L'esposizione, promossa dalla Città di Treviso e organizzata dai Musei Civici con l’Archivio Mariapia Fanna Roncoroni (Associazione che si occupa dello studio e della valorizzazione delle opere dell’artista) celebra 70 anni di attività artistica di Fanna Roncoroni che, nella sua lunga vita (nasce nel 1925 e muore a 93 anni nel 2018), sperimenta, mantenendo uno stile personalissimo, diversi materiali, tecniche e linguaggi: settant’anni di produzione creativa di un’artista che ha sempre lavorato «tra ribellione e ricerca di bellezza» attraversando, anticipando e affiancando stili e linguaggi del mondo artistico contemporaneo.
In mostra oltre duecento opere dislocate su due sedi, nelle sale al piano terreno del Museo Bailo e nei vasti spazi di Casa Robegan, che narrano una vicenda artistica tanto poliedrica quanto originale; opere di dimensioni variabili, da pochi centimetri a diversi metri, le quali sono il risultato di incursioni che hanno condotto l’artista a utilizzare tecniche e stili differenti, dal Figurativo al Concettuale, nonché a fare uso di materiali eterogenei, dal cartoncino al bronzo, dal ferro al plexiglas, dalla terracotta al pelouche.
Nell’allestimento, curato da Mara Zanette, il percorso cronologico cede talora il passo ad accostamenti tematici ed è accompagnato da pensieri tratti dai quaderni di appunti dell’artista, che vogliono dare l’impressione che sia LEI in mostra a raccontare le sue opere, fornendo al visitatore le chiavi di lettura necessarie per comprendere le ragioni che stanno dietro ai lavori. La presenza dell’artista è quanto mai tangibile nelle foto che la ritraggono al lavoro.
Dagli "Studi della natura" a "Muta Protesta", il visitatore sperimenterà nel percorso dell’esposizione situazioni emozionali diverse, la cui temperatura resta sempre elevata e la cui tensione permane viva e tangibile.
L'artista e il suo cammino
Mariapia Fanna Roncoroni nasce nel 1925 a Milano, dove inizia a dedicarsi all’arte alla Scuola di Arturo Colombo e di Mario Vellani Marchi. Dopo una formazione internazionale, che la vede proseguire gli studi in Svizzera e in Argentina, si stabilisce a Treviso nel 1950. Cosmopolita per cultura e ispirazione, è chiamata da gallerie e musei di tutto il mondo a partecipare a collettive o ad allestire personali, da Roma a Vienna, da Milano a Buenos Aires, da Düsseldorf a Parigi, da Lisbona a New York. Presenza costante alle diverse edizioni di Arte Fiera a Bologna, ha portato le sue performances al Petit Palais di Parigi e le sue opere alla Biennale d’Arte di Venezia (1995; 2017).
Anticonformista e pronta ad aderire in prima persona a iniziative che sente come urgenti nella causa dei diritti umani, è pioniera in campo artistico nell’esprimere le urgenze della lotta per il riconoscimento di maggiori diritti alle donne. La sua originale visione poetica è frutto di meditate progettazioni, ispirate all’osservazione della natura, agli studi scientifici e agli accadimenti che la vita le riserva. La sua ricerca si tiene al passo con quanto producono i movimenti artistici sulla scena italiana e internazionale contemporanea e converge con le tendenze espressive più attuali, in qualche caso anticipandole.
Tra LUILEI, segno-simbolo denso di significato, i dedalici percorsi dei Labirinti, il silenzio dei Libri Muti trafitti da chiodi acuminati, l’ironia dei fogli di Mail Art e la vivida indignazione di Muta Protesta, l’artista ricerca e restituisce, al di là di orrori e brutture che avvelenano il mondo, la bellezza che la vita è, comunque e sempre, in grado di generare. La scritta Artista, chi sei? incisa in una lastra di marmo sulla finestra del suo atelier, resta ancora oggi senza risposta.