Cosa c’entrano i Rolling Stones e Jimi Hendrix con Andy Warhol e Roy Lichtenstein? È questa la domanda cui vuole rispondere la mostra “Arte e Rock&Roll: dalla Biennale del 1964 a Woodstock del 1969”, organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Grado in collaborazione con l'agenzia MV Eventi di Vicenza e curata da Matteo Vanzan, che sarà aperta al pubblico presso l'Ex Cinema Cristallo fino al 27 maggio 2018.
Un viaggio emozionale composto di immagini, opere d’arte, filmati e canzoni che accompagnerà il visitatore nelle grandi rivoluzioni degli anni sessanta prendendo come spunto i due eventi indimenticabili che segnarono il punto di rottura tra due epoche: la Biennale di Venezia del 1964 e il Festival di Woodstock del 1969.
“Con la mostra Arte e Rock&Roll inizia la collaborazione tra MV Eventi e il Comune di Grado, che proseguirà ad agosto con la mostra dedicata al grande artista americano Andy Warhol”, afferma l’Assessore alla Cultura Sara Polo. “L'Ex Cinema Cristallo ospiterà le opere degli artisti protagonisti dei movimenti d’avanguardia della seconda metà del Novecento, tra i quali: Indiana, Rauschenberg, Schifano, Warhol, Rotella e molti altri. La mostra intende raccontare il percorso compiuto dall’arte e dalla musica negli anni sessanta. Un percorso che vuole immergere il visitatore nell’intrinseco connubio tra arte e musica che, in quegli anni, condusse a una vera e propria rivoluzione artistica e di costumi. Confido che Arte e Rock&Roll, anticipo della mostra di agosto, possa riscuotere il giusto successo di pubblico offrendo ai cittadini e ai visitatori un evento artistico e culturale di altissimo livello”.
“Con Woodstock si è concluso un capitolo” afferma il curatore Matteo Vanzan “L'inesauribile trasformazione ha avuto luogo nei mitici anni sessanta, anni di scoperta, di azzardo, di sogni e nuove possibilità di un mondo ricco d'opportunità. Se da un lato la 32a Biennale di Venezia ha sdoganato un'iconografia finalmente accessibile al pubblico portando l'arte al popolo con un linguaggio comprensibile a chi di arte non ne masticava, la musica di quei tre giorni indimenticabili ha portato, per la prima volta nella storia, l'unione totalizzante tra i musicisti e i desideri dei ragazzi sul prato. Finalmente le arti trovavano un definitivo punto d'incontro con il pubblico, senza l'intermediazione di storici dell'arte o critici musicali. Un pazzo sconvolgimento di ogni cosa che portò ad una vera e propria rivoluzione dei costumi e dello sguardo”.