Blog di servizio gratuito per la comunicazione in Arte

venerdì 27 febbraio 2015

Virgilio Patarini e Koinè 2015

Di seguito l'elenco degli artisti partecipanti a Koinè 2015 e il testo critico del curatore Virgilio Patarini

Stefano Accorsi, Anna Maria Angelini, Walter Bernardi, Alberto Besson, Pierangela Bilotta, Fiorenzo Bordin, Anna Maria Bracci, Valentina Carrera, Raffaele De Francesco, Daniela Di Pasquale, Maria Grazia Ferraris, Ester Gambotto, Maria Franca Grisolia, Michelle Hold, Paolo Lo Giudice, Fiorella  Manzini, Franco Maruotti, Moreno Panozzo, Virgilio Patarini, Alessandro Pedrini, Rosanna Pressato, Luigi Profeta, Francesco Rinaldi, Maria Luisa Ritorno, Gabriella Santuari, Giordano Ernesto Sala, Elena Schellino, Rosa Spina, Ivo Stazio, Edoardo Stramacchia, Roberto Tortelotti, Morgan Zangrossi

"In anni di sempre più rutilante trasformazione, sotto tutti i profili, da quello sociale e politico a quello scientifico e tecnologico, l’arte più che mai si deve interrogare su se stessa: sul proprio ruolo, sulla propria funzione, ma anche e soprattutto sul proprio linguaggio. (Ammesso che quello dell’arte sia un linguaggio). Poiché è proprio attraverso  le sue forme, la sua estetica, la sua sintassi, i suoi stili e stilemi, che l’arte può entrare, più o meno, in rapporto con la realtà circostante, con la storia, con la vita degli uomini che la fanno e che ne fruiscono. Un rapporto che può (e forse deve) essere ambivalente: un viaggio di andata e ritorno. L’arte deve subire l’influenza della realtà e del suo divenire, ma deve anche, al tempo stesso, influenzarla e influenzarne, in qualche modo, le trasformazioni. O almeno deve provarci. Non solo lavorando sulle idee, e dunque sulla percezione, sull’interpretazione della realtà, ma anche sulla sua progettazione. Ma perché questo possa accadere occorre che l’arte contemporanea diventi strumento più forte e più duttile al tempo stesso, da una parte recuperando e rinsaldando le proprie radici e dall’altra aprendosi alla molteplicità delle sue (quasi) infinite possibilità espressive  ed altrettanto (quasi) infinite concezioni estetiche attuali. Solo così l’arte può entrare efficacemente in rapporto dialettico con una realtà così articolata, stratificata, sfaccettata e complessa come quella contemporanea.

Nel corso degli ultimi 150 anni il succedersi delle scoperte scientifiche e tecnologiche ha impresso alla storia dei mutamenti vertiginosamente rapidi e radicali. Allo stesso modo negli ultimi 150 anni il succedersi delle invenzioni e delle trasformazioni sul versante artistico, col succedersi inesorabile e travolgente delle Avanguardie, è stato altrettanto vertiginoso. Ed è ovvio che tra le due cose ci sia un rapporto più o meno diretto di causa-effetto, o per lo meno di osmosi o di contagio. Ora il mondo in cui oggi viviamo è l’inquieto, stratificato, caotico e contraddittorio risultato di tutte queste trasformazioni. E l’arte che può entrare in rapporto con questo mondo non può che essere un’arte capace di raccogliere e sintetizzare l’inquieta, stratificata, caotica e contraddittoria eredità delle Avanguardie e degli ultimi 150 anni di arte contemporanea. E forse anche oltre, poiché in effetti negli ultimi 150 anni, tra un’Avanguardia e l’altra non sono mancati momenti di “Ritorno all’ordine” in cui si è guardato indietro con occhi nuovi alla tradizione pittorica più antica. E anche questi momenti fanno parte del retaggio della Contemporaneità e hanno contribuito a forgiarne le forme.

E questa è la linea che abbiamo seguito in questi ultimi anni nel selezionare opere ed artisti: opere ed artisti che fossero in grado non solo di recuperare e reinventare il retaggio delle grandi Avanguardie storiche, ma anche e soprattutto di sintetizzare e contaminare stili e linguaggi, trovando punti di contatto inediti e suggestivi."

Virgilio Patarini

giovedì 26 febbraio 2015

Maria Pia Contento alla Galleria “Il Collezionista”

L’Associazione Internazionale GalleriaIl Collezionista” presenta la mostra personale di Maria Pia Contento dal 26 febbraio all'undici marzo 2015

Una metamorfosi di forme e di colori sintetizza i temi delle opere di Maria Pia Contento in un exursus interpretativo efficace che pur rivisitando nel suo avvicendamento le influenze culturali ed artistiche del passato , mostra i segni di una inconfondibile ed originale personalità.

Maria Pia Contento
GALLERIA IL COLLEZIONISTA
Roma - dal 26 febbraio all'undici marzo 2015
Via Rasella 132 (00187)
+39 0642011393

mercoledì 25 febbraio 2015

Unpublished Works della fotografa americana Sandy Skoglund alla Paci contemporary di Brescia

La galleria Paci contemporary annuncia la mostra "Unpublished Works" della fotografa americana Sandy Skoglund, artista di fama mondiale e pioniera della Staged Photography, dal 7 Marzo al 26 Maggio 2015 L'inaugurazione si terrà Sabato 7 Marzo 2015 alle ore 18.30 



La mostra presenterà in anteprima il ciclo di dodici lavori appartenenti alla serie " Reflections in a Mobile Home" (1977), attraverso il quale l'artista si focalizza sugli interni e i dettagli domestici della vita quotidiana di una casa mobile americana degli anni Settanta, dimostrando la sua formazione da autodidatta ed iniziando a sviluppare quell'interesse per la messa in opera di veri e propri set da cui trarre lo scatto fotografico che connoteranno le sue opere future. Le opere mostrano, infatti, l’uso non professionale ma piuttosto approssimativo delle tecniche fotografiche della profondità di campo, della messa a fuoco e dell’illuminazione, poi raffinate nel corso degli anni Ottanta. Il processo di sviluppo dell’immaginario creativo, attraverso l’acquisto o la collezione di oggetti da utilizzare per la messa in opera di veri e propri set da cui trarre lo scatto fotografico, inizia a tutti gli effetti con questa serie. 

Ai primi lavori realizzati da Sandy Skoglund è da riferirsi anche il ciclo " American Vacation Motel Cabins": scatti realizzati dall'artista durante un viaggio compiuto nell'estate del 1974 guidando da Boston verso Portland, immortalando alcune pittoresche strutture da vacanza. 

La mostra sarà anche l'occasione per ammirare, in anteprima mondiale, il lavoro dal titolo " The Grey Foxes", originariamente esposto al Centre Pompidou di Parigi come parte integrante della mostra collettiva intitolata "L'Invention d'un Art". L'installazione, invece, è tuttora parte della collezione permanente del Denver Art Museum. 

Paci contemporary
Via Trieste 48, 25121 Brescia - Italy
Tel. +39 030 2906352
info@pacicontemporary.com
www.pacicontemporary.com
martedì – sabato/Tuesday-Saturday 
10/1p.m. – 3.30/7.30 p.m.

martedì 24 febbraio 2015

Tra collezionismo e mercato fino al 1914. Alessandro Imbert e la maiolica italiana

È prevista per sabato 28 febbraio, alle ore 11 nel Museo di Palazzo Davanzati (nell’omonima piazza di Firenze) la conferenza dal titolo “Tra collezionismo e mercato fino al 1914. Alessandro Imbert e la maiolica italiana” che sarà tenuta da Lucio Riccetti, docente dell’Università di Perugia.

Negli anni  Riccetti ha concentrato i suoi studi sugli aspetti storici, sociali e culturali del Medioevo e specialmente sulla cattedrale di Orvieto. Il suo lavoro di ricerca attuale mette a fuoco l’interesse del XIX secolo per il Medioevo, in particolare rispetto al formarsi del gusto che portò al collezionismo delle ceramiche medioevali.

 L’argomento della conferenza è di grande interesse anche in relazione alla nascita del Museo della Casa Fiorentina Antica, voluto da Elia Volpi nel 1910, e alla presenza di numerosi esemplari di ceramica d’uso e maiolica nei suoi ambienti quale parte integrante dell’arredo domestico di una abitazione “ideale” del Rinascimento.

L’ingresso alla conferenza è con il biglietto del museo, fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Segnalato da Marco Ferri

La volontà del fare di Roberto Crippa alla Galleria di Renzo e Stefano Cortina

La 700ª mostra della Galleria Cortina, in 53 anni di storia doveva essere celebrata dall’artista che più di ogni altro ha rappresentato la sua storia, dagli esordi al presente, di padre in figlio da Renzo Cortina a Stefano, da Roberto Crippa a Roberto Jr. 

La scelta dell’artista, monzese di nascita ma milanese d’adozione e dalla storia e dal mondo altresì adottato era quasi obbligata. Roberto Crippa, uno dei più grandi artisti del dopoguerra, tra i primi firmatari del Manifesto Spazialista con Lucio Fontana nel 1950 viene presentato con un breve ma esauriente excursus della sua opera. Dai primigeni lavori geometrici, alle celebrate Spirali, ai Totem, ai Sugheri, alle Amiantiti. 

Un percorso fecondo che in poco più (o dovremmo dire, ahimè, solamente) di un ventennio, ha consacrato Crippa come il maestro del segno, della ricerca materica, della composizione, dell’azione creativa. La mostra è supportata da un catalogo che si avvale del contributo critico di Nicoletta Colombo, da un’intervista al figlio Roberto Crippa Jr realizzata da Susanne Capolongo, da uno scritto dello stesso Roberto Crippa del 1970 e da un’interessante biografia composta da Veronica Riva

L’incondizionato accesso alla documentazione e la fattiva collaborazione di Roberto Jr ha permesso a Stefano Cortina di realizzare e curare il complesso di mostra e catalogo, dove sarà interessante trovare foto personali finora inedite nell’ intento di mostrare l’uomo e le sue sfaccettature meno note accanto all’artista conclamato.

Roberto Crippa - La volontà del fare
ASSOCIAZIONE CULTURALE RENZO CORTINA
Milano - dal 24 febbraio al 21 marzo 2015
Via Mac Mahon 14 (20155)
+39 0233607236
artecortina@artecortina.it
www.artecortina.it

lunedì 23 febbraio 2015

Da Costantinopoli a Istanbul

La mostra di fotografie, che proviene dal Museo di Pera a Istanbul, è formata dalle opere di maestri della fotografia che hanno incominciato a presentare le loro opere sin dalla metà del 19° secolo a Istanbul e che appartengono alla collezione di fotografie della Fondazione di Suna e Inan Kıraç. La mostra presenta, le meravigliose strutture architettoniche, la vita quotidiana e le persone interessanti di questa epoca. 

Le opere di celebri fotografi come James Robertson, Maurice Meys, Pascal Sébah, Polycarpe Joailler, Abdullah Biraderler, Guillaume Berggren e Gülmez Biraderler, sono delle fotografie , prese con tecniche onerose e difficili, mettono in evidenze non solo gli aspetti di Istanbul nel passato ma fanno perfino fare un piacevole viaggio attraverso il quale si potrà vedere come la città si è totalmente trasformata in un centro industriale anzi, una grande metropoli, con la sua silhouette, la sua architettura, i suoi veicoli, i suoi ponti, le sue banchine, le sue vie, le sue piazze e la sua gente.

Da Costantinopoli a Istanbul
PALAZZO PLATAMONE - PALAZZO DELLA CULTURA - EX CONVENTO SAN PLACIDO
Catania - dal 23 febbraio al 3 marzo 2015
Via Vittorio Emanuele II 121 (95131)
+39 0957428035

domenica 22 febbraio 2015

ANARCHIA TRA STORIA E ARTE - Da Bakunin al Monte Verità, da Courbet al Dada.

COMUNICATO STAMPA: Nell’ambito del progetto Anarchia Crocevia Ticino, legato all’iniziativa «Viavai. Contrabbando culturale Svizzera-Lombardia» promossa dalla Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia, il Dicastero Museo e Cultura di Mendrisio, presenta una grande mostra allestita contemporaneamente, fra Italia e Svizzera, al Museo d’arte Mendrisio e al Palazzo delle Paure di Lecco : "ANARCHIA TRA STORIA E ARTE.Da Bakunin al Monte Verità, da Courbet al Dada"

Il percorso espositivo si articola, prendendo avvio dal fitto intreccio di fatti e personaggi che diede vita nel Ticino di fine Ottocento e inizio Novecento a un importante capitolo della storia dell’anarchismo, in ben tredici sezioni: i simboli dell’anarchia, la Comune parigina, città e campagna, lavoro e miseria, la figura emblematica del vagabondo, sciopero rivolta e repressione, la lotta contro i poteri, satira e denuncia, il sogno di una nuova società, giusta e armoniosa.

La mostra si racchiude temporalmente tra gli ultimi trent’anni dell’Ottocento e il primo ventennio del Novecento, ovvero gli estremi cronologici della ricca vicenda ticinese: dal soggiorno di Bakunin a Locarno e Lugano (1872-76) all’insediamento della Comunità naturista del Monte Verità nei primi anni del secolo, non dimenticando la continua presenza nel Ticino di grandi personalità dell’Anarchia, come Elisée Reclus, Carlo Cafiero, Andrea Costa, Errico Malatesta, Pietro Gori, Luigi Fabbri, Eric Mühsam, Raphael Friedeberg, Max Nettlau

Una serie di capolavori dell’arte, fra verismo e avanguardie storiche, accompagna lo spettatore attraverso i temi scelto. Un centinaio di opere - dipinti, sculture e grafiche - provenienti da istituti e collezionisti italiani svizzeri e francesi, tra cui spiccano il Ritratto di Proudhon di Gustave Courbet del Musée d’Orsay di Parigi, Le jardinier di Georges Seurat del Kunsthaus di Zurigo, la Louise Michel sur les barricades di Théophile Alexandre Steinlen del Musée du Petit Palais di Ginevra, i grandi studi per Il quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo, L’oratore dello sciopero di Emilio Longoni, L'anarchiste di Félix Vallotton del Musée Cantonal des Beaux-Arts di Losanna, Per 80 centesimi! di Angelo Morbelli del Museo Borgogna di Vercelli, Le démolisseur di Paul Signac da collezione privata di Parigi, The Entry of Christ into Brussels on Mardi Gras in 1889 di James Ensor, La rivolta di Luigi Russolo del Gemeentemuseum dell'Aya, la Venduta di Angelo Morbelli della Galleria d'arte Moderna di Milano.

Le opere costituiscono lo sfondo ed evocano l’intensa atmosfera di un periodo estremamente inquieto e conflittuale, testimoniando il profondo interesse da parte dell’artista per la cosiddetta – a quei tempi – “questione sociale”. Ne furono toccati tutti, in ogni parte del mondo: realisti e simbolisti, neoimpressionisti e divisionisti, medievalisti/neogotici e futuristi, e molti di loro si dichiaravano di fede anarchica.

La mostra è corredata da un ricchissimo materiale storico: lettere, documenti, libri, foto, filmati, vero e proprio alter ego della parte artistica; un taglio espositivo particolare suggerisce giochi di rimandi fra arte e storia, fra ricerca formale e impegno sociale.

All’affascinante capitolo della denuncia e della satira, attraverso una miriade di pubblicazioni, è interamente dedicata la mostra in programma al Palazzo delle Paure di Lecco. Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, in tutta Europa si conosce infatti una grandiosa fioritura di giornali e riviste, mezzi di diffusione per eccellenza delle idee anarchiche. 

Il disegno di denuncia e di satira diviene così una formidabile arma di lotta nelle mani di grandi illustratori come Vallotton, Steinlen, Kupka, Grandjuan, Jossot, Scalarini, Galantara, de Camara, Masereel, Schrimpf , Man Ray, che pubblicano i loro disegni su testate divenute leggendarie: Le Père Peinard, l’Assiette au beurre, La Feuille, La Sciarpa nera, L’Asino, Mother Earth, Aktion, Die freie Strasse.

Un periodo turbolento, di grandi disparità e ingiustizie sociali, che sfocerà nella prima Guerra mondiale: giustizia, chiesa, esercito formano quella “triade del male” contro la quale si scaglia la satira sferzante di straordinari artisti engagés.

"ANARCHIA TRA STORIA E ARTE.Da Bakunin al Monte Verità, da Courbet al Dada"

Dal 01 Marzo 2015 al 31 Maggio 2015
LECCO
LUOGO: Palazzo delle Paure
CURATORI: Simone Soldini
E-MAIL INFO: museo@mendrisio.ch
SITO UFFICIALE: http://www.mendrisio.ch/museo



sabato 21 febbraio 2015

I gullivers di Aleksander Velišček


La galleria AplusA inaugura il nuovo anno con gullivers, la personale di Aleksander Velišček, in mostra dal 21 febbraio al 26 aprile 2015. A cura di Aurora Fonda.

L’esposizione presenta una selezione dei lavori più recenti del giovane artista sloveno, ovvero sette quadri che raffigurano, in maniera non convenzionale, diverse personalità tra cui intellettuali, scrittori, giornalisti e politici come per esempio la giornalista Anna Stepanovna Politkovskaja, Edward Snowden e Bradley Manning.


Dai marcati tratti di ognuno di questi volti emergono violentemente i segni di una lotta politica, la difesa di una causa, di un’intera vita dedicata a inseguire un ideale.
 Come il Gulliver di Swift, la figura umana, dipinta dall’artista sloveno, appare intrappolata, non da corde, ma da strutture organiche e da giunture metalliche simili a supporti ortopedici.
Il titolo polisemico della personale di Velišček non rievoca soltanto il noto protagonista del romanzo di Jonathan Swift, la parola gulliver viene infatti utilizzata con il significato di “testa” anche dai personaggi del romanzo A Clockwork Orange, dello scrittore Anthony Burgess.
gulliver è un lemma della terminologia “Nasdat” inventata dallo scrittore per il romanzo del 1962, e poi riproposto nel celebre adattamento cinematografico di Stanley Kubrik.


Il linguaggio “Nasdat” deriva dalla fusione di termini della lingua inglese e russa, i due idiomi che rappresentano le principali forze politiche di quell’epoca: così, la violenza gratuita che pervade il romanzo e il film è contestualizzata da un lessico capace di rilevarne le cause politiche-sociali, proprio come succede nella ricerca e nella pittura di Velišček.

Aleksander Velišček, nato a Šempeter pri Gorici nel 1982 è attivo tra Venezia e Gorizia. L’artista appartiene alla generazione che ha vissuto in prima persona le trasformazioni sociologiche, economiche e ideologiche della Jugoslavia e di una giovane Slovenia. Al centro della sua arte si colloca la figura umana, il ritratto e la fisicità del corpo, il suo gesto e le sue proporzioni, una ricerca che si manifesta sin dai tempi dell’Accademia di belle Arti di Venezia e dell’atelier alla fondazione Bevilacqua la Masa.
È un pittore dalle tematiche forti, con modalità che ricordano un espressionismo materico che carica di reale fisicità i visi e i corpi dei suoi personaggi. Attraverso un processo di stratificazione del colore, la superficie pittorica si trasforma in scultura, tra lo sfondo nero e il vetro della spessa cornice. 

Tra i gullivers ritratti dall’artista anche Joseph Beuys e Papa Giovanni Paolo II, i filosofi Noam Chomsky e Dario Fusaro.
Nel novembre del 2014 l’artista ha partecipato alla mostra Shit and Die curata da Maurizio Cattelan, Myriam Ben Salah e Marta Papini, presso Palazzo Cavour a Torino, in cui è invitato – insieme a Thomas Braida, Valerio Nicolai ed Emiliano Troco – a ritrarre ironicamente alcune celebrità cittadine come Umberto Tozzi e Marco Travaglio.

Sabato, 21 Febbraio, 2015 - 18:00
Galleria AplusA
Calle Malipiero, San Marco 3073 Venezia

venerdì 20 febbraio 2015

Il Gesto Sospeso di Giulio De Leo dedicato al Maestro Domenico Cantatore

GESTO SOSPESO - a cura di Giulio De Leo - è l'evento inaugurale della nascente PINACOTECA COMUNALE D' ARTE CONTEMPORANEA di Ruvo di Puglia che si terrà a partire dalle ore 18.30 (ex Convento dei Domenicani).

Gesto Sospeso è dedicato al Maestro Domenico Cantatore, alla sua straordinaria capacità di raccontare gli uomini e gli elementi naturali attraverso il caleidoscopio dell’ozio e della quiete.
Nel silenzio vibrante delle sue figure il movimento risuona ancora. Sembra appena cessato. Allo stesso tempo la loro placida accoglienza si fa presagio del movimento cui inesorabilmente torneranno.
La capacità di evocare movimento, storia e identità, senza mai descriverne e circoscriverne i tratti, dona a chi osserva le opere di Cantatore la certezza che tutto possa parlare al cuore di un uomo, purché tale corrispondenza rimanga segreta, misteriosa. Le parole e i gesti chiassosi del quotidiano tradiscono l’essenza universale degli esseri e immancabilmente avrebbero tradito anche la sua opera.

Gesto Sospeso è un’azione coreografica dedicata alla sospensione del tempo e al silenzio, l’umile piedistallo su cui la nostra piccola umanità torna a brillare di luce universale. L’azione si svilupperà in due tempi/spazi distinti.

Tempo I
Biosculture
L’azione si svolgerà nei corridoi dell’ex Convento dei Domenicani e si articolerà in una serie di sei biosculture liberamente ispirate alle solitudini femminili di Domenico Cantatore e di una bioscultura liberamente ispirata ai gruppi di figure della serie Gente del Sud. Ciascuna solitudine femminile sarà realizzata nello spazio limitato di piedistalli di misura variabile (m1,1x1,1 o m 1x2) e caratterizzata da una campana sonora che diffonderà stralci diversi del concerto n. 2 in F min. per pianoforte e orchestra di F. Chopin, opera tanto amata dal Maestro Domenico Cantatore. Il corridoio ovest dell’’ex Convento dei Domenicani, su cui non si affaccia alcuna stanza fruibile al pubblico, ospiterà invece la bioscultura dedicata ai gruppi di figure di Gente del Sud.

Grazie all’utilizzo di campane sonore, per lo spettatore la musica sarà ben udibile soltanto in un rapporto di stretta vicinanza alle interpreti. In questo modo lo spettatore ricaverà dalle coreografie sensazioni differenti in funzione della distanza di osservazione che sceglierà. Il pubblico sarà libero di muoversi intorno ai piedistalli e di scegliere se, come e quando sostare.
Le sei biosculture tesseranno un sottile filo rosso in grado di accompagnare lo spettatore nella visione delle opere da una stanza all’altra della pinacoteca. Le azioni coreografiche in dialogo con le opere grafiche e pittoriche esposte contribuiranno così a rinnovare lo sguardo e l’attenzione del pubblico.

Tempo II
Ulivi
L’azione si svolgerà alle 21:00, al termine della serata di apertura, nella sala conferenze dell’ex Convento dei Domenicani e avrà una durata massima di 30 minuti. Sei danzatrici incarneranno un filare di ulivi idealmente osservati nel fluire di un tempo secolare, una serie di variazioni sul tema della spirale, il movimento più importante per la storia della vita sul nostro pianeta. La spirale è ovunque, nel tronco di un ulivo come nella struttura del DNA. Nell’uliveto più antico del Mediterraneo gli Ulivi grazie a infiniti cicli di erosione e ricrescita si sono spostati di qualche metro in tremilacinquecento anni. Alcune parti della stessa pianta ricrescono lentamente in direzioni differenti e si allontanano fra loro al punto da sembrare tante diverse piante riunite a formarne una.

GESTO SOSPESO
Compagnia Menhir

Biosculture/Ulivi
di Giulio De Leo
evento d’inaugurazione della PINACOTECA COMUNALE DI ARTE CONTEMPORANEA

Il 28 febbraio 2015  
PINACOTECA “D. CANTATORE”
ex Convento dei Domenicani

mercoledì 18 febbraio 2015

Le sculture di Giuseppe Ducrot in una mostra a cura di Achille Bonito Oliva al Macro Testaccio di Roma

Dal 20 febbraio al 10 maggio 2015, al Macro Testaccio di Roma, si terrà la rassegna Giuseppe Ducrot scultore, a cura di Achille Bonito Oliva, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura e Turismo - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. La mostra  presenterà un’interessante selezione di opere, dalle resine ai bozzetti in ceramica, passando per le invenzioni in terracotta invetriata, le scenografiche forme neobarocche.

Giuseppe Ducrot_Vanitas, 2013
La narrazione del percorso riflette la libertà compositiva di Ducrot, derivata da una contaminazione di stili e di riferimenti all’antico, riletti con una sensibilità contemporanea. Manualità, tecnica e estetica per lo scolpire sono gli elementi che caratterizzano i lavori in mostra, perché per l’artista la scultura non è, come affermava Arturo Martini, una «lingua morta», bensì un mezzo vivo con il quale comunicare le proprie passioni.

«È così – scrive Achille Bonito Oliva – che nella materia stessa della sua opera, che sia marmo o oro, terracotta o bronzo risuona l’interrogante elaborarsi della forma. Un corpo a corpo sensibile, ma non emotivo, perché ordito da un vigile sistema combinatorio, virtù del compimento e passione del dettaglio».

Quattro le sezioni della mostra: Genius loci, Committenza, Materia, Vanitas

Il catalogo, edito da Quodlibet e curato da Achille Bonito Oliva e Benedetta Carpi de Resmini, contiene, oltre al saggio di Achille Bonito Oliva, testi di Sandro Barbagallo, Michele Brescia, Patrizia Cavalli e Niccolò Ammaniti e un ricco dossier di immagini contenente le opere esposte, corredato da una esaustiva bio-bibliografia dell’artista.

In mostra sarà proiettato un corto documentario di Chiara Nano (durata: 26'05”), dal titolo "L'Ultima Nicchia”, dedicato alle fasi di lavorazione del S. Annibale Maria di Francia, statua monumentale in marmo di Carrara collocata in una nicchia esterna della Basilica di San Pietro in Vaticano, la cui lavorazione ha richiesto 4 anni, tra Roma e Pietrasanta.

Kiril Hadzhiev alla galleria franzpaludetto di Torino

Dal 20 febbraio al 5 marzo, nella sede torinese della galleria franzpaludetto si terrà la prima personale di Kiril Hadzhiev. La prima mostra di una serie dedicata ai talenti emergenti di Paratissima. Dalla manifestazione d’arte contemporanea Davide Paludetto ha individuato gli artisti più promettenti da inserire nella propria scuderia, investendo sulle nuove tendenze creative.

Kiril Hadzhiev, bulgaro d’origine ma torinese d’adozione, è stato selezionato tra i 15 migliori artisti della decima edizione di Paratissima e si è aggiudicato il Premio Maurizio Collino, dell’omonima associazione. 

Le sue sculture in marmo sono la rappresentazione visiva di suggestioni letterarie e di temi filosofici. Facendo proprie certe teorie di Nietzsche, l’artista interpreta e mette in scena - e in crisi - il concetto di Verità. Non esiste nulla di certo, definito e indubitabile, non esiste il vero e il falso, ed è lo stesso materiale utilizzato, il marmo, a mettere in crisi certezze e convinzioni, nel momento stesso in cui viene usato dall’artista per rappresentare qualcosa di elastico e sinuoso, quanto cioè di più distante dalla sua natura.

KIRIL HADZHIEV
20 febbraio – 5 marzo 2015
Opening: venerdì 20 febbraio, dalle ore 18

franzpaludettotorino - via stampatori 9 (piazzetta viglongo) Torino
www.franzpaludetto.com - torino@franzpaludetto.com

Segnalato da : Simona Savoldi 
339 6598721 – savoldi.press@gmail.com

martedì 17 febbraio 2015

Ordine e disordine. Astrazione e figurazione nell'arte del Novecento

La Galleria d’Arte 2000 & NOVECENTO di Reggio Emilia presenta, dal 19 febbraio al 19 aprile 2015, Ordine e disordine. Astrazione e figurazione nell'arte del Novecento, esposizione collettiva con opere realizzate da alcuni protagonisti della scena artistica italiana, dagli anni ’40 ad oggi. 


Il titolo dell’esposizione, Ordine e disordine, fa riferimento all’omonima serie di Alighiero Boetti, uno dei principali rappresentati dell’Arte Povera che nel 1972 decise di inserire una “e” fra il nome e il cognome, evidenziando così il dualismo della sua identità. 

Un titolo che rimanda anche ad un interessante saggio di Luciano De Crescenzo ( Ordine e disordine, 1996) in cui lo scrittore, parlando d’arte, pone l’ordine a metà strada tra il realismo ingenuo e l’astrattismo più sofisticato, il disordine sulle ali piuttosto che al centro. 

In mostra, oltre a tre carte di Alighiero Boetti, un dipinto di Bruno Cassinari ( Senza Titolo, 1958) ed Ennio Morlotti ( Senza Titolo, 1967) - uniti nel “Fronte Nuovo delle Arti” -, le liriche astrazioni di Enrico Della Torre ( Attenzione, 1980 e Senza tempo, 1986) e le composizioni ritmiche e modulari di Luciano Bartolini

Completano il percorso espositivo, opere di: Capogrossi, Galliani, Gastini, Griffa, Ghirri, Manfredi, Mattioli, Migliori, Morandi, Savelli, Schifano e Valentini, nonché un'incisione ad acquaforte e puntasecca di Antonio Ligabue del 1940 circa. 

La mostra sarà visitabile fino al 19 aprile 2015, tutti i giorni con i seguenti orari: 10 – 12,30 e 16 – 19,30. La Galleria rimarrà aperta anche la domenica ed i festivi. 

2000 & NOVECENTO Galleria d’Arte 
Via Emilia San Pietro 21 | 42121 Reggio Emilia 
Tel. 0522 580143 | Fax. 0522 496582 
E-mail: duemilanovecento@tin.it | Web: www.duemilanovecento.it

Sanja Iveković e Franco Vaccari in The Opening alla galleria P420 di Bologna

Dopo quasi quarant’anni dall’ultima esposizione insieme, Franco Vaccari (Modena, 1936) e Sanja Iveković (Zagabria, 1949) si ritrovano nella mostra The Opening presso la galleria P420 di Bologna.
 L’inaugurazione - Venerdi 20 Febbraio dalle ore 18,30 alla presenza degli artisti - sarà precedutta alle ore 16,30 da una conferenza al MAMbo (Via Don Minzoni 14) tra Sanja Iveković e Franco Vaccari moderata da Marco Scotini.

L’importante lavorro di avanguardia di questi due artisti, entrambi già attivi negli anni Settanta, ha determinato il superamento del concetto di performance e lo sviluppo di una nuova definizione di happening, basata sul dialogo tra artista e pubblico, da questo momento anch’esso attivo, anzi fondamentale, nell’ideazione e nella realizzazione dell’opera. Il ruolo passivo del fruitore viene meno per lasciare spazio ad un totale coinvolgimento che “riattivi i processi della socialità e della relazione”.
Lo stesso Franco Vaccari scrive «L’opera si sviluppa in relazione al modo in cui lo spettatore/partecipante, improvvisamente emancipato dallo status di semplice osservatore, la recepisce e reagisce ad essa, contribuendo a determinarne forma e significato».

Lo spazio diventa quello della galleria, il tempo quello dell’inaugurazione della mostra, dell’opening appunto, in cui tutto si risolve, dalla creazione all’esposizione alla fruizione definitiva dell’opera.

Franco Vaccari, fin dagli inizi, attua un processo di emancipazione del singolo soggetto rispetto alla totalità. L’artista utilizza la fotografia non solo come elemento indice di una presenza, ma come strumento che permette il riconoscimento e la costruzione del singolo individuo nel tempo dello sviluppo dell’opera. Ed è proprio l’autore, eclissando la propria presenza per un momento, a permettere che essa si compia attraverso la presa di coscienza da parte dell’individuo della propria esistenza in un determinato luogo e in un preciso momento. Le Esposizioni in tempo reale di Vaccari non sono la messa in scena di un copione, in cui lo spettatore viene relegato ad un ruolo passivo, ma di un’azione in divenire la cui maggiore dimensione è, conseguentemente, quella ricettiva. Queste opere “in tempo reale”, ideate e realizzate dall’artista a partire dal 1969, non sono prevedibili e possono essere potenzialmnete infinite, caratterizzate dalla continua mutazione delle relazioni. 
In mostra Esposizione in tempo reale num.1, Maschere (1969), Esposizione in tempo reale num.5, Spazio privato in spazio pubblico (1973), Esposizione in tempo reale num.6, Il cieco elettronico (1973) e Esposizione in Tempo Reale num.7, Mito Istantaneo (1974).

Il coinvolgimento è anche alla base delle opere di Sanja Iveković, artista croata che ha sviluppato a partire dagli anni Settanta una pratica artistica pioneristica volta ad affrontare questioni riguardanti l’identità femminile e le politiche del potere e del consumismo alla base della collettività. Nelle diverse modalità, l’artista coinvolge lo spettatore attraverso varie forme di stimolazione, proponendo uno sviluppo dell’opera ancora una volta non determinabile a priori e che, in un tempo più o meno prolungato, determina una stretta relazione col pubblico il quale è coinvolto ad un livello intimo ed emozionale.
In mostra Inaugurazzione alla Tommaseo (1977) dove ai visitatori era richiesto un vero e proprio contatto fisico con l’artista, Inter nos (1978) in cui la relazione tra artista e spettatore era mediata dalla tecnologia di un dispositivo video, First Belgrade performance (1978) in cui l’artista accorcia le distanze col pubblico fino ad instaurare relazioni spontanee e autosostenentesi e Meeting Points (1978) in cui il significato della stessa azione cambia in funzione della sola presenza del pubblico coinvolto.

La mostra è stata realizzata in collaborazione con la galleria Espaivisor di Valencia.
Durante la mostra sarà pubblicato un catalogo a cura di Marco Scotini.


Vado a vivere in città

Vanni Cuoghi, Bilocale 2, (Chernobyl's animals),
2015, acrylic e acquerello su carta, cm 50x70
Circoloquadro  invita alla presentazione del libro "Vado a vivere in città" di Francesco Tomasinelli, che racconta come, sorprendentemente, gli animali selvatici siano una presenza costante nelle città a causa della progressiva contrazione degli ambienti naturali. Durante la serata Tomasinelli racconterà quali animali possiamo aspettarci di incontrare tra strade, edifici, parchi urbani. Basta solo “aprire gli occhi”.

Per l'occasione verrà allestita una mostra ad hoc - con lavori di Irene Balia, Giulia Berra, Stefano Cerili, Vanni Cuoghi, Massimo Dalla Pola, Menashe Kadishman, Narcisa Monni, Vania Elettra Tam - i cui protagonisti sono gli animali.

“Vado a Vivere in città”
Presi come siamo da tutti i nostri impegni non ci facciamo molto caso, ma gli animali selvatici sono una presenza costante nelle città. Non perché le nostre distese di cemento siano molto ospitali per la fauna, ma perché la progressiva contrazione degli ambienti naturali in gran parte dell'Italia impone agli animali di convivere con noi. Le città, anche quelle più grandi, non sono i deserti biologici che molti si aspettano ma un ambiente complesso che può ospitare un numero sorprendente di specie di uccelli, ma anche mammiferi, rettili, anfibi insetti e pesci. Questo libro racconta, con l'aiuto di moltissime fotografie, quali animali possiamo aspettarci di incontrare tra strade, edifici, parchi urbani, porti e raccolte di acqua assediate dal cemento, senza trascurare una serie di indicazioni per rendere più agevole la sopravvivenza di queste specie tra le nostre case. Diversi approfondimenti, inoltre, passano in rassegna alcuni dei casi più curiosi di animali selvatici presenti in città, quali i falchi grillai a Matera o i granchi di fiume a Roma.

Tomasinelli F., 2014. Vado a vivere in città. Edizioni Il Piviere. 
www.ilpiviere.com
196 pagine
Euro 20


Francesco Tomasinelli
Quarantadue anni, laureato in Scienze Ambientali Marine presso l’Università di Genova, è stato da sempre affascinato dalla natura, soprattutto dalle sue espressioni più insolite. Ha lavorato in Italia e negli Stati Uniti in grandi acquari, per poi dedicarsi all’editoria, alla divulgazione scientifica e alle consulenze ecologiche e ambientali per aziende e studi professionali. Come fotogiornalista collabora con molte case editrici e riviste, soprattutto nel settore scienza e turismo, oltre che con alcune agenzie fotografiche in Italia e all’estero. E’ specializzato in fotografia scientifica, di natura, lavoro e viaggio. Assieme al comico di Zelig Antonio Ornano ha inventato un format di divulgazione scientifica che è stato portato in teatri, musei e festival in tutta Italia, ed è ospite regolare della trasmissione Geo di Rai 3. Con Emanuele Biggi ha curato diverse mostre scientifiche, esposte in vari musei italiani, tra cui Arachnida, Copioni e Copiati, Predatori del Microcosmo e Zanne, corazze e veleni.  Sito web: www.isopoda.net


Vado a vivere in città
CIRCOLOQUADRO
Milano - dal 17 al 25 febbraio 2015
Via Thaon Di Revel Genova 21 (20159)
info@circoloquadro.com
www.circoloquadro.com


lunedì 16 febbraio 2015

"RARİ NANTES, Le voci mute" di Nilüfer Ergin a TRAleVOLTE di Roma

Quest'oggi - lunedì 16 febbraio 2015 alle ore 18.30 - la Galleria TRAleVOLTE di Roma inaugura la mostra "RARİ NANTES, Le voci mute" di Nilüfer Ergin.

Scrive la curatrice, Marcella Guerrieri : "L'opera di Nilüfer Ergin, site-specific per la Galleria TRAleVOLTE di Roma, scandisce in un crescendo di citazioni, immagini di cronache quotidiane dolorose, simboli di drammi umani universali, metafore di eventi della memoria che pretendono di farsi storia. Storie di umanità dolenti costrette all'esodo forzato, mosse verso incerti approdi, rari nantes in gurgite vasto. Elementi e citazioni della classicità che si susseguono e si ripetono costanti nel tempo e secondo consueti itinerari. Itinerari dolenti di migrazioni epiche attorno al Mediterraneo. Quelle terre delle storia, ora solo terre di fuga dal dramma. Epòs di popoli e genti, spinte alla sfida contro il mare delle avversità. Deserti d'acqua e mari di sabbia che si mutano in allegoria sofferente del viatico umano. Dramma quotidiano mai abbastanza testimoniato dai protagonisti. Testimoni muti, aggettivi di quantità negli elenchi numerici suddivisi per provenienze. Quantità espresse in anonime migliaia, mai riconosciute nella dignità dell'individualità. Mappe e vie di fuga, aggettivi numerali e masse, segni antropomorfi e ritratti di maternità, territori violati e vite violate, simboli e metafore, realtà e testimonianze, tutti elementi della complessa narrazione dell'artista. 

Narrazione di fatti quasi ineluttabile nel suo logico progredire. Così come è ineluttabile l'epilogo dei fatti oggetto di indagine, con la potente carica di effetti e conseguenze sociali come antropologiche. Analisi entomologica della realtà che tuttavia si fa poetica nello sguardo dell'artista. Selezione elettiva di oggetti e immagini, quella di Nilüfer Ergin, a cui si aggiunge una elaborazione di documenti grafici e interventi personali, tutto catalogato e esposto in successione secondo una sequenza meticolosa che intende evidenziare il particolare. Questa vera e propria cifra stilistica ed espressiva dell'artista si esplicita in una sequenza scandita e ritmata, composta dall'insieme di quegli elementi unici, oggetto di indagine, carichi di rimandi significanti e allegorici. Narrazione ritmata da dettagli di quotidianità, elementi del racconto assunti a continui rimandi della memoria riportata all'oggi. Storia e memoria, causa e effetto."


Nilüfer Ergin é natta ad Ankara nel 1960, vive e lavora ad Istanbul.
Laureata in scultura all’Accademia di Belle Arti di Istanbul nel 1984, é attualmente direttore dell’Istituto di Belle Arti presso l’Università Marmara di Istanbul, dove svolge anche la sua attivita come professore ordinario presso il dipartimento di Scultura della Facolta di Belle Arti. Nella sua attivita di scultore si distinguano i numerosi interventi urbani tra cui il recente ‘Memoria Collettiva’ a Kadıköy Istanbul. Esposizioni collettive e personali, nazionali ed internazionali, riconoscimneti e premi, oltre saggi e articoli contraddistinguono la sua produzione culturale.


Nilüfer Ergin - Rari Nantes, Le voci mute
TRALEVOLTE
Roma - dal 16 al 28 febbraio 2015
Piazza Di Porta San Giovanni 10 (00185)
+39 0670491663 , +39 0677207956 (fax), +39 0677207956
tralevolte@gmail.com
www.tralevolte.org

domenica 15 febbraio 2015

Le opere di LoMeiHing e Bill Hornaday in una mostra a cura di Vittoria Coen dal titolo Aqua Montis.

"Aqua Montis" è il titolo di una mostra dei due artisti, rispettivamente un’italiana di origine cinese LoMeiHing e un americano Bill Hornaday di Los Angeles che si terrà presso l’Art Studio 38 e che si svolgerà proprio durante i festeggiamenti del Capodanno Cinese. Quindi venerdì 20 febbraio, alle ore 18.00, presso la Art Studio 38, verrà presentata da Vittoria Coen - Critica d'arte, professore presso l'Accademia di Belle Arti di Brera e presso l’Accademia di Verona, autrice dei testi critici .

Un opera di Bill Hornaday 
Questa mostra fa parte di uno degli eventi che l’Associazione Shoulashou-diamocilamano di Milano organizza e coordina per due settimane per i festeggiamenti del Capodanno cinese, che culmineranno nella giornata del 22 Febbraio, in cui avrà luogo la grande Parata tradizionale Cinese con draghi, leoni e figuranti lungo le vie della “Chinatown” di Milano.

Dopo Milano ci sarà una seconda tappa, presso la Galleria Hofburg di Jakob Kompatscher di Bressanone (Bolzano), che si svolgerà venerdí 6 marzo dalle ore 18.00, dove Vittoria Coen presenterà in anteprima il Catalogo "Aqua Montis" e i due artisti. L'Esposizione AQUA MONTIS entrerà a far parte, nell’autunno 2015, dell'IMS - International Mountain Summit.

"Questa mostra - scrive Vittoria Coen - vuole esprimere l’unione tra Oriente e Occidente, tra le acque di due oceani e le catene di centinaia e centinaia di montagne. Le distanze geografiche non contano quando l’arte e la bellezza della natura sanno unire i luoghi, le lingue, i sentimenti….e, proprio attraverso la diversità, i due artisti si distinguono e si identificano allo stesso tempo, si attraggono, si stimolano a vicenda…così nascono immagini (fotografiche o pittoriche che siano) che raccontano l’attrazione, la passionalità, la sensualità, la spiritualità, ma anche il tormento e i sentimenti contrastanti verso quelle energie che gli elementi naturali emanano attraverso le rocce e le acque.(..)"


Per ulteriori informazioni
Art Studio 38 - Galleria d'Arte
Via Luigi Canonica 38 - 20154 Milano (presso Hotel Europeo)
info@artstudio38.com

SBLU_spazioalbello - Milano -  spazioalbello@esseblu.it
Galerie Hofburg - Brixen (Bz) - info@kompatscher.eu

sabato 14 febbraio 2015

Il Vicolo Dell'Amore in Via Chiaramonti 6 a Cesena.

"Dell'Amore" è il titolo della mostra dedicata ad alcune selezionate opere a tema “amoroso” che si inaugura quest'oggi presso la Galleria d'Arte Contemporanea "Il Vicolo" di Cesena. In esposizione opere di Daniele Masini (Forlì, 1951); alcuni fogli litografici di uno dei più significativi artisti del XX secolo della pittura italiana, Mattia Moreni (Pavia 1920 - Brisighella 1999) e alcune sculture dell’artista lombardo Floriano Bodini (Gemonio 1933 - Milano 2005).

Daniele Masini, Accumulazione,
2014, olio su tela, 150 x 100 cm
Scrive Marisa Zattini : "Il tema dell’Amore - quello “del corpo”, carnale e passionale, l’Eros declinato nell’arte sin all’antichità; quello più “spirituale”, l’Agape, l’amore divino che riverbera nella gratuità del dono; quello più “sociale”, Philia, che corrisponde all’amore di amicizia - offre sempre spunti originali su cui riflettere.

Oggi, vogliamo farlo attraverso le opere di un artista surrealista-simbolista qual è DANIELE MASINI, proprio a partire da due intense opere dedicate ad una fra le poesie più note di Giovanni Pascoli, Il gelsomino notturno (2011) affiancato da alcune grafiche degli anni ’70, altamente erotiche, di MATTIA MORENI ed alcuni bronzi che vanno dagli anni ’50 a metà degli anni ’60 dello scultore FLORIANO BODINI, entrambi noti sul territorio romagnolo per le reiterate rassegne che negli anni Novanta furono realizzate in spazi pubblici di diverse città."

Nel corso dell'inaugurazione, Marisa Zattini, oltre ad introdurre criticamente la mostra, leggerà alcune poesie d’amore dello scrittore ravennate CARLO NAVA, composte nel 2003, accompagnate da intervalli di musica dal vivo eseguiti alla chitarra classica dal giovanissimo Mattia Masini, figlio dell’artista Daniele Masini.

Dell'Amore
GALLERIA ARTE CONTEMPORANEA IL VICOLO
Cesena - dal 14 febbraio al 14 marzo 2015
Via Chiaramonti 6 (47521)
+39 054721386
arte@ilvicolo.com
www.ilvicolo.com

venerdì 13 febbraio 2015

E' di Mario Adda Editore il catalogo della mostra "Persone. Ritratti di uomini, donne, bambini (1850-1950) da collezioni pubbliche e private pugliesi"

Copertina del catalogo della mostra
"Persone.Ritratti di uomini, donne,
bambini (1850-1950)
da collezioni pubbliche e private pugliesi
"
La mostra "Persone. Ritratti di uomini, donne, bambini (1850-1950) da collezioni pubbliche e private pugliesi" è documentata da un catalogo scientifico - edito da Mario Adda editore di Bari - contenente  brevi saggi introduttivi nonché la riproduzione a colori di tutte le opere esposte, corredate da schede scientifiche che mostrano la generosa collaborazione di molti studiosi e storici dell’arte di diverse generazioni, alcuni dei quali impegnati nelle stesse istituzioni museali.   
                                                                       
"Dietro ogni uomo, ogni donna, ogni bambino che si affaccia a quella finestra che chiamiamo quadro o che, quasi in carne ed ossa, si offre in scultura ai nostri sensi, si nasconde una storia più o meno segreta. E questo anche nel caso di Autoritratti di artisti, che pure spesso si adeguano a clausole rappresentative consolidate nei secoli ma che sono gli unici soggetti, in fondo, ad avere la possibilità di rappresentarsi proprio come vogliono, secondo l’immagine che desiderano dare di sé. Insomma, l’obiettivo posto alla base della ricerca è stato quello di svelare, oltre l’immagine, le persone reali: non, cioè, semplicemente, quelle rappresentazioni – che chiamiamo figure – ottenute dall’accostamento più o meno riuscito di colori o dalla modellazione più o meno felice di marmo, creta, gesso, bronzo, ma gli esseri umani con la loro storia.

Interessandoci alla loro identità, indagando le loro vite conosciute talvolta attraverso le loro icone, i loro atteggiamenti, ciò che trapela dai loro sguardi, dando loro voce, ci comportiamo in fondo non molto diversamente da Edgar Lee Masters che, partendo dai nomi dei trapassati del villaggio di Spoon River, ne scrisse gli struggenti epitaffi." - Pietro Sisto

Il pregiatissimo volume è a cura della Prof.ssa Clara Gelao, storica dell'Arte e Direttore della  Pinacoteca Provinciale di Bari “Corrado Giaquinto”

Persone.Ritratti di uomini, donne, bambini (1850-1950) da collezioni pubbliche e private pugliesi
Mario Adda Editore, Bari
Anno di pubblicazione 2014
Formato 24X30
pagine 264
euro 30
ISBN: 9788867171521

giovedì 12 febbraio 2015

Esperienza e Povertà della Guerra : Artisti Contemporanei Internazionali a confronto sulla Grande Guerra.

Il Primo Conflitto Mondiale attraverso le opere di artisti contemporanei riunite a Passariano (UD) nella celebre e suggestiva cornice di Villa Manin, nella mostra “Esperienza e Povertà della Guerra”.  All’interno dell’Ala Postica ex accademia della storica villa friulana, saranno esposti i lavori di Primož Bizjak, Aleksander Velišček, Ryts Monet, Fabio Roncato, Alvise Bittente, dal prossimo 28 febbraio.

La Prima Guerra Mondiale nell'immaginario collettivo evoca distruzione, dolore, sofferenza e cambiamento. Tra il 1914 e il 1918, in un lasso di tempo estremamente breve, milioni di esseri umani, vittime di una carneficina senza precedenti, una violenza mai vista prima, sia fisica e sia psicologica. Con la Grande Guerra la morte è diventata un fenomeno di massa che ha radicalmente trasformato il rapporto dell’uomo con la tradizione, una frattura che ha posto fine alla capacità dell’uomo di raccontare la propria esperienza. Una nuova “povertà”, quella comunicativa, sconosciuta fino ad allora, frutto di esperienze talmente tragiche, da non poter essere raccontate alle generazioni future.

La mostra “Esperienza e Povertà della Guerra” metterà I visitatori di fronte agli effetti di questa ferita, contrapponendo  le immagini d’epoca alle opere degli artisti contemporanei. Due gallerie, una composta da fotografie di cent’anni fa e l’altra invece dalle espressioni artistiche odierne, accomunate unicamente dalle stesse tematiche. Un raffronto che permetterà ai visitatori di  individuare l’abissale distanza che ci separa da un’epoca relativamente vicina e che pone in evidenza che cosa sia andato irrimediabilmente perduto: quel cambiamento di cui tutta la collettività è l’erede. Un percorso in cui il passato è un punto di partenza per una comprensione della nostra contemporaneità.

“Esperienza e Povertà della Guerra” è il primo appuntamento di “B#Side”, una rassegna culturale dedicata al primo conflitto mondiale, che con le sue attività coinvolgerà, oltre a Villa Manin, molte altre cittadine e location dei territori friulano, giuliano e sloveno. Ideatrice del progetto, l’organizzazione IoDeposito, che ha pensato il progetto “B#Side” per offrire una prospettiva particolare sul conflitto ’14 –’18: un viaggio esperienziale nei territori del conflitto mondiale, trasversale nelle tematiche affrontate, forte di una pluralità di forme artistiche ed espressive, in cui grazie allo sguardo di artisti contemporanei internazionali, performers e ospiti provenienti dal mondo della ricerca, si promuova un'indagine sui lasciti e sui retaggi che dalla prima guerra sono giunti alle nostre nuove generazioni.

Il giorno dell’inaugurazione verrà organizzato un incontro con gli artisti e il pubblico presente per discutere sui concetti di esperienza e povertà, in cui la riflessione si svilupperà partendo proprio  dalle impressioni generate dalla visita della mostra. La collaborazione tra Villa Manin e IoDeposito proseguirà anche nel mese di aprile, con l'organizzazione di incontri e performances.

Il programma di “Esperienza e Povertà Della Guerra”:
28 febbraio – inaugurazione (ingresso gratuito)
ore 17.30 apertura della mostra, aperitivo, saluti ufficiali, presso la sala Ala Postica ex Accademia
ore 18.30  incontro con gli artisti

La mostra chiuderà il 15 marzo e terrà i seguenti orari:
dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 18.
Sabato e domenica dalle 10 alle 18.

La mostra “Esperienza e Povertà della Guerra” è ad ingresso gratuito.
La mostra è stata finanziata dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. 

Tra i numerosi partner, patrocinanti ed enti collaboratori del progetto B#Side anche il National World War 1 Museum at Liberty Memorial (Kansas City, U.S.A.), AplusA -  Centro espositivo Sloveno e Padiglione Biennale Slovenia -, Turismo Fvg, On Stage, Associazione Interculturale Etnoblog, Limes-Rivista Italiana di Geopolitica, Studio Mark, Imagazine, il Forum Associazioni Familiari FVG, e M.A.C.lab - Laboratorio di management delle arti e della cultura dell'Università Ca'Foscari di Venezia.


Per informazioni press@iodeposito.org / +39 349 0526136  

Anniversario di Anna Maria Luisa de’ Medici: ingresso gratuito alle Cappelle Medicee e “incontro” in Galleria Palatina

Anche quest’anno il 18 febbraio sarà celebrato l’anniversario della morte dell’Elettrice Palatina – ultima discendente del ramo granducale della Dinastia Medici – avvenuta a Firenze il 18 febbraio 1743. 

Medaglia raffigurante Anna Maria Luisa de’ Medici,
Elettrice Palatina, realizzata nel 1717 da Gioacchino Fortini
e conservata al Museo Nazionale del Bargello.
Per l’occasione il Museo delle Cappelle Medicee resterà aperto dalle 8.15 alle 13.50 con ingresso gratuito e alle ore 11 è programmata la deposizione dell’omaggio floreale alla tomba dell’ Elettrice Palatina da parte delle Autorità Comunali che muoveranno da Palazzo Vecchio alle 10.40 scortate da una rappresentanza del Corteo della Repubblica Fiorentina. 

Sempre mercoledì 18 febbraio il Polo Museale Fiorentino e il Comune di Firenze propongono un evento di rievocazione del personaggio storico in collaborazione con l’Associazione MUS.E. Il pubblico, infatti, alle ore 15 (con repliche alle 16 e alle 17) avrà l’occasione di incontrare Anna Maria Luisa de’ Medici (Elettrice Palatina)  in uno dei luoghi per lei più significativi, ovvero nella Sala Bianca di Palazzo Pitti. L’incontro con il personaggio, seguito da un dibattito con il pubblico, sarà l’occasione per meglio comprendere i tratti della figura e per immergersi nel contesto della Firenze del XVIII secolo, avviando un inedito e coinvolgente dialogo con la storia. 

La partecipazione è gratuita (massimo 30 persone per appuntamento); la prenotazione è obbligatoria chiamando i numeri 055-2768224 oppure 055-2768558.   

Segnalato da: 
dr. Marco Ferri
Ufficio Comunicazione 
Opera Laboratori Fiorentini Spa – Civita Group
tel. 055-2388721; cel. 335-7259518
@mail: marcoferri.press@gmail.com

mercoledì 11 febbraio 2015

Enchiridio degli umori - Alessia Cocca espone presso Spazio Meme di Carpi

Mostra personale di Alessia Cocca presso Spazio Meme di Carpi dal 21 febbraio al 4 aprile 2015 . La mostra , che è a cura di Giovanni Cervi e Francesca Pergreffi, verrà inauggurata sabato 21 febbraio alle ore 18.30

Nelle sue opere, Alessia Cocca utilizza come mezzo espressivo la fotografia e i media digitali. Il suo lavoro è fortemente caratterizzatto da un personale simbolismo e da una spiccata componente pittorica. Le tematiche ricorrenti della sua ricerca artistica sono: il ricordo, la memoria e la trasformazione e sublimazione che questi acquistano col passare del tempo.

La personale che si terrà a Carpi è un ulteriore tassello della sua ricerca artistica.Cocca, interrogandosi sui sentimenti degli esseri umani - la simbologia, la rappresentazione e un’eventuale similitudine tra gli individui - stila un bestiario/enchìridio visuale degli umori.

Come dice l’artista: “Ci sono elementi simbolici comuni che ci permettono di riconoscere un sentimento? Percepiamo, affrontiamo, combattiamo, rimuoviamo, dimentichiamo, amiamo. Lo facciamo in maniera diversa o simile? Un Enchìridio, un manuale, che raccoglie una rappresentazione comune del nostro sentire. I sentimenti si distinguono tra loro come famiglie di piante, oggetti o animali. Si distinguono per forma, colore, sviluppo, evoluzione. Ogni tavola rappresenta un miscuglio di umori e di ricordi vicini, familiari.

Alessia Cocca ha realizzato per lo spazio carpigiano delle opere inedite: un video, un istallazione e dei lavori fotografici stampati su tela. “Sono tavole immaginarie che ricalcano l'idea dei bestiari, degli erbari. Ognuno potrà riconoscere le sue personali forme di paura, gelosia, rabbia o risentimento. I soggetti rappresentati sono persone fisiche, reali, ma i loro sentimenti si proiettano al di fuori dei loro corpi come estensioni e proiezioni.
Il risultato è una galleria numerata di corpi, contenitori di emozioni non sempre gestibili, che prendono vita.”

La mostra è accompagnata dai testi di Giovanni Cervi e Francesca Pergreffi.


Alessia Cocca nata a Benevento nel 1982. Vive e lavora a Berlino.Ha studiato presso l'Accademia di Belle Arti di Napoli, concludendo gli studi con la tesi di Laurea: "Arte e/è Fotografia: Storia del rapporto tra Arte e Fotografia dalla fine dell' '800 al digitale".
Tra le sue esposizioni: nel 2012 la personale : “Italienisches Kulturinstitut Berlin”; la mostra personale: "Le rose di Alfredo" presso l'Istituto di Cultura Italiano di Berlino, all'interno del progetto"Medien zwischen Partizipation und Manipulation" in collaborazione con l'ex sindaco di Roma Walter Veltroni; " Here today, Mars tomorrow”, Genova Palazzo Ducale, Genova; " Ketos 2.1 ", Acquario Civico, Milano; e nel 2009 un’ esposizione alla MilkandLead Gallery di Londra. Ha partecipato nel 2013: “Off Art Fair Bruxelles ";
ISIMD - 5 ° Simposio Internazionale di Interactive Media Design, Istanbul; nel 2010 e 2011 a “Blooom Art Fair” a Colonia. Attualmente vive a Berlino, collabora con alcune gallerie tedesche ed italiane, e lavora come Fotografa Freelance per GetYourGuide.

Enchiridio degli umori - Alessia Cocca
Spazio Meme
Via Giordano Bruno 4, Carpi (MO)
Sabato e domenica 10-13; 16-20
Giorni feriali su appuntamento t. 339 5949429
info@spaziomeme.org
www.spaziomeme.org
Spazio Meme è un'associazione culturale che prevede una tessera associativa annua ad offerta libera

martedì 10 febbraio 2015

Artisti in Luce all'ex chiesa S.Francesco di Corato per l'Anno Internazionale della luce e delle sue tecnologie



Si terrà domenica 15 Febbraio alle ore 20:30, a Corato presso l’ ex chiesa S.Francesco in Via Carmine, la collettiva d’arte contemporanea “Artisti in Luce” promossa dalla CoArt gallery, a cura di Francesco Sannicandro, con testi critici di Carmelo Cipriani, Alexander Larrarte e Lorenzo Madaro.

Il 20 dicembre 2013 l’ Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 2015 Anno Internazionale della luce e delle tecnologie basate sulla luce e per l’ occasione saranno quarantatré artisti ad illuminare la navata dell’ ex chiesa S.Francesco, già luogo di luce sacra.

La mostra gode del Patrocinio del Comune di Corato e del Club UNESCO Bisceglie – Membro Federazione Italiana UNESCO.

La luce da sempre protagonista e oggetto di ricerca nella storia dell’arte, fotografia, teatro e cinema, materia poetica e sostanza drammatica, elemento strutturale e costruttivo, in un percorso espositivo con un definito rapporto contenitore/contenuto.

Il catalogo della mostra sarà presentato domenica 1 Marzo alle ore 20:30 in occasione del finissage.

Artisti partecipanti:
Dario Agrimi, Luisa Bergamini, Loredana Cacucciolo, Peppino Campanella, Domenico Carella, Gaetano Cariello, Miki Carone, Claudio Cavallaro, Pierluca Cetera, Antonio Cicchelli, Angelo Cortese, Franco Cortese, Flavia D'Alessandro, Franco Dellerba, Paolo De Santoli, Paolo Desario, Pietro De Scisciolo, Gianni De Serio, Antonio Di Rosa, Pietro Di Terlizzi, Ninì Elia, Angelo Galatola, Antonio Giannini, Enzo Guaricci, Beppe Labianca, Nicola Liberatore, Oronzo Liuzzi - Rossana Bucci, Vincenzo Mascoli, Antonio Menichella, Franco Menolascina, Mauro Mezzina, Giampiero Milella, Massimo Nardi, Irene Petrafesa, Massimo Ruiu, Francesco Sannicandro, Luigi Sardella, Roberto Sibilano, Lino Sivilli, Arianna Spizzico, Tarshito, Claudia Venuto


Info/contatti
Artisti in Luce
a cura di: Francesco Sannicandro
testi di: Carmelo Cipriani, Alexander Larrarte e Lorenzo Madaro
opening: domenica 15 Febbraio h:20.30
Ex chiesa S.Francesco, Via Carmine – Corato (Ba)
dal 15/02 al 1/03 – 2015
dal lun. al sab. h:19-21
tel. 349.61.41.159
e-mail: coartgallery@hotmail.it

lunedì 9 febbraio 2015

Quando il volto incontra la sua metà

Lunedi 9 febbraio dalle ore 17 al Nausicaa, in Via Onofrio Fragnito 49 - Napoli, aperitivo e vernissage all’insegna della bellezza e dell’arte, con l’appuntamento “Quando il volto incontra la sua metà”, dove l’arte figurativa e la fotografia si fondono per realizzare un progetto basato sulle sfumature dell’immagine fotografica che si accorda con le nuance delicate o brillanti dei colori che dipingono i volti. 

Incarnati che come tele, diventano per Rossella Giaquinto il luogo ideale per dipingere “l’altra faccia”. Di ispirazione Pirandelliana, la make up Artist con un gioco di body paintig sotto il contenitore più ampio e variegato Dai Colore ai tuoi giorni, ha realizzato decori e sfumature che come una maschera, donano l’altra metà del viso. Apparenza e realtà, maschera e volto, giocare con se stessi e con gli altri per mostrarsi diversi da quello che realmente si è, proprio come accade nella vita, che spesso pone le persone a guisa di attori che interpretano ruoli sempre diversi e impegnativi, eppure reali volti del quotidiano. 

Gli scatti fotografici di “Pippo by Capri”, che con l’inconfondibile marchio è stato emblema della mondanità caprese curando ogni genere di servizio fotografico, oltre ad essere riferimento internazionale per gli scoop mondani su personaggi dello spettacolo, della politica, della cultura, rendono unici i dipinti ed i volti, immortalandoli fra le luci e le ombre di una fotografia che non potrà mai morire e che vivrà fra i colori, le tinte e le pitture, evidenziate da particolari che solo foto artistiche possono donare.

domenica 8 febbraio 2015

Le Congiunzioni di Angela Chiti in mostra allo Spazio di via dell'ospizio

SINTESI
Congiunzioni” è il titolo della mostra della fotografa Angela Chiti che questo pomeriggio alle ore 17 verrà inaugurata presso Lo Spazio di via dell'ospizio a Pistoia. 

L'esposizione presenta l’ultimo ciclo di fotografie di Angela Chiti (Sintesi) realizzate in bianco e nero, caratterizzate da uno sguardo in grado di cogliere la sintesi della visione, l’essenziale della forma e la vastità del contenuto che in essa risiede.
Le fotografie designano una osservazione del reale in cui la congiunzione del molteplice si esprime per mezzo di dettagli spogli di ogni ridondanza estetica, di immagini che offrono alla vista la dialettica silente del vuoto e del pieno, come componenti che dialogano interagendo attraverso le pause che cingono la linea descrittiva delle ombre che il nostro occhio persegue.

Ad affiancare le immagini in bianco e nero, saranno esposte alcune opere a colori che fanno parte di lavori precedenti dell'artista (da qui il titolo “Congiunzioni”).

Accompagneranno la serata le improvvisazioni musicali dei jazzisti Claudia Tellini (voce) e Nicola Vernuccio (contrabbasso).

Angela Chiti
Angela Chiti vive a Sesto Fiorentino (Firenze).Dopo aver compiuto studi linguistici, si è diplomata alla Scuola Internazionale di Fotografia F64 di Luciano Ricci a Firenze.Ha lavorato per il teatro, realizzato diversi réportages in Italia e all’estero, concentrandosi particolarmente sul ritratto. Ha collaborato per molti anni con l’Istituto Ernesto de Martino, documentandone le numerose iniziative svolte nell’ambito della ricerca sulla musica e la cultura popolare.
Le sue immagini sono state oggetto di una tesi realizzata nel 1996 da Maria Teresa Giancoli all’Hunter College, NYC (USA) riguardante uno studio sui fotografi italiani contemporanei.I lavori degli ultimi anni testimoniano una nuova ricerca, basata sull’introspezione, volta a creare immagini altamente simboliche ed evocative. Ha esposto sia in Italia che all’estero e sue immagini fanno parte di collezioni private. (dal sito http://www.angelachiti.com)