Blog di servizio gratuito per la comunicazione in Arte

domenica 30 aprile 2017

Tarcisio Merati e la sua Festa di colori in mostra alla galleria Maroncelli 12.

La mostra dedicata a Tarcisio Merati inaugura mercoledì 3 maggio 2017 alla galleria Maroncelli 12. “Festa di colori” si compone di una ventina di opere (inclusi due arazzi), un linguaggio grafico che esprime l’articolato mondo mentale di uno degli artisti più potenti e meno conosciuti nel panorama dell’arte irregolare italiana. Merati dipinge un suo personale e liberissimo alfabeto, in un’esplosione di colori incandescenti e vorticosi che non hanno equivalenti nelle produzioni outsider del tempo.



Tarcisio Merati nasce a Bonate Sopra, vicino a Bergamo, nel 1934. A 25 anni subisce il primo tracollo psichico: la miseria, le liti in famiglia, un lavoro non amato lo rendono vulnerabile. Lui reagisce scegliendo un nuovo ruolo sociale, in preda a un delirio di onnipotenza. Nel 1959 entra per la prima volta nell’ospedale neuropsichiatrico di Bergamo. 

Nel 1975 scopre la pittura e fino al 1983 la produzione artistica è enorme. Frequenta l’atelier interno all’istituto dalla mattina alla sera e non ha altro interesse che l’attività artistica. Tarcisio, “liberato” dalla pittura, sceglie di ripartorire se stesso. Per vivere la sua vita, ha bisogno di un altro codice; ha bisogno di disegnare, colorare, inventare, delirare. Così sceglie il manicomio anche quando sua sorella decide di riportarlo a casa. Per sette anni Tarcisio non dipinge più, fino a quando nel 1991, dopo le sue continue richieste di tornare nel “castelletto” (così chiama l’ospedale) viene trasferito in una casa di riposo e riprende a frequentare l’atelier, seguito dall’attenzione affettuosa di Silvia Pesce. 

Il suo mondo si popola di nuove immagini, elabora un suo personale linguaggio. Ci sono gli “uccelletti”, le “macchinette”, oppure la serie delle “turbine”, delle “carte d’Italia”, delle “lettere” decorate, gli “aereoplanini” gli “insetti”. Sono questi simboli, espressi in forme e colori che escono dal quadro per invadere lo spazio, che rendono ricca, intensa, emozionante e modernissima l’opera di Merati. Muore nel 1995.

L’artista è conosciuto solo da una ristretta cerchia di collezionisti: nel 1993 viene presentata da Vittorio Sgarbi la sua prima mostra al Teatro Sociale di Bergamo ma sarà l’esposizione “Oltre la ragione. Le figure, i maestri, le storie dell’arte irregolare”, nel 2006 a Bergamo, a cura di Bianca Tosatti, a consacrarne la fama tra gli autori storici dell’arte Outsider, quando un’intera parete del Palazzo della Ragione fu ricoperta dai colori brillanti delle lettere dell’alfabeto, decorate dall’artista.

“Tarcisio Merati è l’artista manicomiale per eccellenza: al riparo dal mondo ostile contro il quale si è paludato in forma di romanziere, musicista, uomo politico, maestro; al riparo dalle miserie e dalle volgarità può finalmente dedicarsi all’esercizio della meraviglia” scrive Tosatti. 



sabato 29 aprile 2017

Violenti confini

La mostra intende indagare il tema del confine e la sua rappresentazione in diversi ambiti, da quello geografico a quello sociale, da quello politico a quello biografico. Interpretando il concetto di territorio e di limite, la mostra guarda con attenzione anche all'attualità, dalle questioni di ridefinizione di vecchie e nuove frontiere, ai fenomeni dei flussi migratori.


Violenti confini
PINACOTECA COMUNALE - PALAZZO VITELLI
Città Di Castello (PG) - dal 29 aprile al 9 luglio 2017
Via Della Cannoniera 22 (06012)
+39 0758554202 , +39 0758554639 (fax), +39 0758526683
pinacoteca@cdcnet.net
www.cdcnet.net

venerdì 28 aprile 2017

GLI ARGONAUTI DEL PACIFICO - Incontro con Marco Biscione

In occasione della mostra Cose d’altri mondi. Raccolte di viaggiatori tra Otto e Novecento – in corso in Sala Atelier fino all’11 settembre 2017 - Palazzo Madama propone cinque incontri con sei personalità del mondo universitario e giornalistico.

Il ciclo di conferenze - realizzato in collaborazione con il Sistema Museale Ateneo di Torino e con il Consolato del Messico a Milano – offre l’approfondimento delle molte tematiche affrontate dalla mostra che, con oltre 130 oggetti esposti tra armi, strumenti musicali, oggetti sacri e ornamenti, consente di intraprendere un viaggio attraverso quattro continenti: Africa, Asia, Oceania e America.

Ingresso libero agli incontri fino a esaurimento posti disponibili
Prenotazione consigliata: t. 011 4436999 – email didattica@fondazionetorinomusei.it

PRIMO APPUNTAMENTO (Giovedì 11 maggio 2017, ore 17.30) : GLI ARGONAUTI DEL PACIFICO - Incontro con Marco Biscione
Direttore del MAO Museo d’Arte Orientale di Torino

Il popolamento dell’Oceano Pacifico è stata una delle avventure più straordinarie e poco conosciute nella storia dell’umanità. Nel giro di pochi secoli gli antenati degli attuali Polinesiani, dando prova di straordinario coraggio, grande perizia marinara e conoscenza di una sofisticata tecnica di orientamento popolarono anche le isole più remote del grande Oceano. Una raffinata e complessa cultura si è sviluppata su un’area enorme, condividendo lingua, sistemi politici, religiosi e le forme di espressione artistica. I primi navigatori europei che nel XVIII secolo toccarono quelle remote terre le descrissero come le isole del Paradiso.

Marco Biscione - Antropologo di formazione (Università di Roma, London School of Economics) ha lavorato circa venti anni come curatore al Museo Nazionale Preistorico Etnografico di Roma e successivamente come esperto nazionale nel settore cultura prima alla Commissione Europea a Bruxelles (DG Istruzione e Cultura) e poi al Consiglio d’Europa a Strasburgo (Direzione Cultura e Patrimonio Culturale). Al rientro in Italia è stato per oltre quattro anni direttore dei Civici Musei di Udine. Attualmente è Direttore del Museo d’Arte Orientale di Torino

giovedì 27 aprile 2017

Orme: tracce di un passaggio, special art project fotografico

In occasione di Photofestival 2017, lo spazio M4A-MADE4ART di Milano presenta Orme: tracce di un passaggio, special art project fotografico con opere degli artisti Maddalena Barletta, Adriana Collovati, Susanne Paetsch e Paolo Tortorella

Le tracce lasciate dall’uomo nello scorrere del tempo, i segni del suo passaggio nell’ambiente naturale e nel contesto circostante, il gesto dell’artista e il suo pensiero. L’essere umano con il suo vivere lascia tracce di sé che si sedimentano e si mischiano con quelle dei suoi simili, di chi lo ha preceduto e di chi ne prenderà il posto, stratificazioni di un vissuto individuale e collettivo. 

Le rappresentazioni scultoree tra passato e presente di Maddalena Barletta nella sua composizione …del Sacro e dell’Umano, le realizzazioni astratte in digitale di Adriana Collovati, i poetici scatti delle serie Frozen e Cactus di Susanne Paetsch, accompagnati da cornici di legno di recupero, gli sterminati spazi australiani ritratti da Paolo Tortorella: i quattro artisti selezionati per la mostra Orme dai curatori di M4A-MADE4ART Elena Amodeo e Vittorio Schieroni affrontano il progetto sulla base della propria sensibilità e delle loro specificità artistiche e tecniche. Quattro punti di vista fotografici differenti sullo stesso tema accostati in un allestimento che trae il proprio punto di forza dall’eterogeneità dell’insieme e dal dialogo tra differenti linguaggi espressivi. 

Orme, terzo special art project di M4A-MADE4ART dedicato alla fotografia dopo i precedenti Human Traces (maggio 2016) e Point of View. Tracce dell’essere tra natura e architettura (settembre 2016), con data di inaugurazione giovedì 4 maggio 2017, rimarrà aperto al pubblico fino al 15 dello stesso mese; un evento Photofestival. 

  
Orme. Tracce di un passaggio 
Maddalena Barletta, Adriana Collovati, Susanne Paetsch, Paolo Tortorella 
M4A-MADE4ART special art project 
4 - 15 maggio 2017 
Inaugurazione giovedì 4 maggio, ore 18.30 
Lunedì ore 15 - 19, martedì - venerdì ore 10 - 13 / 15 - 19 

M4A-MADE4ART 
Spazio, comunicazione e servizi per l’arte e la cultura 
di Vittorio Schieroni ed Elena Amodeo 
Via Voghera 14, 20144 Milano 
www.made4art.it, info@made4art.it, t. +39.02.39813872 

Un evento Photofestival


mercoledì 26 aprile 2017

Disorientamenti alla sala Piccola Fenice in Trieste

Si inaugura venerdì 28 aprile alle ore 19.00 presso la sala Piccola Fenice in Trieste la mostra collettiva degli artisti: Gavino Piana, Alessandra Rossi, Darja Stefancic, Paola Tassetti, Loredana Verni, Claudia Raza.

La mostra presenta sei declinazioni differenti sul tema del paesaggio. Gli artisti triestini Alessandra Rossi, Loredana Verni e Claudia Raza presentano opere di natura espressionista. L'artista sardo Gavino Piana presenta un confronto fra paesaggi interni ed esterni composto da opere su tela; l'artista slovena Darja Stefancic propone un ciclo di paesaggi surreali dai forti contenuti coloristici ed infine l'artista marchigiana Paola Tassetti presenta una serie di tavole in digital art incentrate sul paesaggio anatomico.

La mostra sarà visitabile fino a sabato 20 maggio.



Disorientamenti

Sala Piccola Fenice

Via San Francesco, 5 - Trieste

Dal 28 aprile al 20 maggio 2017

Inaugurazione: venerdì 28 aprile alle ore 19.00

Orari:

mar- merc -Ven 16.00-20.00

Sabato 10.30-12.30; 16.00-20.00

Domenica 10.30/12.30

Lunedì e giovedì: chiuso

Info:

347.6091354

eneallen@libero.it


lunedì 24 aprile 2017

L'amante alchimista è da oggi in libreria

LE DONNE DEL RINASCIMENTO E IL POTERE: DAI MEDICI AGLI SFORZA, DAGLI ESTE AI GONZAGA, UN MAGISTRALE AFFRESCO DEL QUATTROCENTO, SCANDITO DALLE PASSIONI E DALLE CONTRADDIZIONI DELLE SUE INDIMENTICABILI PROTAGONISTE

Alla vigilia del sacco di Roma, Isabella d’Este apre le porte del suo palazzo ad aristocratici e notabili per dare loro riparo, ma consegna alle truppe pontificie una delle sue ospiti: la magista Margherida de’ Tolomei, sacrificata in cambio della berretta cardinalizia per il figlio minore. Papa Clemente VII ha posto quell’unica condizione, e Isabella non ha avuto scampo, anche se Margherida è stata per lei in passato più che un’amica. Così la donna, avanti negli anni, viene condotta in ceppi a Castel Sant’Angelo e rinchiusa in una cella angusta con due giovani, sospettate di stregoneria, in attesa di conferire con il Papa in persona. Mentre le truppe imperiali e i Lanzichenecchi, seguaci di Lutero, mettono a ferro e fuoco la città, Margherida ripercorre con nuovo sguardo la sua esistenza. Figlia del dotto Cornelio, profonda conoscitrice del potere delle erbe, degli influssi astrali e dell’animo umano, dedita all’arte alchemica, ha sempre cercato il segreto della conoscenza e dell’infinito; forse è questo che il papa, nipote di Lorenzo il Magnifico, vuole ottenere da lei? Ricordi, domande, dubbi, inquietudini si affollano nella sua mente: l’amicizia con Caterina Sforza e con le donne più affascinanti e potenti del suo tempo, l’iniziazione all’alchimia, le corti italiane raffinate e corrotte, il sangue delle congiure, la violenza della ragion di stato, il tormentato amore per il giovane conte Pico della Mirandola, il piacere dei sensi, le aspirazioni dell’intelletto, il dolore che piega il corpo. Una vita piena, la sua; una vita che ora deve difendere con tutta se stessa senza svelarne i segreti.

ISABELLA DELLA SPINA è il nom de plume di due autrici: Sonia Raule e Daniela Ceselli.

Sonia Raule, una passione per tutti i linguaggi contemporanei, autrice e conduttrice televisiva, è stata anche impegnata nella produzione di film d’autore. Nel 2011 ha scritto con il regista armeno Vasken Barberian Come sabbia nel vento (Sperling & Kupfer). Sposata, ha due figli.

Daniela Ceselli, studiosa di cinema, insegna Teorie e tecniche della sceneggiatura presso l’università La Sapienza di Roma. Ha scritto saggi sul cinema inglese e la scrittura cinematografica. Ha pubblicato il libro La sceneggiatura. Un testo dall’esistenza incerta. Dal 2011 collabora con il settimanale Left. È nata e vive a Roma.


L’AMANTE ALCHIMISTA
di Isabella della Spina

Pagg. 420 Euro: 18,50
Uscita: 24 aprile 2017

giovedì 20 aprile 2017

David Casini - Madonna Casini

Progetto Città Ideale presenta Madonna Casini, mostra di David Casini a cura di Andrea Lacarpia, parte del ciclo di esposizioni con cui Edicola Radetzky viene attivata come spazio espositivo per l'arte contemporanea.

Il processo di astrazione che unisce l’organico al trascendente è l’elemento centrale della ricerca di David Casini, in un continuo cristallizzarsi delle forme naturali in geometrie insieme algide e seducenti.

Metabolizzando e riconfigurando alcune forme tradizionali, in particolare l’abilità artigianale e la rappresentazione dello spazio nel Rinascimento, Casini ne amplifica la portata concettuale, mostrando la rarefazione della materia in una dimensione mentale che della realtà tratteggia gli elementi essenziali.

La natura e la storia dell’arte vengono assorbite e ricreate per delineare fragili microcosmi, in cui il passato e il futuro convergono in uno spazio tempo sospeso.

Nelle ultime opere, le immagini di alcuni dipinti rinascimentali sono trasformate da Casini in composizioni astratte, in un processo di riappropriazione della storia dell’arte e della tradizione italiana come materiale vivo, parte di un immaginario collettivo in costante divenire.

Per Edicola Radetzky, David Casini progetta una scultura che nasce dalla stilizzazione e scomposizione dell’immagine della Madonna Casini, detta anche Madonna del solletico, piccolo dipinto realizzato da Masaccio nel 1426, commissionato dal cardinale Antonio Casini e conservato agli Uffizi di Firenze.

Incuriosito dall’omonimia che lo lega all’opera di Masaccio e dalla particolare gestualità della mano della Vergine che solletica il mento del Bambino, Casini seleziona e sintetizza alcuni frammenti tratti dal dipinto, ricomponendoli in un’esile struttura di metallo che gira su se stessa con un ritmo molto lento. L’immagine bidimensionale è tradotta plasticamente in una complessa composizione di quinte e oggetti di diversi materiali, disposti in delicati equilibri di pesi. Tra i diversi elementi astratti compare il dettaglio figurativo di una mano, frammento che umanizza l’intera composizione riconducendola all’immagine di partenza e producendo nell’osservatore un sentimento di empatia. 

L’Edicola Radetzky viene quindi interpretata da Casini come attualizzazione del classico tempietto votivo, in cui il sacro è reso nella sua impalpabile levità. L’opera di Casini invita ad un rallentamento dei ritmi, ad una lenta osservazione della preziosità dei particolari che contrasta con l’aggressività dei messaggi pubblicitari che connotano il paesaggio urbano.


David Casini - Madonna Casini
EDICOLA RADETZKY
Milano - dal 20 aprile al 12 maggio 2017
Viale Gorizia (20144)
edicolaradetzky@gmail.com
www.edicolaradetzky.it



mercoledì 19 aprile 2017

Polo Museale della Calabria : Festività 25 aprile 2017


POLO MUSEALE DELLA CALABRIA
Festività 25 aprile 2017 
 Apertura musei, monumenti e aree archeologiche

Il Polo Museale della Calabria, diretto da Angela Acordon, comunica che in occasione della festività del 25 aprile 2017 rimarranno aperti al pubblico i luoghi della cultura statali di propria competenza di seguito elencati.

Chiesa di San Francesco d’Assisi – Gerace (Reggio Calabria)

Galleria Nazionale di Cosenza (Cosenza)

La Cattolica – Stilo (Reggio Calabria)

Le Castella – Isola Capo Rizzuto (Crotone)

Museo Archeologico Nazionale “Vito Capialbi” – (Vibo Valentia)

Museo Archeologico Nazionale di Crotone (Crotone)

Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide – Cassano all’Ionio (Cosenza)

Museo Archeologico e Parco Archeologico dell’antica Kaulon – Monasterace (Reggio Calabria)

Museo e Parco Archeologico Nazionale di Capo Colonna (Crotone)

Museo e Parco Archeologico Nazionale di Locri  - Locri (Reggio Calabria)

Museo e Parco Archeologico Nazionale di Scolacium –  Roccelletta di Borgia (Catanzaro)

Museo Statale di Mileto – Mileto (Vibo Valentia)

Museo Archeologico Nazionale di Amendolara – Amendolara (Cosenza)

Museo Archeologico Lametino – Lamezia Terme (Catanzaro)

Museo e Parco Archeologico “Archeoderi” – Bova Marina (Reggio Calabria)


POLO MUSEALE DELLA CALABRIA
Festività 25 aprile 2017
Apertura musei, monumenti e aree archeologiche

Polo Museale della Calabria
Direttore: Angela Acordon
Ufficio stampa: Silvio Rubens Vivone (responsabile)
Tel.:  0984 795639 fax  0984 71246
pm-cal.ufficiostampa@beniculturali.it

Direttori musei afferenti al Polo Museale della Calabria:
Rossella Agostino
Adele Bonofiglio
Vincenzo Ammendolia
Gregorio Aversa



martedì 18 aprile 2017

E.F.C.A. Estacion flotante de Contemplacion Activa /Stazione galleggiante di contemplazione attiva

Francisco Fernandez Taka, artista nato a Città del Messico nel 1956, ha realizzato numerose mostre in Messico ma anche negli U.S.A., in Europa a Parigi, Londra, in Spagna, Svezia, Norvegia, Cile, Colombia…

A Muggia porta una mostra dal titolo complicato e molto significativo - E.F.C.A. Estacion flotante de Contemplacion Activa /Stazione galleggiante di contemplazione attiva - che racchiude tutto il senso della sua attuale ricerca.

 Parte da un particolare dispositivo, da lui creato, che consiste in una strutture galleggiante dotata di più piani, una sorta di torre leggera sopra un natante appoggiato su cilindri vuoti, da cui, salendo, l’artista osserva ciò che lo circonda, l’acqua soprattutto, traducendo le visioni che gli sorgono, in pittura e disegni. La curiosa imbarcazione è luogo di osservazione, di contemplazione – ispirandosi al pensiero taoista relazionato aI Ching - di studio ed analisi dunque e nel contempo atelier di lavoro. La “contemplazione” diviene attiva e produce una serie di immagini il cui tema è il “paesaggio“ in senso lato. Questo tema fa parte della tradizione pittorica messicana e da sempre ha comportato attenta osservazione, un rapporto empatico con l’ambiente preso in esame, ma Taka vi aggiunge altre componenti, come quella sociale, il rapporto dell’uomo con l’habitat e ciò che vi ha impresso nell’arco del tempo e l’aspetto ecologico, la trasformazione del paesaggio stesso nel suo ciclo naturale e sotto la spinta, spesso deleteria, dell’uomo. L’artista intende inoltre sollecitare nell’osservatore una consapevolezza di queste problematiche che caratterizzano e sommuovono il nostro tempo.

Francisco Fernandez Taka intende infatti il paesaggio come un ricettacolo documentativo del trascorrere del tempo, sia da un punto di vista ecologico che umano, ritenendolo un protagonista attivo della storia.

Taka fa dunque proprio il paesaggio contemplandolo in una full-immersion cielo/mare/vegetazione avendo scelto come sito privilegiato di contemplazione l’habitat delle mangrovie, caratteristico dei climi tropicali. Un mondo unico e fascinoso dove barriere di piante nascono dall’incrocio di acque marine e di acque dolci sollevandosi sul groviglio intricato di miriadi di radici.

E divengono pitture di diversi formati, anche molto estesi, e disegni, visualizzazione di quanto le acque, e tutto il circondario, disvelano all’artista.
Una fantasmagoria multiforme e magica paragonabile all’introspezione dell’inconscio. Sulla visione si sovrappongono segni, simboli, retaggi di altre esperienze e conoscenze, intensificando il messaggio visivo che ne scaturisce.

Si intravedono i filamenti assiepati delle mangrovie, espanse in dilatazioni ambientali e atmosferiche. O grafie simboliche galleggianti su profondità abissali in un connubio di visioni naturalistiche alternate a letture astratte e rarefatte, o a racconti dove vita e morte coesistono


lunedì 17 aprile 2017

Sandro Cristallini

A Savignano guardiamo "Sandro Cristallini" - Martedì 18 aprile ore 21:00

Sandro Cristallini dice di sé:

"Posso dire che da sempre guardo il mondo che mi circonda con l’obbiettivo della mia macchina fotografica.

Questa mia passione nata quasi per caso tanto tempo fa, ora è diventata un tutt’uno con me, mi permette di ricercare nella natura, nelle persone, particolari, colori, punti di vista in continua evoluzione personale.

La macchina fotografica fa da tramite tra me e il mondo esterno.

Amo fotografare la mia città in tutti i suoi aspetti e momenti, il mare è per me una fonte inesauribile di spunti.

Il mio interesse nei riguardi dell’ arte, in tutti i suoi aspetti, mi porta a seguire mostre, eventi e spettacoli , di cui è ricco il nostro territorio e con il mio obbiettivo cerco di cogliere in quelle occasioni tutti gli aspetti dell’animo umano, creando quindi un archivio destinato alla memoria.

Ho partecipato a molti concorsi fotografici nazionali e internazionali, e allestito mostre con i miei lavori."

Scopri di più...
Martedì 18 Aprile, dalle ore 21
Secondo piano del civico 51 di Corso Vendemini
Savignano s/R.
Entrata libera.



Associazione Cultura e Immagine - Circolo Fotografico - c/o Palazzo Vendemini C.so Vendemini 67 - 47039 Savignano sul Rubicone (FC)  -  info@culturaeimmagine.it 




sabato 15 aprile 2017

Arte italiana dal Futurismo alla Pop art

«L’America è lontana, dall’altra parte della Luna, a vederla mette quasi paura», cantava Lucio Dalla in tempi non lontani. Forse non faceva paura, ma sicuramente era altro da noi, altro dall’Europa della prima metà del Novecento, fino agli anni Sessanta, quando nel mondo ha avuto inizio l’internazionalizzazione, avvicinandoci tutti. 

L’America, grande quanto poteva esserlo nell’immaginario degli artisti, New York, la vera metropoli al centro dei loro pensieri; il riverbero che la cultura americana ebbe su quella italiana e molto altro sono l’oggetto della mostra "New York New York. La Riscoperta dell’AmericaArte italiana dal Futurismo alla Pop art", curata da Francesco Tedeschi e allestita dal 13 aprile al 17 settembre in due sedi: le Gallerie d’Italia e il Museo del Novecento. «Sono circa 150 opere organizzate in maniera da mantenere l’autonomia del racconto e degli spazi espositivi, illustra Tedeschi, ma la mostra è unica e i due racconti sono complementari. Al Museo del Novecento, anche per ragioni ovvie di collocazione delle opere, si trova la sezione dedicata a come gli artisti percepivano l’America e New York. 

In particolare attraverso i viaggi, come ad esempio quelli compiuti da Fortunato Depero tra il 1928 e il 1930, da Giorgio de Chirico tra il 1936 e il 1938 e da Corrado Cagli sempre nel 1938, che là rimase dieci anni a causa delle leggi razziali. Ma vi troviamo anche una serie di opere legate a New York per ragioni diverse, fossero il titolo o semplicemente la fantasia degli artisti». Ritroviamo così Lucio Fontana, Vinicio Paladini, Alberto Savinio, Pietro Consagra, Afro, Toti Scialoja, Tancredi, Giulio Turcato, Costantino Nivola, Gastone Novelli, Fausto Pirandello, Arnaldo Pomodoro, Sergio Lombardo, Titina Maselli, Mimmo Rotella, Tano Festa, Emilio Isgrò e così via fino al John Kennedy di Paolo Baratella del 1965. 

Una sezione è dedicata ai materiali, ai menabò che diedero origine al grande libro di Ugo Mulas New York. The Art Scene del 1967 in cui il fotografo ritraeva molti artisti nei loro studi americani, da Andy Warhol a Marcel Duchamp. Ma anche l’America guardava all’Italia: il 1949 è l’anno della mostra «Twentieth-century Italian art» al MoMA di New York, che sdoganava l’arte italiana, ormai priva dei pregiudizi legati al fascismo, e la poneva come alternativa alla centralità di Parigi. 

«La Metafisica e la Scuola Romana, il secondo dopoguerra, il Fronte Nuovo delle Arti hanno nutrito l’arte americana di quegli anni e molti artisti ebbero là grande fortuna, continua Tedeschi. Li troviamo alle Gallerie d’Italia, dove alcune opere sono passate da collezioni americane, come il Guttuso che apparteneva a Burt Lancaster o l’Afro “Cronaca Nera” di Vincent Price; le opere provenienti dal Kemper Art Museum di St. Louis, incluso il ferro di Burri del 1959, appartenevano a Joseph Pulitzer, nipote del fondatore del premio giornalistico, il “Rosso nero” e il “Sabbia” di Burri, esposti nella mostra del 1953 a Chicago, sono tornati per vie diverse in Italia».

Ecco allora Umberto Boccioni, Giacomo Balla, Carlo Carrà, Giorgio Morandi, Massimo Campigli, Marino Marini e Virgilio Guidi, per poi proseguire con Carla Accardi, Afro, Enrico Baj, Gianfranco Baruchello, Alberto Burri, Giuseppe Capogrossi, Alik Cavaliere, Ettore Colla, Pietro Consagra, Piero Dorazio, Renato Guttuso, Lucio Fontana, Pino Pascali, Achille Perilli, Michelangelo Pistoletto, Arnaldo Pomodoro, Mimmo Rotella, Giuseppe Santomaso, Mario Schifano, Toti Scialoja, Francesco Somaini ed Emilio Vedova: la lista è nutrita perché l’idea di questa mostra nasce dall’attenzione con la quale gli studiosi stanno affrontando l’identità italiana che si pone in modo internazionale nella sua complessità.  


MILANO. Gallerie d’Italia, piazza della Scala 6, mar-dom 9,30-19,30,
www.gallerieditalia.com e Museo del Novecento, via Marconi 1, lun
14,30-19,30, mar-mer/ven/dom 9,30-19,30, gio/sab 9,30-22,30,
tel. 02/88444061, www.museodelnovecento.org «New York New
York. La Riscoperta dell’America. Arte italiana dal Futurismo alla Pop
art» dal 13 aprile al 17 settembre 


A cura di Michela Moro
Tratto da : 
VEDERE A MILANO
N. 4, APRILE|MAGGIO 2017
SUPPLEMENTO DI «IL GIORNALE DELL’ARTE» N. 374 APRILE 2017
SOCIETÀ EDITRICE ALLEMANDI




venerdì 14 aprile 2017

Le parole nella rete: i giovani scrittori e il web

La Fondazione Adolfo PiniCircolo dei Lettori, giovedì 20 aprile alle ore 19.30,  in occasione  della manifestazione Fuori Tempo di Libri, presenta l’incontro dal titolo Le parole nella rete: i giovani scrittori e il web.

Dopo il dilagare delle scritture digitali come sono cambiate le pagine degli scrittori di nuova generazione?La conversazione è condotta da Giuseppe Antonelli professore di linguistica, autore di Un italiano vero e della trasmissione su Radio 3 La lingua batte. Partecipano Violetta Bellocchio, scrittrice, traduttrice, ideatrice del blogAbbiamo le prove, contenitore di storie non-fiction al femminile; Vincenzo Latronico scrittore e traduttore che ha esordito giovanissimo. Daniele Rielli, scrittore, giornalista, versatile autore per il teatro e la televisione.

Le parole nel web dilagano perché la rete è di tutti. Nel pieno di questa rivoluzione è interessante dibattere sui cambiamenti che hanno segnato le pagine degli scrittori: dalla forma allo stile, dal ritmo al lessico. Quanto la scrittura dei blog ha inciso sulle loro storie? L’approccio è diventato più semplice, colloquiale, o sperimentale? Queste alcune delle domande per provare a comprendere, insieme ai nostri ospiti, un cambiamento dall’impatto forte quanto quello dell’invenzione della stampa di Gutenberg.




Ufficio stampa Fondazione Adolfo Pini
ddl studio T +39 02 89052365

Alessandra de Antonellis
E-mail: alessandra.deantonellis@ddlstudio.net T 339 3637.388

Laura Cometa
E-mail: laura.cometa@ddlstudio.net  T 327 177844



giovedì 13 aprile 2017

It was 50 years ago today. Un omaggio della pop art italiana ai Beatles

La mostra "It was 50 years ago today. Un omaggio della pop art italiana ai Beatles", ospitata dal 1° aprile al 7 maggio 2017 nel Palazzo della Fraternita dei Laici di Arezzo, rimarrà aperta anche nei giorni di Pasqua e Pasquetta con orario continuato 10,30-18.

A quasi due settimane dalla sua inaugurazione, in tanti hanno già visitato la tripla personale di pittura di Carlo Montana, Giancarlo Montuschi e Giuliano Trombini a cura di Marco Botti, che celebra il più importante e influente gruppo della storia del rock a 50 anni dall'uscita di "Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band", l'album che ha segnato una svolta epocale nella musica e nella cultura giovanile del Novecento.

“It’s getting better all the time” canterebbero i Fab Four. Ed è proprio così, perché persone di tutte le età e nazionalità stanno andando ad approfondire con sempre maggiore curiosità i linguaggi dei tre apprezzati artisti italiani.

Gli smalti su tavola dell’incontenibile pittore e performer milanese Carlo Montana, le esplosioni di colore del caleidoscopico autore faentino Giancarlo Montuschi, i delicati e intensi oli su tela dell’elegante artista ferrarese Giuliano Trombini, si susseguono senza soluzione di continuità nelle sale dedicate alle mostre temporanee dello storico palazzo di Piazza Grande, mentre in sottofondo scorrono le note del disco che sdoganò e consacrò il rock come vera e propria forma d'arte.

"It was 50 years ago today" è un viaggio artistico-musicale sostenuto dai Beatlesiani d’Italia Associati, patrocinato da Fraternita dei Laici e Provincia di Arezzo, e reso possibile grazie al contributo di Monnalisa spa, Fondazione Monnalisa onlus, Laura Falcinelli Jewels, Rock Heat Club e Vieri Norina Dischi.

Segnalato da : Marco Botti 
cell. 347/54.89.038
marco.botti9@gmail.com
marco.botti@pec.giornalistitoscana.it




mercoledì 12 aprile 2017

Pasqua e Pasquetta con Fortunato Depero, il Mago.

Un weekend di Pasqua all’insegna dell’arte e del colore con la mostra dedicata a Depero, e le meraviglie del giardino del Mago.



La Fondazione Magnani Rocca è aperta per tutto il weekend di Pasqua e anche il lunedì di Pasquetta (con orario continuato dalle 10.00 alle 19.00) con la mostra “DEPERO il mago”, dedicata al genio multiforme di Fortunato Depero, e ancora i capolavori della collezione permanente e il Parco Romantico con un allestimento inconsueto dedicato alle famiglie e ispirato proprio ai personaggi del mago del Futurismo.

«I miei sogni magici, il mio mondo fiabesco, gli automi meccanici, i treni volanti, la flora e la fauna favolose... »

“Noi futuristi vogliamo realizzare questa fusione totale per ricostruire l’universo rallegrandolo”: così Fortunato Depero e Giacomo Balla scrivevano nel loro manifesto del 1915, Ricostruzione futurista dell’universo, in cui esprimevano i concetti base del loro astrattismo futurista.

La mostra DEPERO il mago alla Fondazione Magnani-Rocca, con più di cento opere che vanno dai progetti pubblicitari agli abiti, dai collage ai mobili è la perfetta rappresentazione di questa idea di creatività tanto folle quanto totale che ancora oggi si presta con grande versatilità a essere reinterpretata dai creativi contemporanei.



Visite guidate — Anche in occasione delle festività pasquali è possibile visitare la mostra "DEPERO il mago" accompagnati da una guida specializzata; è consigliato prenotare via email a segreteria@magnanirocca.it oppure presentarsi all'ingresso del museo fino a esaurimento posti: costo € 15,00 (ingresso + guida), durata circa 1 ora.

Orari delle visite guidate: Sabato di Pasqua: ore 16.30, Pasqua: ore 11.30, ore 16, ore 17, Lunedì di Pasqua: ore 11.30, ore 16, ore 17.






martedì 11 aprile 2017

Il ritorno di Happyspritz@guggenheim

C’è l’arte, c’è la musica, ci sono tanti giovani, e c’è la magica cornice di Venezia al tramonto. Questi sono gli ingredienti per una ricetta di successo. Non manca altro. Il risultato? Ovvio, Happyspritz@guggenheim!  



A maggio e giugno, i cancelli della Collezione Peggy Guggenheim tornano ad aprirsi per dare il via alla nona edizione dell’evento più “social” della laguna, realizzato grazie alla ormai consolidata collaborazione con Aperol Spritz, storica azienda parte del gruppo Guggenheim Intrapresae. L’aperitivo “ad arte” che da ormai 9 anni anima il museo veneziano è un evento che conferma il legame di Aperol Spritz con il suo territorio di origine e con la Collezione stessa.

Segnate in agenda queste date e non prendete altri impegni: lunedì 15 e 29 maggio, e 12 giugno, dalle 19 alle 21 vi aspettiamo a casa di Peggy, tra i suoi tanti capolavori, per una serata alternativa, in compagnia degli amici, e poi di Picasso, Magritte, Kandinsky, Pollock, Warhol, e dei lirici segni grafici delle opere di Mark Tobey, espressionista astratto americano a cui il museo dedica un’attesa retrospettiva, la prima mai realizzata in Italia, in apertura il 6 maggio. 

Il tutto sarà accompagnato dai trascinanti ritmi di producers e dj che si alterneranno alla consolle, nel corso delle tre serate, per animare il giardino delle Sculture Nasher. Il programma musicale, anche quest’anno a cura di Alessandro Picunio e dell'Associazione Culturale Do Not Friday Venezia, prevede la partecipazione di alcuni degli artisti più apprezzati della scena indipendente italiana che, di volta in volta, creeranno con i loro live e dj-set la colonna sonora della serata, spaziando dalle sonorità elettroniche avant-garde al tropical sound, fino ai ritmi di una nuova e rivisitata tendenza "afro cosmic".

#happyspritz17 sarà l’hashtag da utilizzare su Facebook, Twitter e Instagram per comunicare e condividere con tutti l’evento Happyspritz@guggenheim.  

Il biglietto d’accesso al museo è di 13 euro, ridotto a 5 euro con corsia d’accesso preferenziale per i possessori di Young Pass, la membership Guggenheim per gli under 26. I biglietti saranno acquistabili anche online direttamente sul sito guggenheim-venice.it, il mercoledì precedente ciascun appuntamento. Ingresso al museo fino a esaurimento posti. 


PROGRAMMA MUSICALE

15.05 >> SERATA LIVE SESSION
LORENZO SENNI (live)
LIM (live)

29.05 >> SERATA CLUB TROPICANA 
LORENZO BITW
PALM WINE

12.06 >> SERATA AFRO COSMIC SOUND 
DANIELE BALDELLI
NAN KOLE'

lunedì 10 aprile 2017

Ultimo viaggio ipnotico di Luca Alinari

La Galleria Berga di Vicenza ospita la personale Ultimo viaggio ipnotico di Luca Alinari (Firenze, 1943), curata da Vera Agosti, dal 15 aprile al 14 maggio 2017. 

In mostra una ventina di opere che costituiscono un piccolo e selezionatissimo percorso all’interno della produzione pittorica dell’artista, volto a indagare il passaggio dai lavori più noti e celebrati dalla critica e dal mercato alle nuove e recentissime sperimentazioni, altrettanto valide e fresche di rinnovato vigore e creatività. E’ dunque un “viaggio”, come ricorda anche il titolo dell’esposizione; “ultimo” poiché il più prossimo, “ipnotico” perché magico e magnetico, un itinerario artistico ma anche un’esplorazione interiore di ciascuno e dell’identità dell’uomo in quanto tale. 

Ultimo viaggio ipnotico poi è il dipinto del 2015 esposto in mostra, un paesaggio fantastico calato nel nero che rappresenta il punto di arrivo e la trasformazione dei famosissimi paesaggi dell’autore: mondi di fiaba e di sogno, con persone e città, montagne e specchi d’acqua, azzurri romantici, rosa morbidi e rossi sensuali e raffinati, di cui compaiono due esempi in rassegna. Quindi la tecnica mista da trasposizione fotografica Duchamp del 1969 e una stellina nera (Cocciuto quadro, 2015) un esempio delle tele più amate dal grande pubblico, in cui lo sfondo scuro monocromo è punteggiato da miriadi di piccoli astri. E’ un soggetto ricorrente in tutta la storia dell’arte e l’artista lo pervade di profonda ironia, con quelle caratteristiche colte e intellettuali che sono vicine alla ricezione della Pop Art in Italia. E ancora opere più chiare e limpide, gentili nella loro luminosità, come Forza uguale e contraria del 1970 e Psiche del 2010, una personale rielaborazione del mito. 

Infine, le ultime creazioni, dove nel monocromo rosso (Io con te contro me, 2016) o nero (Troppi se, troppi ma, 2016), si stagliano innumerevoli elementi visivi decontestualizzati e bidimensionali, che prendono il posto degli astri e ci raccontano decine e decine di storie possibili, tratte dal quotidiano, con teste di uomini, mani, cani, scritte, oggetti, barche, cibo… Alinari utilizza gli elementi figurativi e calligrafici come se fossero concetti puri, forme geometriche astratte da collocare nel dipinto secondo uno schema compositivo fatto di equilibrio e dosata armonia. Un alfabeto visivo dalle molteplici e seducenti letture, per una pittura che sa emozionare e immediatamente conquistare, ma anche suscitare interrogativi e riflessioni in una viva comunicazione con l'osservatore.



domenica 9 aprile 2017

Tiziano Bellomi. SOLO EXHIBITION

CentrA - Centro Studi e Documentazione Arte Moderna e Contemporanea presenta
Tiziano Bellomi
SOLO EXHIBITION
a cura di Tommaso Decarli
dal 11 aprile al 6 maggio 2017
Inaugurazione venerdì 14 aprile ore 18.00

Via II° Androna 3 - TRENTO

È un elogio dell’imperfezione il lavoro di Tiziano Bellomi, della fragilità o del suo opposto? In questa personale a Trento dell’artista veronese, opere fotografiche dialogano con sculture che sovvertono l’idea di equilibrio e di convenzione formale: l’opera è fermata nel momento di massima tensione, di massima forza e di massima fragilità. Uova nella morsa dell’acciaio che pongono il quesito intorno alla resistenza. Pietre trattenute da fragili spaghi che interrogano sui capricci delle forze. Bottiglie compresse dal cemento in attesa del collasso. Un collasso che mai avverrà perché le opere di Bellomi sono fissate dalla fotografia nell’attimo prima del collasso, nell’attimo dopo lo stato di quiete e nell’istante esatto nel quale si manifesta per un attimo, l’equilibrio precario, la tensione massima, la natura della materia che l’artista coglie in una inedita Struttura Instabile.

In una sorta di ossimoro del reale Bellomi rende evidente i conflitti, le tensioni le distonie, le fragilità e lo fa a volte negando persino la scultura tridimensionale, oramai distrutta dal carico delle tensioni per testimoniarla infine attraverso una “istantanea” fotografica. Il lavoro che si presenta a Trento presso il CentrA - Centro Studi e Documentazione Arte Moderna e Contemporanea, propone sculture, sculture deperibili e, insieme a queste, le immagini di sculture già distrutte perché, nate da una sorta di post-produzione dei materiali forniti dall’industria e riutilizzati secondo nuove convenzioni.

Il curatore della mostra Tommaso Decarli dice dell’opera esposta: “In una sorta di dialogo serrato fra opposti (fragile-resistente, malleabile-rigido), in cui mai viene cercato l’equilibrio, la recente produzione di Tiziano Bellomi ha l’aura grave, senza scampo, di un epitaffio. L’artista crea una dimensione post duchampiana, post concettuale, solo apparentemente “tardo poverista”, che, in ultima istanza, implode, arriva al collasso, poiché l’artista, volontariamente, le nega l’esistenza stessa, nega il valore del prodotto finale, l’oggetto che dovrebbe essere veicolo della sua poetica: nulla deve restare, durare, permanere, se non uno scatto fotografico, quasi una ripresa post mortem, prima dell’inevitabile disfacimento; un’immagine di precarietà che amplifica la forte distonia presente all’interno dell’opera”.

Tiziano Bellomi – Solo Exhibition
a cura di Tommaso Decarli
dal 11 aprile al 6 maggio 2017
CentrA - Centro Studi e Documentazione Arte Moderna e Contemporanea
Via II° Androna 3 - 38122 Trento Italy
centra@hotmail.it



sabato 8 aprile 2017

Venti futuristi a Senigallia

'Venti futuristi' grazie a 20 futuristi. Un gioco di parole per la mostra che apre a Senigallia il 14 aprile: oltre 50 le opere legate al futurismo, il movimento espressivo nato nei primi anni del '900, esposte a Palazzo del Duca fino al 2 luglio 2017. 

Dipinti, disegni, incisioni, prove grafiche esposte in un percorso curato dal direttore dei Musei Civici di Ascoli Piceno Stefano Papetti.

"Già dal titolo - spiega Papetti - 'Venti Futuristi' vuole sottolineare la carica innovativa che il movimento porta nelle Marche. Un vento di cambiamento in tutti gli aspetti del vivere quotidiano. E 20 sono anche gli artisti con opere in mostra, dai firmatari del primo manifesto del 1909 Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Fortunato Depero e Gino Severini, ai loro giovani seguaci Ivo Pannaggi, Sante Monachesi, Wladimiro Tulli". 

La scelta di Senigallia non è casuale: le tracce futuriste in città sono molteplici, a cominciare dalla famosa Rotonda a mare e l'ex Gil, visitabili in un tour che completa la mostra.




venerdì 7 aprile 2017

Giuseppe Viola – Storia del cavallino imagista

La mostra segue il particolare racconto di Dino Buzzati (1906-1972) "Il pittore Viola dipinse un giorno un cavallino" che lo scrittore/pittore scrisse nel 1968 per Giuseppe Viola (1933-2010). 

Il racconto sarà accompagnato dalle opere di Viola raffiguranti i cavalli che da miti e tranquilli diventano Cavalli Imagisti. 

In mostra altre 20 opere, alcune inedite del 2007, rappresentative dell'Imagismo pittorico, un video in 3D che scompone l'opera "la lotta dell'uomo" simbolo del Manifesto imagista.


Giuseppe Viola – Storia del cavallino imagista
CASTELLO DI BELGIOIOSO
Belgioioso (PV) - dal 7 aprile all'otto maggio 2017
Viale Dante Alighieri (27011)
+39 0382970525 , +39 0382970139 (fax)
info@belgioioso.it





giovedì 6 aprile 2017

Azad Nanakeli - Memoria a rilievo

La MAG - Marsiglione Arts Gallery e lo Studio Scorretti di Lugano, presentano, da venerdì 7 aprile a sabato 6 maggio, la mostra personale dell’artista curdo-irakeno Azad Nanakeli dal titolo Memoria a rilievo.

Memoria a rilievo: un titolo evocativo e letterario per la mostra di pittura di Azad Nanakeli, ma è la memoria il metronomo che scandisce i temi contrassegnati delle opere dall’artista curdo irakeno, cittadino italiano e del mondo, che dal suo arrivo nel nostro Paese da studente, ha compiuto un significativo e congruo percorso artistico internazionale che, oltre ad un centinaio di mostre di pittura, presentate in gallerie e spazi museali, ha visto la sua partecipazione a tre Biennali di Venezia, prima nel padiglione collaterale curdo (2009), successivamente in quelli nazionali dell’Iraq (2011) e dell’Iran (2015). 

Nella mostra presentata da Salvatore Marsiglione alla Galleria MAG di Como, avremo a disposizione 14 dipinti realizzati appositamente per l’occasione, 5 fotografie e una istallazione video. Il processo di consultazione e negoziazione, tra memoria collettiva con quella individuale, generano una sovrimpressione di strati narrativi e pittorici. La materia è evidente come lo sono anche alcune fotografie antiche riferite alla sua memoria e inserite tra lembi di tessuto. La memoria, insieme alla differenza culturale coagulano la confluenza di immagini remote e recenti nel proprio pattern creativo-narrativo; un telaio dove l’artista stabilisce le proprie connessioni atemporali, si apre ad interpretazioni infuse da esperienze personali, governa l’interrelazione tra identità, storia e narrazione visiva. C’è un impulso artistico a rientrare dalla back-door della memoria, con l’ambizione di trasferirla nel presente completamente trasformata. Similmente ad un Haiku visuale per la purezza dei frammenti del ritratto fotografico e per la consistenza materica dei colori, si fa imperativo nella sostanza mistica dell’icona quanto l’ovale della bambina dilaniata dal napalm di Trang Bang, un villaggio vicino Saigon della famosa foto di Nick Ut.

Azad Nanakeli - Memoria a rilievo
Marsiglione Arts Gallery
Como - dal 6 aprile al 6 maggio 2017
Via Vitani 31/32/33 (22100)
+39 3287521463
info@marsiglioneartsgallery.com



mercoledì 5 aprile 2017

Fiera internazionale di arte moderna e contemporanea ART MARBELLA

La fiera internazionale di arte moderna e contemporanea ART MARBELLA in soli due anni è diventata una delle date fondamentali del calendario dell'arte internazionale. Marbella, sulla Costa del Sol, è stata a lungo il luogo di villeggiatura e di soggiorno dei più importanti collezionisti e appassionati d'arte provenienti da Europa, Russia e Paesi Arabi.

L'edizione 2017 sarà una fiera boutique con 50 gallerie selezionate di fama internazionale. L'elenco definitivo di ART MARBELLA 2016 è stato costituito da un gruppo di gallerie di indiscutibile qualità provenienti da Italia, Svizzera, Francia, Brasile, Cina, Spagna, Portogallo, Stati Uniti, Argentina, Colombia, Marocco e Austria. Molte di loro con una lunga esperienza e la presenza costante a fiere come Art Basel Miami, Frieze New York o ARCO.

In questa edizione, ART MARBELLA ha anche un comitato di sostegno composto da: Pedro Carreras (Carreras Mugica), Carles Taché (Carles Taché Gallery) e María Baró (Baró Gallery)che consentirà alla fiera di rafforzare la qualità delle edizioni precedenti.


La scadenza per le domande è ancora aperta
http://marbellafair.com/applications/
marbellafair.com
info@marbellafair.com





martedì 4 aprile 2017

Aldo Rossi e Milano, 1955-1995

Si tiene presso la sede dell’Ordine degli Architetti di Milano la mostra “Aldo Rossi e Milano, 1955-1995”: un itinerario attraverso i disegni originali, i modelli di studio, i documenti e le fotografie di una delle figure più significative dell’architettura italiana del XX secolo.

La mostra ripercorre i 40 anni di carriera, dagli anni ’50 agli anni ’90, di una delle figure più significative dell’architettura italiana del XX secolo : Rileggendo alcuni dei progetti milanesi di Aldo Rossi attraverso circa 40 opere originali corredate da modelli di studio, scritti, fotografie, quaderni di appunti concentrati sul suo lavoro nella e sulla città di Milano, dalla formazione al Politecnico negli anni Cinquanta agli studi per lo Scalo Farini presentati alla XII Triennale nei primi anni Sessanta, alle realizzazioni del Monumento ai partigiani di Segrate (1965-67) e dell’unità Monte Amiata 2 al Gallaratese (1968-1973), sino all’ampliamento dell’aeroporto di Linate e al progetto di concorso per la Bovisa negli anni Novanta.

Emerge un viaggio da percorrere attraverso i disegni originali e talvolta inediti di Rossi, un sentiero fatto di intrecci architettonici e confronti su varie scale, disegnato su veline gialle o quaderni azzurri, colorato su raggrinzite carte da acquarello o ricalcato su fotocopie, tangibile nei modelli di studio, individuabile anche attraverso fotografie di Rossi e delle sue architetture realizzate.

Lente e filtro attraverso cui leggere il mondo, Milano era per Aldo Rossi un libro aperto, di cui scorreva ogni pagina – intrecciando scorci, aneddoti, personaggi e vicende - avendone sempre la storia come rumore di fondo. “Era la sua città e sempre lo sarebbe stata”, come afferma Vera Rossi, presidente Fondazione Aldo Rossi che con Ordine e Fondazione degli Architetti di Milano organizza la mostra – sostenuta da Scalo Milano - che sarà inaugurata il 4 aprile alle h. 20.30, all’apertura del Fuorisalone 2017.

Milano alla ricerca del non definito, del mutevole”, come scriveva Aldo Rossi, è anche la capitale mondiale del design, dell’arredo, del disegno industriale. Un primato ricco di documentazione, in cui anche le testimonianze originali di Rossi s’inseriscono a pieno titolo con i suoi viaggi di andata e ritorno tra architettura e design, rappresentati dai suoi disegni fantastici dal tratto onirico, surreale e metafisico, dai marcati salti di scala dimensionali, dai suoi progetti che inseguono una fitta e colta trama di nessi, rimandi e relazioni, dove gli oggetti assumono dimensioni architettoniche quando non urbanistiche.

La mostra è realizzata da Fondazione Aldo Rossi in collaborazione con Ordine e Fondazione dell’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Milano, con la collaborazione di collezioni pubbliche e private quali Museo Alessi, MAXXI, La Triennale di Milano.




lunedì 3 aprile 2017

Chimere - Opere tra arte, uso e design

Quintocortile – viale Bligny 42 – 20136 Milano

3 – 13 aprile 2017

Chimere
Opere tra arte, uso e design

artisti:Daniela Barzaghi, Enzo Bersezio, Michele Berton, Maria Amalia Cangiano, Francesco Ceriani, Albino De Francesco, Luisa Elia, Fernanda Fedi, Gretel Fehr, Mavi Ferrando, Pino Lia, Ruggero Maggi, Lorenza Morandotti, Olga Maggiora, Nadia Magnabosco, Marilde Magni, Oriella Montin, Teresa Pollidori, Antonella Prota Giurleo, Evelina Schatz, Mariangela Zabatino, Francesco Zaccone 

a cura di Donatella Airoldi, Mavi Ferrando 

testo di Donatella Airoldi

inaugurazione: lunedì 3 aprile alle ore 18.00

orario: da martedì a venerdì ore 17 – 19 

ingresso libero


Chimere
Donatella Airoldi

Chimere è realizzare spregiudicatamente senza colpo ferire ogni possibile creazione, dove non sussistono più regole o ortodossie, ma solo l'esaltante ordine di assemblaggi bizzarri e strani, saturi di senso e incapaci di avere ragione. Non solo mostri e creature anomale: puoi scoprire che la materia può essere plurivocamente cangiante, la scopri magari di un timido colore, ma osservandola fino in fondo saprai che quello che vedi non è realtà proponibile ma solo un innesto irriverente in un artefatto conforto sensoriale. 

Agio pensare che tutto abbia una logica didascalica con varianti nebulose, sacrificata a una sola visione, di fatto ogni disponibilità stravede nei particolari disorientanti e fa orrore rimpinguare i soliti oggetti riconoscibili stravolgendo il loro finto destino in disdicevoli sapori che assiepano verdesche e fragole, magari incuneate ancora nella terra, al sapore di supplenti connubi fruscianti. 

È bene scoprire che le imperfezioni sono gemme aurifere che s'installano in sistemi ambigui e che, non riuscendo a capire ragione e stato, aspettano l'impulso assordante per assorbire e tramutarsi in scelta di stile. Ogni cosa deve seguire una logica, la razionalità ha piena ragione d'esistere, ma l'arte conficca la propria lama nelle ‘stupidita' della ragione e si fa provocatorio svestimento. Quante diversità esistono, quanti inusitati saperi possono creare dimore sconosciute e infinite sollecitudini, strabordanti dai soliti chiusi sistemi empirici! Non esiste una sola sviscerata verità, gli artisti spillano nel loro senso indagativo e si scontrano implacabili con tutte le univocità, spaziano in ambienti clandestini e scovano la diversità come elemento primario di specie dove ogni cosa standard non ha più ambito e visuale. La normalizzazione è una perdente strada dove ogni possibilità creativa rimane intubata in liquidi biancastri lasciati irrisolti e imbottigliati alla radice. 

L’arte ha una possibilità di fuga da questa straripante modalità di sottospecie visiva: creare l’impossibile nella palpebra visiva, far percepire che i dati forniti da ogni ipotesi sono molteplici e le possibilità risolutive innumerevoli.

Chimere sono gli oggetti di questa mostra, inafferrabili, capaci di più forze e per questo indomabili. L’arte come visione ed espressione chimerica di ogni perplessità, prosciolta da ogni imbrigliamento. 
Stravolgere il senso delle cose e ricrearle in un inusitato linguaggio euritmico che sbeffeggia la semplicità lanciando moniti severi o ridendo ingordo d’ironia; passaggi surreali, riconosci l’oggetto d’uso e scopri che l’immenso possibile è trasferibile in forme lateralmente dislocate e incontrovertibilmente utilizzabili. 

Spaziare e ritrovare in gorgoglii di tempi scaduti la spinta per riuscire e soddisfare ogni piacere inamidato in simposi pomposi e ribattere l’assurda imperfezione in sublimi estroflessioni che guadagnano ogni scarno sguardo. Chimere.

domenica 2 aprile 2017

Rebus". Al Museo Michelangiolesco di Caprese la personale di Alessandro Tizzi.

Fino al 30 aprile 2017 il Museo Michelangiolesco di via Capoluogo 1, a Caprese Michelangelo (Ar), ospita “Rebus”, mostra personale di Alessandro Tizzi a cura di Giovanni Pichi Graziani. 

Domenica 2 dicembre, alle ore 17, l’inaugurazione ufficiale con la presentazione dell’artista alla presenza delle Autorità. Alle ore 18 l’aperitivo nel museo con visita serale alla mostra.

L’esposizione, patrocinata dal Comune di Caprese Michelangelo, sarà visitabile negli orari di apertura del Museo Michelangiolesco dal martedì al venerdì, dalle 11 alle 17; sabato e domenica dalle 10,30 alle 18,30; chiuso il lunedì).

sabato 1 aprile 2017

Picasso Re Loaded e Verso il Cielo

Da Sabato 1 Aprile a Mercoledì 24 Maggio 2017 Vercelli vivrà di Arte Contemporanea con una doppia mostra personale di Stefano Bressani. A cura di Serena Mormino.

La mostra "PICASSO RE LOADED - Verso il Cielo" di Stefano Bressani, curata da Serena Mormino, Associazione Culturale Amarte, curatrice del Museo del Parco di Portofino, organizzata dal Comune di Vercelli in collaborazione con l'Arcidiocesi di Vercelli - Ufficio Beni Culturali, avrà due importanti sedi espositive. Il percorso "Picasso Re Loaded", infatti, sarà allestito in Arca mentre il percorso scultoreo "Verso il Cielo" presso l'ex Chiesa di San Vittore.

"PICASSO RE LOADED" costituisce una tappa del progetto internazionale che dopo presenze importanti in Italia culminerà con una grande mostra a Casa Picasso a Malaga. L'omaggio di Bressani a Picasso, a colui che più di tutti è stato d'ispirazione all'artista delle stoffe. Da Picasso ha tratto l'insegnamento più importante, quello della scomposizione delle immagini tipica del periodo cubista e che ha rielaborato in chiave contemporanea per non dire del futuro, avendo creato una tecnica assolutamente nuova nel mondo delle arti. La rilettura di opere famose e conosciute anche dagli occhi meno esperti, permetterà al pubblico di scoprire nuove sfumature dell'arte, consigliando di non aver paura di rimettere in gioco certezze e capacità. Una mostra che arriva a generazioni diverse, parlando il linguaggio tipicamente giovanile capace di stupire nella sua apparente semplicità tipica di chi invece ha un grande bagaglio culturale.

"Verso il Cielo" presenterà il percorso scultoreo di Bressani. Tutte le sue opere hanno una tridimensionalità inconsueta anche quando a parete, ma nelle installazioni scultoree acquisiscono una dimensione ulteriore che ci proietta e ci suggerisce di elevarci a qualcosa di superiore, ad una spiritualità quotidiana verso la fede e verso il desiderio di miglioramento prima di tutto di noi stessi, di chi ci circonda e della natura.

Dal 12 Aprile 2017 sboccerà in Vercelli anche SKULTOFLOWER opera vincitrice del Premio speciale OPEN 19 Arte Laguna, protagonista della mostra ARTE LAGUNA PRIZE in Arsenale - Venezia - dal 25 Marzo al 9 Aprile 2017 e che verrà poi esposta in Arca fino a fine mostra. L'istallazione di Bressani, ricca di significati, incoerenze, stoffe e colori, lo scorso Settembre era stata presentata in anteprima ad OPEN19 - Esposizione Internazionale di Scultura ed Installazioni - evento collaterale al Festival del Cinema - La Biennale, al Molino Stucky di Venezia, mentre l'opera gemella è entrata a far parte della collezione permanente del Museo del Parco - Centro Internazionale di Scultura all'aperto di Portofino, accanto ai grandi nomi internazionali dell'arte moderna e contemporanea, sempre con la curatela di Serena Mormino.


"PICASSO RE LOADED - Verso il Cielo" di Stefano Bressani
a cura di Serena Mormino
dal 1 Aprile al 24 Maggio 2017
catalogo in mostra

"PICASSO RE LOADED"
ex chiesa di San Marco - Arca - Vercelli

"Verso il Cielo"
ex chiesa di San Vittore - Vercelli

Vernissage:
Sabato 1 Aprile 2017 h 17.00 presentazione mostra Arca
Nello spostamento da Arca a San Vittore verrà effettuata per ospiti e pubblico una breve visita guidata alla Città di Vercelli (con le guide di VcGuido)
A seguire h 18.30 circa presentazione mostra in San Vittore

Presentazione SKULTOFLOWER:
Mercoledì 12 Aprile 2017 h 18.00 Arca



Orari di apertura: entrata gratuita
Sabato e Domenica
10.00 - 12.00 e 16.30 - 19.30
Mercoledì - Appuntamento con l'Arte
18.00 - 19.30

Per visite guidate alla città di Vercelli:
Associazione VCguido - info@vcguido.it





Con il Patrocinio di:
Regione Piemonte
Provincia di Vercelli
Museo del Parco - Centro Internazionale di Scultura 

Per visite guidate e info:
serenamormino@gmail.com
urp.comune@comune.vercelli.it
beni.culturali@arcidiocesi.vc.it
all'aperto di Portofino
PDG Arte Communications
Arte Laguna - Art Prize - Venezia
Strada del Riso Vercellese di Qualità

Media Partner:
Exibart

Sponsor: Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli, Atena IREN, Mazda Vercelli - Gruppo Nuova Sa-car, Impresa Corti srl