse trasmettono in loop una sequenza di opere audio, tutte realizzate dall’artista sonorizzando materiali e luoghi o rielaborando gli inni nazionali, suprema espressione di un’identificazione collettiva astratta e abusata. Su entrambi i dispositivi veglia un occhiuto megafono, specchiante e rotante, che include il visitatore in una maglia di simboli, tra la protesta e il controllo. La visione complessiva della mostra, con la stratificazione dei flussi visivi e sonori, richiede quindi un lungo tempo di ascolto e il ritorno quotidiano in galleria. A chiosa e conclusione di questo azzardo, in uno spazio appartato e buio lampeggia al ritmo del codice morse un lightbox con l’immagine di un chiosco di fiori e piante, uno dei tanti che illuminano, incessantemente, incomprensibilmente, la notte di Roma. Il messaggio è, naturalmente, Tanti auguri e saluti.



Iginio De Luca - Tanti auguri e saluti

Marina Bastianello Gallery

via Pascoli 9C, 30171, Venezia Mestre

m +39 338 7370628

m +39 366 6875619

news@marinabastianellogallery.com

www.marinabastianellogallery.com

lun/mer-sab 16.00-19.00

mar/dom chiuso

 Vernissage sabato 11 febbraio

dalle 18.30 alle 20.30


giovedì 2 febbraio 2023

Frida Kahlo e Diego Rivera al Centro Culturale Altinate San Gaetano

A Padova, al Centro Culturale Altinate San Gaetano, dal 14 febbraio al 4 giugno 2023, una grande, corale mostra racconta i due artisti messicani, assurti a miti a livello planetario. Padova sarà l’unica tappa italiana di uno storico tour mondiale.

Nickolas Muray: Frida Kahlo on Bench #5, 1939 Carbon print, 45.5 x 36 cm The Jacques and Natasha Gelman Collection of 20th Century Mexican Art and the Vergel Foundation © Nickolas Muray Photo Archives
Promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova, la mostra è organizzata dalla Vergel Foundation, MondoMostre e Skira, in collaborazione con l’Instituto Nacional de Bellas Artes y Literatura (INBAL), con la curatela di Daniela Ferretti.

Il nucleo fondamentale delle opere giunge dalla celeberrima collezione statunitense di Jacques e Natasha Gelman, lui regista di successo e raffinato collezionista, lei che, dopo la morte di lui, continua, con brillante competenza, ad arricchire la collezione, al motto – come ricorda nel suo saggio in catalogo Daniela Ferretti – “Adesso mi tocca lavorare per due”.

I coniugi, che pur nella loro collezione contavano sul meglio dell’arte contemporanea europea, da Balthus, a Chagall, Giacometti, Matisse, Picasso, al giovane Bacon, ebbero un rapporto particolarmente intenso con i due artisti messicani, dai quali si fecero anche ritrarre. Così nella loro collezione entrarono le diverse fondamentali opere di Frida, tra le quali i suoi più celebri autoritratti, e di Diego, presenti in mostra.

Diego Rivera: Portrait of Natasha Gelman, 1943, Oil on canvas, 115 x 153 cm The Jacques and Natasha Gelman Collection of 20th Century Mexican Art and the Vergel Foundation © by SIAE 2023
Diego Rivera: Portrait of Natasha Gelman, 1943, Oil on canvas, 115 x 153 cm The Jacques and Natasha Gelman Collection of 20th Century Mexican Art and the Vergel Foundation © by SIAE 2023

È una esposizione corale, quella che viene proposta al San Gaetano. Accanto alla grande pittura (ben 23 le opere di Frida Kahlo e 9 quelle di Diego Rivera), ad essere proposta, e non a caso, è anche la fotografia. Karl Wilhem Kahlo, ebreo tedesco emigrato in Messico, era un abile fotografo d’architettura. Frida, giovanissima, lo accompagnava nelle sue campagne in giro per il Messico e questa collaborazione influenzò molto la sua arte, a partire dalla “consuetudine con la oggettività ed anche la crudezza di chi maneggia una macchina fotografica” fino alla rigorosa costruzione dell’immagine e al minuzioso gusto per il dettaglio”, scrive Dario Dalla Lana.

Frida, così come, in modo più limitato Diego, attrasse l’attenzione dei migliori fotografi internazionali del suo tempo. In mostra ritratti realizzati da Héctor Garcia, Manuel Álvarez Bravo, Giséle Freund, Martin Munkacsi, Nickolas Muray, Lucienne Bloch, Edward Weston.

Una sezione, coloratissima, è infine riservata ai costumi messicani, i cui colori si riverberano nelle opere di lei e nelle opere, dai murales agli oli su tela, di lui.

È il Messico iconico, forte, vivo quello che emerge in questa mostra, quella terra e quelle persone che nella parte centrale del ‘900 attrasse intellettuali, artisti, militanti e avventurieri dal Vecchio Continente. E nessuno come Frida Kahlo e Diego Rivera ha saputo tradurre nell’arte quel mondo di passione, bellezza, forza e sofferenza.

Frida Kahlo: Diego on My Mind (Self-portrait as Tehuana), 1943, Oil on canvas, 76 x 61 cm. The Jacques and Natasha Gelman Collection of 20th Century Mexican Art and the Vergel Foundation © by SIAE 2023

Victoria Combalía, nel suo intervento in catalogo, si chiede: “Chi era davvero Frida Kahlo? Perché così tanta gente è affascinata, in ugual misura, dalla sua vita e dalle sue opere?

La risposta, o una delle diverse possibili risposte, la trova nel racconto della sua nascita. “Magdalena Carmen Frida Kahlo Calderón venne al mondo il 6 luglio 1907 nel quartiere di Coyoacán, a Città del Messico. Anni dopo avrebbe dedicato un quadro alla propria nascita: una bimba che sembra morta sorge da una donna il cui volto è celato da un lenzuolo; sul letto, un’effigie dell’Addolorata trafitta dalle spade, come una sorta di presagio di tutte le disgrazie a venire.

Con grande perspicacia e una buona dose di maschilismo, Diego Rivera disse che Frida esprimeva “con franchezza assoluta e in modo tranquillamente feroce, i fatti generali che riguardano esclusivamente le donne”. Per lui, come per Picasso, la donna era destinata a soffrire. Non a caso aveva affermato: “Quanto più amo una donna, tanto più desidero ferirla”.

In realtà sembrano essere esistite tre Frida differenti, se non di più. Una è quella rivelata dalle lettere e dagli scritti dell’artista: una persona sofferente e instabile, ma anche vivace, politicamente combattiva, sempre in cerca di amore, contraddittoria, ironica e dotata di un grande senso dell’umorismo. La seconda è la Frida altezzosa che inchioda lo sguardo sull’osservatore fino a ipnotizzarlo, impassibile e con il viso leggermente reclinato da un lato. L’ultima è quella che, senza mai trascurare la fierezza e il contegno, si presenta come una maschera di dolore; l’icona, ben presto convertitasi in simbolo della sofferenza delle donne, su cui si fonda l’interpretazione della sua pittura come una rivendicazione della condizione femminile. Oggi come ieri, il mito di Frida Kahlo continua a vivere”.



Segnalato da Studioesseci

giovedì 26 gennaio 2023

I Premi di Artefiera 2023

Tra i premi della 46esima edizione di Arte Fiera spiccano quattro nuovi riconoscimenti: il Premio Collezione Righi, che mira ad acquisire un’opera da destinare alla collezione permanente del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna; il Premio Spada Partners, che il gruppo di riferimento nella consulenza tributaria assegna all’opera che darà la migliore chiave di lettura dei tempi in cui viviamo; il Premio Lexus – Gruppo Morini, consegnato all’opera di un artista emergente legata ai temi della mobilità sostenibile e del rapporto con l’ambiente; il Premio ColophonArte Arte Fiera 2023, assegnato da Colophonarte, casa editrice di libri d’artista, ad artisti under 40 di qualsiasi nazionalità.



A questi si affiancano il Premio The collectors.chain by Art Defender, rivolto alla sezione “Fotografia e immagini in movimento” della fiera; il Premio Rotary, che premia l’installazione più creativa di Arte Fiera 2023; il Premio Osvaldo Licini by Fainplast, nato da un’idea dell’associazione Arte contemporanea Picena in collaborazione con il comune di Ascoli Piceno, e del gruppo Fainplast, e rivolto ad un artista italiano della sezione Pittura XXI. Per il secondo anno, inoltre, il Trust per l’Arte Contemporanea, istituito da Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e BolognaFiere nel 2020, stanzierà un fondo di 30.000 euro per l’acquisizione in fiera di opere per la collezione permanente del MAMbo.


Ad accompagnare Arte Fiera dal 27 gennaio al 5 febbraio ci sarà ART CITY Bologna, il programma istituzionale di mostre, eventi e iniziative speciali, promosso da Comune di Bologna e BolognaFiere con oltre 150 eventi realizzati da realtà pubbliche e private associate a Confcommercio Ascom Bologna.


ARTE FIERA, Bologna

3-5 febbraio 2023

Preview su invito 2 febbraio 2023

www.artefiera.it

domenica 22 gennaio 2023

Andrea Vizzini - Con Mithos al Museo Arcos di Benevento

Il Museo Arcos di Benevento, è lieta di annunciare Mithos, una mostra di nuove creazioni di Andrea Vizzini. Dipinti su tela, Box 3D, e Deep-print.

Questa è la sua prima mostra in questo Museo, che si svolgerà dal 22 gennaio al 26 febbraio 2023 che si sposterà al Museo Archeologico di Nola-Napoli dal 4 al 30 Marzo 2023

In queste opere, Vizzini ripropone i temi mitologici, che hanno caratterizzato il suo lavoro già dal 1967, oggi sempre più contaminati da invenzioni cromatiche e formali che ne spostano ed amplificano il senso, si presenta come un funambolo senza reti di sicurezza, spingendosi su limiti esteriormente disparati che rasentano un mélange onirico, come dice Umberto Eco da “ultimo metafisico”.


I Miti che cita Vizzini, popolano il suo lavoro già dal 1967, scrivendo per una mostra, Eugen Gomriger, il teorico della Poesia Concreta, sostiene che la sua poetica si è tuffata sempre più in profondità nella citazione dei classici, prima dei Citazionisti, Anacronisti e rifacitori del mondo classico, che tanto è diventato di moda nel mondo dell’arte negli ultimi anni.

Il titolo della mostra, “Mithos” non suggerisce soltanto un avvicinamento alla mitologia Greca, ma anche al mito della pittura classica, ai grandi per antonomasia.

Ancora Pierre Restany, infatti dice, “Tutto l’estro di Vizzini è senza dubbio in quel frammento -iconico- nato da un io profondo per fissare finalmente sulla tela la linea di contorno sublimata di una istantanea visiva della memoria”.

Spingere l’arte ai confini di se stessa per verificarne il sistema”. Questo è l’esigente obiettivo che Vizzini si propone.

Tutto questo non offre un’accettazione positivista dell’esistenza, scrive Demetrio Paparoni nel 1978. Viverla anche nei momenti più drammatici ed avversi con intensità non esclude una politicizzazione tendente all'impegno di cercare e di abbattere le strutture massificanti e le ingiustizie implicite in una società basata sulla competitività. Questa prassi Vizzini la rifiuta con forza. Prende atto, invece, che la vita ha il suo valore nonostante le violenze morali e fisiche che si subiscono quotidianamente, e che nonostante ciò essa sia un "valore" ugualmente valido, il che non vuol dire rinunciare ad una ipotesi migliore, ma anzi, proprio in questo caso la logica conclusione della voglia di vivere si concretizza appunto nel tentare di eliminare gli aspetti più negativi dell’essere.

lunedì 16 gennaio 2023

Un artista originario: Tano Festa

Dal 17 gennaio al 18 marzo 2023 a Milano, alla galleria M77, sarà aperta al pubblico la mostra " Tano Festa: un artista originario", a cura di Francesca Alfano Miglietti, con la collaborazione dell'Archivio Tano Festa diretto da Anita Festa per la consulenza tecnico scientifica. A 30 anni dalla mostra della Biennale di Venezia, curata dalla stessa Francesca Alfano Miglietti nella sezione Fratelli, l’esposizione a Milano conta prestiti importanti provenienti dalla Collezione Olnick Spanu - Magazzino Italian Art di New York, dalla Fondazione Jacorossi di Roma, dalla Galleria Il Ponte di Firenze, dalla Galleria Marchetti di Roma, raccogliendo circa 100 opere dell’artista, realizzate tra 1960 e 1987. 

In mostra quadri e disegni di diversi periodi – pitture, sovrapposizioni, collage fotografici, porte, finestre, persiane, armadi, specchi, pianoforti e obelischi – che sottolineano la potenza di Tano Festa, autore di un’operazione artistica sofisticata ed estraniante, fino alla messa in evidenza della sua ammirazione dichiarata per le atmosfere e per la pittura di De Chirico, del suo amore per Roma come città eterna, della sua attenzione per i maestri del colore e per i coriandoli.



Tano Festa: un artista originario

Dal 16 gennaio al 18 marzo 2023

Galleria M77

Milano, Via Mecenate, 77, (Milano)

Orario di apertura

dal martedì al sabato, dalle 11.00 alle 19.00. Domenica e lunedì chiuso


Vernissage

16 Gennaio 2023, 19.00

lunedì 9 gennaio 2023

Your Payment Verification Code Is 26QNFLU9

Renata Fabbri è lieta di annunciare Your Payment Verification Code Is 26QNFLU9, la prima mostra personale di Ana Cardoso in galleria. Per l’occasione, l’artista presenta una serie di nuovi dipinti che indagano i limiti del mezzo pittorico e le sue possibilità di sfociare in dimensioni installative e scultoree.

" La ricerca pittorica di Cardoso - scrive Gea Politi - si snoda tra astrazione e informe, materialità e illusionismo, concettualismo e ready-made. A partire da un’indagine approfondita del mezzo pittorico e, in modo particolare, dei movimenti di astrazione formalista e minimalista in pittura, l’artista crea tele modulari, strutture predefinite e antropometriche che, assemblate, giustapposte, sfalsate, impilate una sull’altra o mosse come all’interno di un vasto paesaggio di frammenti geometrici, generano composizioni dinamiche in grado di alterare la visione e la percezione dello spazio.


Attraverso l’utilizzo di forme semplici ed elementari – come triangoli, quadrati, parallelogrammi, rettangoli – e delle infinite possibilità formali che scaturiscono dalla loro combinazione, le “tele-oggetto” di Cardoso si aprono così ad una complessità concettuale ed interpretativa che mette in discussione il concetto di “opera finita” a favore di un’idea di pittura come processo performativo e mutevole. Intesa pertanto dall’artista come attività in continua evoluzione, l’esperienza pittorica si concretizza per Cardoso in un gioco di infiniti accostamenti, ripensamenti, capovolgimenti e destrutturazioni, allo stesso modo in cui lo è la costruzione di un’immagine, sia essa reale o virtuale: una combinazione di forme, colori e materiali, ma anche texture, pixel e codici invisibili, come suggerito dal titolo stesso della mostra. 

Alludendo a una serie di caratteri alfanumerici tipica dei processi di registrazione e autenticazione online, il titolo lascia intuire la natura randomica e, al tempo stesso singolare, alla base della pratica dell’artista e dei lavori esposti. Dietro il rigore e la precisione delle forme utilizzate, i dipinti di Cardoso rivelano una sperimentazione nella forma che si traduce sul supporto pittorico attraverso l’alternarsi di campiture, stratificazioni, pattern e simboli: pennellate a volte meditate, alle altre più istintive, che confondono i confini della tela. Guardando all’eredità di esperienze come il neoconcretismo e il formalismo, Cardoso esplora i concetti fondamentali di superficie, composizione e colore, incoraggiando il dialogo con il passato e, al tempo stesso guardando ad essi come nuovi alfabeti, veicoli di sperimentazione romantica, luogo di incidenti, interrogativi, contaminazioni, incontri."


Ana Cardoso (Lisbona, 1981) vive e lavora fra Lisbona e New York. Nel 2006 ha conseguito un master in arti visive presso l’Hunter College, New York. Tra le mostre personali e bipersonali: Nuno Centeno, Porto (2019); Parapet Real Humans, St Louis (2018); Arpad Szenes – Vieira da Silva Museum, Lisbona (2018); Temnikova & Kasela, Tallin (2017); Jablonka Maruani Mercier, Knokke (2016); Andrew Rafacz, Chicago (2015); MNAC – Contemporary Art Museum, Lisbona (2015); Múrias Centeno, Lisbona (2014); Longhouse Projects, New York (2014); Maisterravalbuena, Madrid (2012); Pedro Cera, Lisbona (2012); Soloway, New York (2011); Conduits, Milano (2011) e Southfirst, New York (2008), tra le altre. Cardoso è stato inclusa nelle seguenti mostre collettive: Galerias Municipais – Galeria da Boavista, Lisbona (2022); Cristina Guerra, Lisbona (2021); Renata Fabbri, Milano (2020); Calouste Gulbenkian Museum, Lisbona (2018–19); MAAT Museum, Lisbona (2017); Rachel Uffner, New York (2015); Cluj-Napoca Art Museum, Cluj (2012); Prague Biennial 5, Praga (2011); Tate St Ives (2011); The Kitchen, New York (2009); White Flag Projects, Saint Louis (2008) e Culturgest, Lisbona (2007). Il suo lavoro è stato pubblicato su Artforum, Flash Art, Mousse, Modern Painters, Art in America, The Brooklyn Rail, Contemporânea e nel volume Painting Now a cura di Suzanne Hudson, edito da Thames & Hudson (Londra) nel 2015. Cardoso ha ottenuto una borsa di studio promossa dalla Pollock-Krasner Foundation (2019–20) ed è stata fellow di Shandaken: Projects, Paint School master class, New York (2018–19).


Ana Cardoso - Your Payment Verification Code Is 26QNFLU9

Dal 24.01 al 8.03.2023

Opening: 24 gennaio 2023, ore 18-21


Renata Fabbri arte contemporanea

Via Antonio Stoppani 15/c, 20129 Milano


info@renatafabbri.it

www.renatafabbri.it


Tel. 02 42449047


Orario galleria

martedì - sabato

15.30 - 19.30


lunedì su appuntamento


Ufficio stampa

Sara Zolla | press@sarazolla.com | Tel. 346-8457982

mercoledì 4 gennaio 2023

Devotion a Camera Frigo

A Camera Frigo, salone romano dell'arte contemporanea, dal 4 al 5 gennaio 2023 si terrà la mostra Devotion con le opere degli artisti: Alessia Armeni, Valerio Aschi, Paolo Assenza, Marco Bernardi, Dario Emilio Carli, Francesco Cervelli, Fabrizio Cicero, Marco Colazzo, Nicolò Gianni, Annalisa Macagnino, Tommaso Medugno, Stefano Minzi, Elly Nagaoka, Massimo Orsi, Laura Palmieri, Luciano Perrotta, Katia Pugach, Luigi Puxeddu, Nicola Rotiroti, Massimo Saverio Ruiu, Alice Schivardi, Germano Serafini, Dafne Tafuri, Martina Vanda.

"L'evento celebra la festa, la nascita, l'inizio, l'amore, la devozione verso l'oggetto amato, la brama di rimuovere silenzi e parole, fermare il tempo, abbandonarsi, andare avanti e indietro, sprofondare, tessere storie e passioni come cani senza padroni, cucite col corpo o sulla tela, nella carne intima del mondo, con la luce e con l'ombra, all'angolo di un battito o di un sussulto arguto sciolto in una risata, nell' estasi di un sogno o di un'apparizione animale, devotion ... nella laica liturgia dell'arte si aggira il mistero splendente, la felicità segreta di stare insieme, riguardarsi sull’orlo estremo, la vita libera, ancora e ancora."  (I.V.)


Devotion

Roma - 04/01/2023 : 05/01/2023

Camera Frigo

Indirizzo: Via Filippo Re 8a - Roma - Lazio


Orari: 4 e 5 gennaio 2023 dalle ore 14.00 alle 21.00

mercoledì 28 dicembre 2022

La Città Planetaria di Giovanni Spalla

Giovedì 29 dicembre 2022 alle 17.00 presso lo Spazio46 di Palazzo Ducale, sarà inaugurata la mostra retrospettiva dell’Architetto Urbanista e Professore Universitario Giovanni Spalla, autore di importanti interventi di recupero e conservativi di ville palazzi storici, opere architettoniche e piani urbanistici. La mostra dal titolo “La Città Planetaria di Giovanni Spalla”, principalmente in modalità multimediale, vuole essere una prima esposizione dei suoi progetti anticipatori di tecnologia e praticità.

Oltre ai progetti architettonici saranno presentati disegni, schizzi, sperimentazioni digitali. Tra i suoi più importanti interventi, il recupero conservativo e restauro funzionale del complesso monumentale di Palazzo Ducale di Genova, il recupero funzionale Di Villa Ronco a Sampierdarena con i suoi giardini annessi, il risanamento dei Magazzini dell’Abbondanza al Molo del Porto Antico di Genova.

In mostra sarà esposto anche il ritratto dell’Architetto eseguito dal fotografo Gianni Ansaldi, che ne narra il suo carattere nella presentazione “ Giovanni riesce a creare discorsi fluidi e interminabili con ardite e sempre intelligenti analogie, il suo affabulare sembra una poesia di Sanguineti. Può contenere tutto e talvolta il Tutto.”

 


Promossa da Art Commission con la direzione artistica di Virginia Monteverde la mostra rimarrà aperta al pubblico dal martedì al sabato dalle 16.00 alle 19.00 fino al 12 febbraio.

 

artcommissionevents@gmail.com

martedì 13 dicembre 2022

Premiazione dei vincitori dell’ottava edizione di Plutôt la vie… plutôt la ville. Premio Roberto Daolio per l’arte pubblica.

Domani mercoledì 14 dicembre alle ore 16.00, nell’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, si svolgerà la premiazione dei vincitori dell’ottava edizione di Plutôt la vie… plutôt la ville. Premio Roberto Daolio per l’arte pubblica.

L’evento vedrà la partecipazione di Luca Vitone, artista che lavora tra Milano e Berlino. Nella conferenza dal titolo Agire i luoghi, racconterà la sua esperienza artistica che fin dagli inizi, nei primi anni ’90, si concentra sull’idea del luogo, invitando a sfidare la labilità della memoria per riconoscere quanto sappiamo ma che dimentichiamo.

Il Premio Roberto Daolio è stato istituito nel 2014, a un anno dalla scomparsa del critico e curatore d’arte a cui è dedicato; è a favore di studentesse e studenti dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, con l’intento di favorire l’interesse per la ricerca artistica orientata alla crescita dell’arte pubblica.



ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI BOLOGNA

VIA BELLE ARTI, 54

40126 BOLOGNA


Premiazione e incontro con l’artista Luca Vitone 

 

Mercoledì 14 dicembre 2022, ore 16.00

Accademia di Belle Arti di Bologna, Aula Magna

sabato 10 dicembre 2022

Rome Art Night



Un’apertura serale di un solo giorno dalle 19:00 alle 22:30 e oltre.

L’occasione per visitare una mostra in corso oppure un nuovo allestimento, un vernissage, la presentazione di un catalogo, un incontro con l’artista, una proiezione, una performance, un open studio, un laboratorio live o semplicemente partecipare ad un aperitivo per scambiarsi gli auguri del Natale alle porte.

 

GallerieAssociazioniAlberghiCollettiviStrutture polivalenti e Curatori metteranno a disposizione spazi, idee e progetti per l’occasione, in una serata dedicata ad uno dei modi più interessanti e coinvolgenti per raccontare il nostro tempo che l’arte contemporanea rappresenta.

 

Rome Art Night è stata pensata per mantenere vivo l’interesse sull’arte contemporanea e per ottenere questo è necessario essere attivi, creare movimento, continuare a farne parlare e darle maggiore visibilità.

 

È allo stesso tempo un modo per aumentare l’offerta di iniziative della città.

 

L’idea di un’edizione in notturna parte dalla suggestione che Roma suscita dopo il tramonto e dalla maggior libertà del pubblico fruitore in orario extra lavorativo, un’occasione per uscire di sera partecipando ad un evento culturale.

 

Continua anche per questa iniziativa la proficua collaborazione con l’Assessorato Grandi Eventi, Turismo, Moda e Sport di Roma Capitale.

 

La partecipazione è completamente gratuita sia per i partecipanti che per i visitatori in quanto non sono ammessi eventi che prevedano un costo di ingresso.

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Rome Art Week è un progetto culturale totalmente indipendente e no profit promosso da Kou - Associazione per la promozione delle Arti visive. a cadenza annuale che coinvolge per una settimana l’intera città di Roma attraverso la promozione di eventi e progetti artistici organizzati dalle strutture espositive e dagli artisti che operano nella Capitale.

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Rome Art Week
info@romeartweek.com / +39 0621128870

Via della Barchetta, 13 - 00186 Rome Italy
romeartweek.com